tratto da
http://www.ilnuovo.it/nuovo/foglia/0,1007,178157,00.html
Il carabiniere era indagato per l'omicidio di Carlo Giuliani, avvenuto il 20 luglio 2001, in piazza Alimonda. L'archiviazione era stata chiesta dal pm. di Alessandra Fava
GENOVA - Quarantacinque pagine e la parola archiviazione mettono fine alle indagini sull'omicidio Giuliani. Perché, secondo il gip Elena Daloiso, la notizia di reato è infondata, avendo Placanica agito per legittima difesa e facendo legittimo uso delle armi. Così ha scelto Daloiso, ex pm, che oggi pomeriggio ha accolto la richiesta di archiviazione per legittima difesa del pm Silvio Franz, avanzata in dicembre dello scorso anno. A quasi due anni di distanza dall'omicidio del manifestante Carlo Giuliani avvenuto in piazza Alimonda durante gli scontri del G8 - imputato il carabiniere reo confesso Mario Placanica - terminano così anche le ricerche su quel che accadde alle 17,37 di quel venerdì del G8. Dopo aver esaminato 34 fotografie, la videocassetta in Vhs realizzata dalla Questura di Genova con su filmati Mediaset, Luna Rossa e Polizia scientifica, le consulenze sui bossoli e l'estintore, e le tante testimonianze dei presenti fra le forze di polizia e i manifestanti, Daloiso scrive: fine. Nessun dubbio che tutto sia andato come raccontano i testimoni e come hanno ricostruito i consulenti del pm con la nota testi del proiettile deviato dal sasso. Da pagina 2 a pagina 28, Daloiso ricostruisce il fatto citando foto (comprese quelle della Mobile), ma soprattutto le ricostruzioni dei presenti a partire da quella di un anarchico francese che nel suo sito racconta delle pietrate, della folla, degli "sbirri che indietreggiavano", di quelle "due piccole macchine 4x4 dei carabinieri". Vede il vetro rompersi. Sono gli attimi fatali: "ho sentito la prima detonazione, abbastanza forte, secca e vicina" - l'anarchico era sui gradini della Chiesa del Rimedio che dà sulla piazza. Quindi secondo il testimone i carabinieri caricano e allontanano giornalisti, fotografi e manifestanti. Da altre foto e testimonianze la gip precisa che sul Defender alla guida c'era Cavataio e sopra vi prendevano posto Raffone e Placanica, tanto che lo ripete a più riprese. "Non vi è alcun dubbio", scrive Daloiso, "che la morte del giovane Giuliani è stata cagionata da uno dei colpi esplosi dalla pistola di Mario Placanica" e cita le dichiarazioni del carabiniere rilasciate lo stesso giorno e l'11 settembre 2001, nonché quelle di Cavataio e Raffone tutte concordanti sull'assalto subito da parte dei manifestanti. Quindi si passa all'esame delle dichiarazioni di chi era intorno alla camionetta e agli interrogatori fatti a Massimiliano Monai, Eurialo Predonzani e Luca Finotti indagati per devastazione, saccheggio e resistenza aggravata. Dichiarazioni fondamentali, dei manifestanti e degli occupanti del Defender, secondo il gip, che non furono messe a conoscenza dei consulenti da parte del pm (tirata d'orecchi). Fondamentali per "chiarire quale fosse la situazione ambientale e la direzione dei colpi sparati". Sulla consulenza del pool di esperti scelti dal pm (Balossino, Torre, Romanini e Benedetti) il gip pensa che corrisponda a realtà: "la visione del filmato (di Luna Rossa ndr) dà la sensazione della coincidenza fra i due fenomeni", lo sfarinamento del "sasso" e il passaggio del proiettile. E se il suono arriva dopo, è perché chi faceva le riprese non era troppo vicino. Infine siccome Placanica è "pienamente legittimato a fare uso delle armi quando ricoressero i presupposti della necessità di respingere una violenza" e "la situazione era di grave pericolo" e l'assalto al Defender c'è stato - secondo il gip - come si desume dalle dichiarazione di Monai, come dell'anarchico francese, Placanica non rientra neppure nel caso di legittima difesa perché "i colpi sono stati certamente diretti verso l'alto e solo per un'imprevedibile modifica della traiettoria uno di essi è andato a colpire Carlo Giuliani" e in più non poteva difendersi che con l'arma. Quanto alle dichiarazioni rese da Monai a organi di stampa, in cui il manifestante parla della presenza di un quarto uomo nel Defender, la gip scrive: "non hanno alcuna veste processuale ".
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