CONTRO LE STRUTTURE DI CONTROLLO E DI DOMINIO
CONTRO LE STRUTTURE DI CONTROLLO E DI DOMINIO
RABBIA perché il carcere è la struttura-simbolo di uno Stato democratico sempre più totalitario e oppressivo, illusionista e carcerario in cui si fortificano i privilegi dei benestanti e si criminalizzano poveri e ribelli.
SOLIDARIETÀ con tutti i detenuti, perché i crimini più grandi sono commessi da chi ha le chiavi del carcere, non da chi vi sta dentro. Stato, multinazionali, eserciti, perpetuano i loro crimini perfettamente legali, mentre la gran parte dei detenuti è rinchiusa per "crimini contro il patrimonio".
AZIONE diretta contro ogni sfruttamento per uso, consumo e affari, ogni struttura di controllo e di repressione autoritaria. Lo Stato ha bisogno di carceri e soprattutto di carcerati, perché altrimenti la loro struttura gerarchica, i loro inquisitori e carcerieri salterebbero completamente fino alla caduta della piramide dello Stato. Condanne che segnano per sempre una vita libera di muoversi, condanne che si trascinano dietro altre condanne, quello che per la burocrazia di Stato e per la maggior parte della gente è reato noi lo vediamo come gesti istintivi che sono una conseguenza dell’impossibilità di “vivere” in questa “società civile”, che si potrebbe dichiarare semplicemente asservita e sottomessa… anche senza rendersene conto tende a favorire il capitale ed i suoi loschi affari.
NON ACCETTIAMO questa “normalità” nel discutere il carcere o qualsiasi luogo di segregazione (animale-uomo). Rinchiudere esseri viventi che pensano, si muovono dentro quattro mura è il simbolo del fallimento di una democrazia e di qualsiasi altro Stato che tende ad allargarsi in termini propagandistici come il raggiungimento dell’umanità civile e della libertà assoluta e pacifica.
Dobbiamo capire che lo Stato lascia “lavorare” chi gli fa comodo, chi gli da qualcosa in cambio, come chi sta in televisione o dentro istituzioni inutili e dannose all’umanità (pubblicità, affari, speculazioni, rincoglionimento mediatico, eco-terrorismo di Stato e quant’altro), d’altra parte se non ci fossero i “delinquenti” come potrebbe “lavorare” il diretto di un carcere ed i suoi tirapiedi, il giudice, lo sbirro e il secondino… quindi si crea povertà, precarietà lavorativa e si attende che lo sfruttato commetta “reato”… il gioco del potere continua. Lo Stato quando si auto-processa mostra i suoi ridicoli siparietti istituzionali e mediatici, come i processi per le violenze sbirresche durante la rivolta al G8 di Genova 2001, processi a “uomini politici” (non umani quindi…) che finiscono in prescrizione o il fatto non sussiste, insomma la “giustizia” di Stato ha la manica larga per quanto riguarda i potenti, i privilegiati o chi si può permettere l’avvocatone da assegno giornaliero, a meno che non ci sia una faida di potere all’interno delle istituzioni Statali, lì torna la parità di giudizio. Non auguriamo la galera neanche al più cinico e avaro capitalista, neanche al più violento degli sbirri. Ne gabbie ne galere, ne Stati ne frontiere continueremo ad urlare! Se dobbiamo andare in galera per integrarci in questa società asservita al potere e farci “rieducare” da carcerieri di Stato, preferiamo combattere i carcerieri.
Meglio ladro, rapinatore o delinquente comune che ladro della libertà di un uomo… Tutti liberi!
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