Roma, 26 mar. (Apcom)
Nonostante le raccomandazioni degli investigatori dell'esercito, i comandanti militari hanno deciso di non sottoporre a processo 17 soldati americani implicati nella morte di tre prigionieri in Iraq e in Afghanistan nel 2003 e 2004. Lo rende noto un rapporto dell'esercito ripreso dal New York Times.
Gli investigatori avevano suggerito invece che tutti e 17 i marine venissero incriminati per omicidio, cospirazione e omicidio involontario. Nessuno invece risponderà per quei crimini, mentre uno solo di loro ha ricevuto una lettera di biasimo. Uno dei tre casi di omicidio è stato archiviato perché, si legge, la morte è "stata il risultato di una serie di applicazioni legali dell'uso della forza".
Ad oggi, i comandi militari hanno rinviato a giudizio una trentina di soldati americani in relazione a 28 casi di omicidio di detenuti. Di questi, 13 sono avvenuti in carceri americane in Iraq e Afghanistan, altri 15 si sono verificati al momento della cattura dei prigionieri. Solo uno è avvenuto nel carcere di Abu Ghraib, il centro di detenzione reso tristemente famoso per la pratica di torture e abusi ai danni dei detenuti da parte delle forze statunitensi.
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