Oggi il presidio per posare la vecchia lapide di Pinelli.
Appelli alla calma, a «non cadere nelle trappole della provocazione del centrodestra». Milano si prepara a un’altra giornata calda. Questo pomeriggio alle 18, gli anarchici, il Leoncavallo, Rifondazione e Verdi si ritroveranno in piazza Fontana per posare la vecchia targa a Giuseppe Pinelli, sostituita dal Comune con una nuova che non riporta più la parola «ucciso», ma quella «morto». Una decisione che ha provocato critiche durissime soprattutto per la scelta dei tempi: a meno di venti giorni dalle elezioni. Da qui la preoccupazione che il presidio di questo pomeriggio possa trasformarsi in qualcosa di diverso. L’incubo di un nuovo 11 marzo a Milano, con i disordini di corso Buenos Aires, spaventa tutti, soprattutto il centrosinistra. E infatti l’appello lanciato ieri da tutta l’Unione a Palazzo Marino parla chiaro: «Invitiamo tutti i democratici a non reagire e non cadere nella trappola». «Mi ha colpito - ha spiegato Emanuele Fiano capogruppo dei Ds - una frase del vicesindaco De Corato che si diceva sicuro che ci sarebbero state reazioni violente in risposta alla sostituzione della targa a Pinelli. Un cattivo presagio al quale noi diciamo e diremo no». L’Unione chiede anche che sia il prossimo sindaco a occuparsi della vicenda della targa, con una larga discussione pubblica. Gli anarchici del Circolo del Ponte della Ghisolfa hanno ripetuto in tutte le salse che si limiteranno ad affiancare la vecchia alla nuova lapide. Anzi. Che la targa voluta dal Comune sarà incellofanata per evitare che qualcuno la imbratti. Non tutti la pensano così. Il tono del comunicato della Commissione di corrispondenza della federazione anarchica italiana è più duro: «Non assisteremo silenziosi ed impotenti a questa operazione. La memoria di questa città è ancora viva, e non dimenticherà, certo, quello che fu un assassinio di Stato».
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