Ultima telefonata con Baghdad
Quello che sono rocambolescamente riuscito a sapere è che:
Le bombe continuano a cadere. Con frequenza leggermente inferiore a unìora fa. O per meglio dire cadono in zone più peroferiche. I boatoi giungono attutiti ed è imposibile capire cosa siano andate a colpire.
Qualche ambulanza corre lungo la strda che costeggia il fiume Tigri. Ed anche auto private, probabilmente per cercare di portare feriti in ospedale.
L'hotel "Andalus", uno dei due alberghi con i quali sono in contatto, è stato abbandonato dal poco personale che ancora vi lavorava. Ospita giornlaisti indipendenti e free-lance e qualche "scudo umano" inglese e irlandese. Il personale è fuggito alle prime bombe, presumibilmente, per cercare di raggiungere le loro case e le loro famiglie. La vita in albergo è per così dire "autogestita".
Dall'hotel "Andalus" si possono scorgere con nitidezza centinaia di incendi, alcuni mi dicono furiosi. Una cappa di fumo avvolge gran parte del centro della città. I suomi degli allarmi delle banche, degli antifurto delle auto e la sirena antiaerea si fondono insieme come un urlo.
La comunità cattolica questo pomeriggio si è recata nelle due chiese cattoliche della capitale "svuotandole" di ogni oggetto sacro per metterli in salvo.
Nella città al momento non c'è erogazione dell'acqua. C'è la luce ed intermittentemente le linee telefoniche.
I feriti devono essere davvero molti se dalla sola angolazione delle finestre dell'"Andalus" di vedono con buona chiarezza molte persone portate a braccia e visibilmente incapaci a camminare.
A dopo (se volte che continui)
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