Me ne dolgo, ma questa notizia è tratta dal Giornale della fam. Berlusconi, che sta montando il caso con la scusa della strumentalizzazione del nome di Carlo, ovviamente per strumentalizzarlo a sua volta, ma in senso contrario. Chissà poi perchè tutto questo casino e tanti moralismi: per "usare" il nome di Biagi o dei martiri di Nassyria, gli onorevoli assassini di Stato non ci hanno mica pensato due volte...! Forse che loro non erano armati? Forse che non erano invasori in un altro paese? Forse che non ammazzavano dei civili innocenti? Dice il pretucolo da strapazzo: "Quel giorno io c'ero e ho visto con i miei occhi: Carlo non era con le centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze pacifici e non violenti, ma era in prima fila": PROPRIO PER QUESTO LO RISPETTIAMO!!! PERCHE' LUI ERA LIBERO, VIVO E CONSAPEVOLE, E NON IPOCRITA!!!
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Sala del Senato dedicata a Giuliani: 10 deputati protestano col Quirinale - di Redazione - da Milano
Nuova polemica politica sulla memoria di Carlo Giuliani, il giovane no-global rimasto ucciso durante i disordini del G8 a Genova. Un gruppo di dieci deputati, primo firmatario Carlo Giovanardi, ha in questi giorni inviato una lettera al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nella sua qualità di comandante in capo delle Forze Armate, in merito alla decisione del gruppo parlamentare di Rifondazione comunista del Senato di intitolare la sede dell'Ufficio di presidenza del Gruppo a Carlo Giuliani che, come hanno scritto i deputati, «perse la vita a Genova nel luglio del 2001 mentre tentava di linciare, insieme a un gruppo di violenti facinorosi mascherati e armati di spranghe, giovani carabinieri di leva, già feriti durante l'aggressione». Nella lettera, i parlamentari ricordano al Presidente che in primavera toccherà a lui «di dover consegnare le medaglie d'oro alle vedove e agli orfani di esponenti delle Forze dell'ordine che hanno perso la vita nell'adempimento del loro dovere in difesa delle istituzioni e della libertà di tutti i cittadini». I parlamentari chiedono al Capo dello Stato «se non rilevi una stridente contraddizione fra le parole che vengono pronunciate in quelle solenni cerimonie con la contestuale presenza nella prestigiosa sede del Senato della Repubblica di una sala intitolata a Carlo Giuliani, per di più con l'avallo di un gruppo parlamentare». Infine, nella consapevolezza degli ambiti di competenza dei Presidenti delle massime istituzioni della Repubblica, in ordine alla possibilità di far revocare quanto deliberato dal gruppo di Rifondazione comunista, chiedono almeno al comandante delle Forze armate di prendere le distanze da quello che definiscono un'incredibile decisione. Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario del Sindacato autonomo di polizia (Sap) Filippo Saltamartini esprimendo «rammarico» per la scelta e condividendo il senso della lettera che i deputati hanno inviato al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «Dedicare una sala del Senato alla memoria di Carlo Giuliani offende le istituzioni, le forze dell'ordine e il buon senso». http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=127225
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La sala Carlo Giuliani finisce al Quirinale - di Redazione - Dieci parlamentari e i sindacati di polizia scrivono al presidente della Repubblica: «Prenda le distanze dalla scelta di Rifondazione»
Ora la «Sala Carlo Giuliani» dedicata in Senato dal gruppo di Rifondazione Comunista è davvero un affare di Stato. E finisce nelle mani del presidente della Repubblica. Un gruppo di dieci deputati, primo firmatario Carlo Giovanardi dell'Udc, hanno infatti inviato una lettera al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in merito alla decisione di intitolare la sede dell'ufficio di presidenza del gruppo di Rifondazione (...) http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=127407
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Genova si ribella alla «sala Carlo Giuliani» - di Diego Pistacchi - Proteste di molti cittadini per la scelta dei senatori di Rifondazione Comunista. La polemica esplode anche a livello politico
Diego Pistacchi
