azione disobbedienti+migranti TSF contro comunità CPT per minori a torino
...ma non lo era nemmeno prima, o almeno era il segreto di Pulcinella (tutti lo sapevano, le voci girano in fretta... e forse questo perché sia fuori che dentro le "stanze del palazzo" c'è molta gente che non è d'accordo con le politiche "di emergenza!"). Così ieri siamo stati costretti ad esprimerci con il nostro linguaggio: abbiamo deciso che il luogo andava ri-velato. Proprio perché per tre mesi abbiamo cercato di intercettare la deriva repressiva della nostra amministrazione, ci abbiamo provato insieme a tutti gli attori sociali di questa città, e tutti insieme abbiamo tentato di convincere l'assessorato ai servizi sociali che no, questa "comunità protetta" assomigliava troppo da vicino a un CPT per minori migranti e non era proprio una buona idea, che nessuno avrebbe accettato di gestire una struttura di questo tipo. Ma la politica non sa sentire ragioni, si gioca solo più negli stretti spazi determinati dall'opinione mediatica, quella dell'emergenza del momento; qui occorrono risposte politiche pronte, interventi rapidi, blitz polizieschi e coupes de théatre. Ecco che mentre noi discutevamo, e ricevevamo come risposte che sì, avrebbero tenuto in conto le nostre osservazioni e che no, proprio non dovevamo preoccuparci perché non era in atto nessuna deriva repressiva in città, detto fatto: scopriamo che il consorzio di cooperative ICS ha vinto una gara d'appalto e che si sta proseguendo il discorso proprio sulla delibera e sul bando da noi contestati (non solo da noi disobbedienti! da noi attori sociali che lavorano sui migranti, tutti tranne 1!). Alla faccia della partecipazione! Alla faccia del "tenere in conto" etc etc! Dei discorsi con l'assessorato, l'ufficio stranieri etc non se ne fa più niente, il comune ha deciso di andare avanti: "scusate signori, i soldi per gestire tutte le comunità per disabili (che abbiamo generosamente aperto quando ci conveniva) stanno per finire, adesso ci servono i soldi per fare stare zitti i questuanti della sicurezza". Quindi il bando contestato procede, in fretta e furia diventa attivo. E dove si pensa di costruire questa "comunità protetta"? Chiaro, a Porta Palazzo!!! E qui si rasenta la follia... o il preciso calcolo politico: "accontentiamo quelli che ci chiedono di arrestare i piccoli ladruncoli, che lo vedano e lo sappiano tutti, se rubi ti portiamo in una gattabuia proprio qui dietro e poi di filata al tuo paese, con il rimpatrio assistito" (chissà il plauso dei vari comitati di quartiere!). Cos'è questo "rimpatrio assistito"? Un meccanismo di ricatto economico con le autorità dei paesi di provenienza: voi vi riprendete i bambini e noi vi favoriamo economicamente. La Romania ha fame (forse per questo i bambini e i loro fratelli e sorelle maggiori se ne vanno?) e quindi sembra accettare per prima l'invito: BINGO!
A questa logiche noi possiamo rispondere solo nei modi della disobbedienza sociale, perché coi nostri discorsi, s'è visto, non siamo andati lontano. QUINDI BASTA! Determinati, ma in modo creativo, anche per non spaventare i bambini (che sono BAMBINI!!!) abbiamo portato una festa a Porta Palazzo: i tamburi della samba band e la musica tecno a fare da colonna sonora e qualche scritta colorata, esplicita ma di sicuro non terrorizzante (almeno non per i bambini, forse per qualcuno più adulto...), per macchiare il carcere con i colori e le parole della vergogna. A seguire, siamo stati ricevuti dai responsabili che si sono fatti in quattro per giustificare la loro scelta (anche se sono scappate alcune frasi tipo: "questi signori qui nessuno li conosce bene e sa da dove arrivano" riferita ai bambini "ospiti" della comunità...). In particolare il presidente dell'ICS ci ha parlato dei progetti educativi e non ha saputo o voluto rendersi conto che qui si tratta di progetti politici e che anche chi gestisce la comunità è chiamato a risponderne (esattamente come la Croce Rossa è complice del governo nel gestire i Centri di Permanenza Temporanea). Inoltre proprio alle domande su quali siano le attività educative svolte nella comunità, ci è stato risposto che non ce ne sono, perché 2 mesi sono troppo pochi per qualsiasi attività (compreso un corso di alfabetizzazione, e questo la dice lunga su quando si voglia investire sulla permanenza in Italia di questi ragazzi). In pratica questa comunità serve a "contenere" i ragazzi per il tempo minimo richiesto alla loro identificazione: ed anche qui i paragoni con corso Brunelleschi sono davvero spaventosi.
Di fronte a tutto questo noi rivendichiamo fino in fondo l'azione svolta ieri e soprattutto le forme di dosobbedienza creativa con cui l'abbiamo svolta. I bambini non è certo di noi che hanno paura, tant'è che ci salutavano dalle finestre! E se davvero l'aver rivelato il luogo costituisce un problema per la sicurezza degli "ospiti", bene: lo chiudano!!!
Movimento delle/dei disobbedienti - Torino Torino, 25 maggio 2003
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