da questa mattina alle 4, quando doveva partire il primo pullman, i mezzi di trasporto dell'ATB sono fermi nei depositi
da http://www.ecodibergamo.it
Blocco del trasporto pubblico, anche a Bergamo sciopero ad oltranza dell'Atb Scatta lo sciopero ad oltranza anche a Bergamo. Fermi i dipendenti dell'Atb per tutta la giornata di oggi. Riprenderà a fine mattinata la trattativa per il rinnovo contrattuale dei circa 120 mila autoferrotranvieri dei trasporti pubblici. Come a Milano, anche a Bergamo, questa mattina, è partito uno sciopero a oltranza dei dipendenti dell'Atb.
Alla notizia dello stallo delle trattative fra governo e sindacati, anche i lavoratori dell'azienda di trasporto hanno deciso di incrociare le braccia e i mezzi sono rimasti fermi nel deposito. «Le nostre motivazioni sono le stesse dell'Atm di Milano - rispondono da Atb -. Lo sciopero è iniziato questa mattina e proseguirà ad oltranza». Uno sciopero spontaneo e improvviso che ha preso alla sprovvista tutta la cittadinanza: nessun pullman è uscito dal deposito. Difficoltà in vista per tutti, soprattutto a causa della non programmazione dello sciopero.
Bus fermi anche a Savona e Imperia. A Milano è totalmente ferma la metrò, dove per ragioni di sicurezza basta lo stop di un terzo dei mezzi per determinare il blocco delle linee. Bloccati sette depositi di tram e bus su nove: sono usciti solo una ventina di mezzi, filobus e qualche tram, dai depositi di viale Molise e viale Sarca. «I dipendenti dell'Atb, riuniti spontaneamente in un'assemblea permanente, delusi e umiliati dai continui fallimenti degli incontri per definire la posizione contrattuale - spiega un comunicato dell'azienda dei trasporti bergamaca -, auspicano una soluzione seria e dignitosa. Convinti della lotta intrapresa, consapevoli del disagio arrecato ai cittadini, chiediamo comprensione e solidarietà».
In attesa della trattativa di questa mattina, secondo quanto si è appreso da fonti ministeriali, sono in corso continui contatti tra i leader sindacali della Cgil, Guglielmo Epifani, della Cisl, Savino Pezzotta, e della Uil, Luigi Angeletti, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta. La questione da risolvere resta quella dell'una tantum a compenso del periodo di vuoto contrattuale dove le distanze tra le parti sono ancora consistenti. Il governo è pronto a offrire 600 euro, i sindacati chiedono quasi il doppio. Su questo si è arenato il confronto questa notte. (20/12/2003)
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