Le azioni di studenti e ricercatori precari verso la MayDay
In diverse città italiane, il conto alla rovescia verso l'euro-MayDay
(il primo maggio dei precari, che prevede manifestazioni in 5 città
italiane e in 15 città europee) è stato aperto dalle
università. Studenti e ricercatori precari hanno organizzato
iniziative negli atenei per reclamare reddito, saperi e diritti per
tutti e tutte.
A Roma e a Milano, le iniziative hanno preso di mira la proprietà
intellettuale sulla conoscenza: le università pubbliche, infatti,
incentivano la privatizzazione dei saperi anche attraverso i brevetti
e il copyright, invece di facilitare la circolazione della cultura e
delle conoscenze. Contro tali politiche, all'università "la Sapienza"
di Roma studenti e ricercatori hanno occupato l'ufficio brevetti, che
si occupa di commercializzare le scoperte, e il centro stampa; a
Milano, hanno bloccato le strade tra la Facoltà di Architettura e il
Politecnico; in entrambe le città, sono stati distribuiti
gratuitamente libri di testo in formato digitale, per dimostrare
quanto sarebbe facile mettere a disposizione di tutti le risorse
immateriali degli atenei. A Cosenza, invece, precari e studenti hanno
protestato contro i sistemi di videosorveglianza, che l'università ha
da poco installato per controllare chi ci studia e ci lavora.
Studenti e ricercatori precari hanno così mostrato che i saperi sono
una risorsa riproducibile all'infinito e potenzialmente accessibile a
tutte e a tutti, se non fosse sottomessa alle barriere della proprietà
intellettuale a scopo di profitto e alle esigenze di controllo
sociale.
Studenti e Ricercatori Precari
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