L’UNICA STRADA CHE CI È STATA LASCIATA: L’OCCUPAZIONE
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L’UNICA STRADA CHE CI È STATA LASCIATA: L’OCCUPAZIONE
L’abbiamo ripetuto ormai troppe volte: il nostro progetto per la creazione di un laboratorio sociale, presentato da un anno, non ha avuto nessuna risposta da parte dell’Amministrazione, se non false promesse. Nonostante ciò noi abbiamo lanciato innumerevoli volte appelli per il dialogo: avremmo voluto collaborare con le Istituzioni in modo da intraprendere un percorso insieme. Purtroppo questi appelli, come sapete, si sono persi negli echi delle grandi stanze del Comune. Da normali cittadini, ci aspettavamo delle risposte, anche se negative. Invece, il silenzio più assoluto ci ha fatto capire semplicemente che per loro non siamo “merce commerciale” e quindi, per questo, non considerabili. Non siamo dei negozi, non siamo terreni edificabili, non siamo supermarket, non siamo aziende non siamo poltrone… Le persone che vogliono impegnarsi seriamente per un progetto sociale, non per le loro tasche ma per la comunità, vengono quindi considerate come dei cittadini di serie B e quindi, ci si può anche permettere di impedirgli di effettuare un presidio in piazza dove avrebbero voluto spiegare alla cittadinanza, attraverso l’arte e la creatività che cosa significa, in termini concreti, il loro progetto. A questo punto, in queste condizioni, abbiamo voluto dare un segnale forte alla città: sabato 16 ottobre 2004, l’ex discarica di via XX Settembre, uno spazio in disuso, è stato occupato e liberato dalle logiche dei devoti del “Dio Denaro-Potere”. Ora il nostro compito sarà di riconsegnarlo alla città. Organizzeremo in maniera autogestita, e quindi basandoci sulle nostre potenzialità come persone pensanti, e non come semplici consumatori di servizi-pacchetti precostituiti, varie attività in cui la creatività potrà fuggire dall’ingabbiamento in cui oggi è costretta. Una Zona Franca dunque, svincolata da queste metodologie, verso un mondo migliore. Siamo già partiti con una mostra di pittura dedicata al sud del mondo intitolata “Vuelvo al Sur”, di un esponente della Transavanguardia italiana, e abbiamo organizzato una vendita di vestiti di seconda mano. Col passare del tempo, coloreremo lo spazio (noi e chi vorrà) con dibattiti, proiezioni, spettacoli, mostre, laboratori e chissà quante altre cose, senza dimenticarci del vicinato, al quale chiediamo fin da ora di scusarci per il modo un po’ “brusco” con cui siamo arrivati, ma con il quale vorremmo instaurare un rapporto di amicizia e solidarietà reciproca anteponendo, prima di tutto, il rispetto per gli altri e per chi ci circonda. All’Amministrazione vorremmo dire invece, che da questo momento noi riapriamo la porta del dialogo e se questa soluzione non sarà di loro gradimento, noi ci rendiamo disponibili a trovare insieme un nuovo posto che possa soddisfare le nostre e le loro esigenze. Infine vorremmo ringraziare tutti coloro che ci hanno accompagnato in questo giorno di festa: Disobbedienti e Perla Nera (Vive!) di Alessandria, Lacandona di Valenza, Disinformat di Novara, Mattone Rosso di Vercelli, Tierra Y Libertad di Asti, e tutte le singole persone di Casale di ogni età che sono venute a complimentarsi con noi e ad esprimerci solidarietà e ai tanti che si sono uniti oggi a noi in questo nuovo viaggio.
Co.R.S.A.Ri. – Comitato Recupero Sociale Aree Riciclabili Casale M.to e Gli occupanti del Centro Sociale Autogestito “Zona Franca”
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