Chiamparino caccia i rom del Lungostura
Lo sgombero dovrebbe essere autorizzato domani mattina [oggi 17 novembre], in un incontro tra forze dell'ordine cittadine in prefettura. Torino come Bologna, dunque. Per i quattrocento rom che "abitano" il Lungostura non sembrano esserci alternative. Le ruspe arriveranno e raderanno al suolo tutto, comprese le baracche che stanno in piedi alla meglio e che fino ad ora sono servite da abitazione a donne, tanti bambini e uomini. Il sindaco di Torino, Sergio Chiamparino aveva detto nei giorni scorsi che «qui non è come a Bologna. Noi gli sgomberi li abbiamo sempre fatti e non abbiamo mai avuto problemi». Sarà che al primo cittadino non importa avere sotto le finestre di palazzo civico decine di persone ogni settimana con ghettoblasters a mille. Sono quelli che indistintamente vengono definiti squatters (in senso spregiativo, s'intende), sono i giovani che l'amministrazione comunale si ostina a sgomberare da qualunque posto occupino. Del resto ci sono le olimpiadi fra poco e spazi pubblici e autogestiti non sono all'ordine del giorno. E così, via, ecco la polizia in azione anche la scorsa settimana per chiudere altri due centri sociali occupati da poco. I rom naturalmente sono forse ancora meno presentabili degli squatters, e quindi non se ne parla nemmeno di lasciarli lì, sulle sponde della Stura. Alternative? Forse, sì ci stiamo pensando, mormorano in comune poco convinti. Vedremo se è il caso di allestire un campo transitorio, dice il sindaco. Se si farà potrà essere comunque utilizzato solo da chi è in regola con il permesso di soggiorno, assai pochi. (o.c.)
www.ilmanifesto.it/Quotidiano-archivio/16-Novembre-2005/art36.html
|