Dicono che i morti non dovrebbero essere strumentalizzati. Dicono. Ma poi tutti si scambiano accuse in nome di Carlo Giuliani. Morto. E morto con un passamontagna sul volto, con un estintore tra le mani, con la voglia di spaccare la testa a qualche suo coetaneo che vestiva una divisa e che era rimasto intrappolato in una jeep assediata da una folla inferocita nei giorni caldi del G8. Morto perché uno di quei suoi coetanei in divisa ha premuto il grilletto della pistola che aveva ricevuto dallo Stato per difendere l'ordine pubblico. Ora il nome di Carlo Giuliani verrà usato. Da Rifondazione Comunista, per mettere una targa in Senato dedicata a quel giovane col passamontagna. Dalla polizia e dalle forze di centrodestra per urlare il loro no alla santificazione di un ragazzo che come simbolo positivo proprio non ce lo riescono a vedere. È scontro aperto e infinito anche a Genova, dove la notizia è rimbalzata e dove subito molti lettori hanno voluto far sentire la loro voce di dissenso. All'annuncio del gruppo di Rifondazione di inaugurare presto «sala Carlo Giuliani» all'interno della «Camera Alta» il primo a rispondere è stato il Sappe, il sindacato della polizia penitenziaria. Roberto Martinelli, il segretario generale aggiunto va oltre la questione prettamente politica, si pone il problema della figura di Carlo Giuliani. «Cito le parole di don Paolo Farinella, un sacerdote che in quei giorni era in piazza, accanto ai contestatori. Lui stesso ricorda ai genitori della vittima che “le immagini immortalano Carlo Giuliani con un estintore in mano, pronto al lancio, pronto a colpire. Se avesse potuto uccidere, in quel momento, vostro figlio avrebbe ucciso. Quel giorno io c'ero e ho visto con i miei occhi: Carlo non era con le centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze pacifici e non violenti, ma era in prima fila, là solo dove i violenti dominavano la piazza”». Martinelli allora si chiede se «qualcuno abbia mai pensato di dedicare una sala del Senato o della Camera a uno delle decine e decine di poliziotti, carabinieri, finanzieri e appartenenti alle forze dell'ordine uccisi dalla criminalità e dal terrorismo mentre difendevano le istituzioni democratiche.». Insiste invece il Sap, il sindacato autonomo di polizia, che ritiene che «con l'intitolazione di una sala riunioni del Senato a Carlo Giuliani, le istituzioni sono state umiliate ed offese».Parole del segretario Filippo Saltamartini che annuncia di voler «valutare ogni iniziativa possibile». Il senatore Giovanni Russo Spena, capogruppo di Rifondazione si dice invece «orgoglioso» della scelta, perché «Carlo Giuliani era uno dei tantissimi giovani che si battono per modifcare lo stato delle cose, ed è stato vittima delle inaudite e immotivate violenze scatenate il 20 e 21 luglio 2001 da alcune frange delle forze dell'ordine». Qui però scende in campo la politica. Le bordate più pesanti contro Rifondazione arrivano dall'Udc. L'onorevole Carlo Giovanardi si sforza di trovare «tutta la carità cristiana nei confronti di chi ha perso la vita, ma ritengo intollerabile che una sala di un gruppo parlamentare del Senato sia intitolata a Carlo Giuliani che stava linciando assieme ad un gruppo di violenti facinorosi mascherati e armati di spranghe, giovani carabinieri di leva, già feriti durante l'aggressione». L'ex ministro si rende conto che si tratta di una sala a disposizione del Prc e non di tutti i partiti e quindi si pone le possibili soluzioni. E chiede l'intervento del presidente del Senato «per far rivedere la decisione al gruppo di Rifondazione comunista, e se non ha strumenti per intervenire, esprima almeno alto e forte il suo dissenso da questa incredibile decisione». Gli fa eco la senatrice dell'Udc Sandra Monacelli che invita Rifondazione «a vergognaris per aver strumentalizzato la morte di Giuliani». Polemiche che seguono di poche ore l'ingresso in Senato di Heidi Giuliani, mamma di Carlo, che ha preso posto a palazzo Madama e in particolare nella prima commissione permanente, quella degli affari istituzionali, che poi è anche quella che sarà chiamata a lavorare sull'ipotesi di una commissione d'inchiesta sui fatti del G8. E proprio a questo fa riferimento ancora il senatore Russo Spena nel rispondere a Giovanardi: «Con le sue accuse ribalta la realtà dei fatti. Se è sicuro che le cose siano andate come dice lui, appoggi la scelta di fare la commissione d'inchiesta per fare chiarezza». Sono passati più di cinque anni, Carlo Giuliani vive, come dicono i suoi compagni. Ma solo nelle polemiche.
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=126434
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