La Sapienza di Roma è il più grande ateneo d’Europa. Una sorta di pachiderma prestigioso ed ingessato che fatica a seguire i passi dell’innovazione. Meglio, le riforme di questi anni hanno reso drammaticamente inagibili gli spazi, moltiplicando corsi e lezioni (in buona parte si tratta di corsi inutili in alcuni casi dannosi). La Sapienza non assomiglia neanche un pò a Parigi o a Berlino, La Sapienza non ha spazi e il decentramento è arrivato tardi.
Tardi o in tempo utile a Roma sono nate altre università e La Sapienza ha cominciato a comprare nuovi edifici nella città. La vetreria Sciarra è uno di questi. Spazio abbandonato all’interno del quartiere sanlorenzino, la vetreria si trova a due passi da un altro enorme "mostro" (il fungo, la palafitta, ognuno nel quartiere sceglie il nome più appropriato), ricordo ingombrante delle speculazioni e della "tangentopoli universitaria".
E’ indubbio che l’università, soprattutto negli ultimi anni, ha contribuito a trasformare radicalmente San Lorenzo: mercato degli affitti alle stelle, vita notturna, carovita più elevato. Questi elementi con troppo facilità inducono una contrapposizione tra interessi del quartiere e quelli degli studenti che lo abitano o lo attraversano, vittime soprattutto loro, occorre ricordarlo, al pari del quartiere, delle speculazioni esercitate nei “loro” confronti in primo luogo. L’estensione dell’università è ad esempio passaggio obbligato per garantire strutture adeguate agli studenti e a chi fa ricerca, ma questo non può accadere al di fuori da una relazione con i territori, a volte già congestionati, entro i quali questa estensione si determina.
Chi decide il futuro della Sciarra? Per molto tempo, con le riforme degli ultimi anni, si è insistito sul rapporto tra università e territorio, intendendo però per territorio solo quello composto dagli attori economici e imprenditoriali. Potrebbe essere la Sciarra occasione per aprire una relazione diversa tra territorio e università? Se l’università si estende nella città, possiamo far si che la città con le sue attività, il proprio tessuto associativo e autogestionario, con i suoi bisogni di accesso alla formazione gratuita e alle tecnologie si estenda nell’università? Possiamo immaginare che alcuni luoghi della Sciarra siano co-gestiti dall’università e dalla società civile, dai soggetti sociali che animano quotidianamente il quartiere sanlorenzino?
SapienzaPirata, Centro Sociale 32, AulaDodiciDappertutto (Scienze Politiche), De Lollis Occupato (Action)
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