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Dalle leggi ad personam alla distruzione della sanità.Le polemiche tra PRC e PCL in Umbria
by raccolta per non intasare il NW Monday, Oct. 23, 2006 at 6:46 PM mail:

Sembra strano quanto una lotta locale possa essere utile per capire alcuni dinamiche generali. Sulla lotta tra PCL e PRC in Umbria già è stato postato molto, ma ci sono moltinuovi articoli e polemiche: per non intasare il newswire apriamo questa raccolta di articoli in un solo post

1) FABIANI DOPO 15 ANNI DA SEGRETARIO A SPOLETO ABBANDONA IL PRC PER IL PCL

AURELIO FABIANI (CONSIGLIERE COMUNALE PCL SPOLETO)
Il 24 settembre a Roma è iniziata la fase costituente della Sinistra Europea, ovverosia l’atto formale di trasformazione del Partito della Rifondazione Comunista in una nuova formazione di democratici di sinistra.
Un approdo ormai da tempo scontato e irreversibile. In questi ultimi due anni abbiamo assistito alla rottura con tutte le esperienze rivoluzionarie dei comunisti nel XX secolo, abbiamo avuto l’accettazione del bipolarismo e delle logiche del maggioritario.
In altre parole i dirigenti del PRC sono arrivati alla conclusione che la via rivoluzionaria della presa del potere è sbagliata e che la maggioranza elettorale di un governo dei lavoratori è una condizione impossibile, perciò l’accettazione del sistema è inevitabile e quindi anche la partecipazione ai governi di centro sinistra, cioè la partecipazione ad una alleanza con la borghesia per raggiungere un compromesso “avanzato” con il capitale.
E’ l’approdo definitivo al riformismo e il tentativo di occupare lo spazio socialdemocratico abbandonato dai DS. La conseguenza è che non si ha più neanche l’imbarazzo a pensare che se non si è proprio usurati si può anche andare in pensione più tardi, né a votare e sostenere la nostra presenza militare negli scenari di guerra mediorientali, Afghanistan e Libano.
La forbice tra le affermazioni verbali del primato del conflitto e la sostanza di una politica di compromesso si è così chiusa definitivamente, tranciando di netto l’esile filo che ancora legava il PRC alla prospettiva comunista.
In questi giorni perciò nulla di nuovo se non la messa in opera di quanto progettato nell’ultimo congresso. La novità è invece è che io non ravviso più alcuna ragione per una battaglia interna che non ha più ragione di essere, e che anzi, ogni ulteriore attardarsi in schermaglie senza speranza sarebbe un danno per la causa comunista per cui mi batto da 35 anni.
Lascio perciò questo partito di cui sono stato uno dei primi fondatori, dove sono stato presente fin dal ’91, dal Brancaccio, ben prima quindi di quando Bertinotti venne paracadutato dal PDS direttamente sulla poltrona di segretario del PRC e anche prima che giungessero tutti gli attuali dirigenti regionali e provinciali del PRC, molti dei quali ex demoproletari.
Ora che Bertinotti si è seduto sulla poltrona di Presidente della Camera e che il partito incapace di guidare le lotte cresce dove ha potere, tanti compagni che l’hanno sostenuto ora pensano che è come tutti gli altri, mentre altri, molti altri, ora lo cercano proprio perché è come tutti gli altri.
Il cambiamento di natura politica e l’adattamento ai sistemi clientelari del potere ha così cancellato tante speranze, forse semplici illusioni.
La battaglia dei comunisti e dei lavoratori comunque continua ed è per questo che ho deciso di fare qualcosa di utile, di lavorare nel movimento che sta tentando di costruire il Partito Comunista dei Lavoratori. Come me altri compagni hanno già fatto questa scelta e molti altri ne verranno ancora.

2) VINTI,SEGRETARIO DEL PRC IN UMBRIA, CHIEDE DIMISSIONI DAL CONSIGLIO COMUNALE

STEFANO VINTI(Presidente Gruppo regionale Prc-Se;)
Invitiamo Aurelio Fabiani, consigliere comunale a Spoleto, che ha lasciato Rifondazione comunista per aderire al Partito comunista dei lavoratori di Ferrando, a dimettersi e lasciare il consiglio comunale, perché è stato eletto nelle file di Rifondazione comunista e gli elettori spoletini non hanno certo votato per essere rappresentati nella propria città da un movimento politico che appare ancora blando ed evanescente.
Tra l’altro Fabiani è entrato in consiglio comunale da circa tre mesi come capogruppo del Prc e non pare proprio un atteggiamento limpido diventare la punta più visibile del partito a livello locale, quando già si ha in mente di cambiare casacca. Quindi per rispettare il mandato espresso dagli elettori, per mantenere un comportamento corretto con il circolo Prc di Spoleto e con la dirigenza regionale e provinciale del Prc, Fabiani dovrebbe compiere un gesto chiaro e coerente anche con il suo passato di estrema correttezza politica in Rifondazione (in posizione sempre critica, ma mai incline a scorrettezze o atteggiamenti poco democratici): lasciare la carica di consigliere al compagno di Rifondazione che lo segue nella lista elettorale. Lo giudichiamo un atto dovuto nei confronti dei compagni del Prc di Spoleto e agli elettori che hanno dato fiducia alla proposta politica portata avanti dal locale circolo cittadino.
Rifondazione comunque continuerà a radicare nel territorio spoletino la propria struttura organizzativa. Sono infatti prive di fondamento le osservazioni critiche avanzate da Fabiani: il progetto di costruzione della sezione italiana della Sinistra europea non significa affatto una mutazione genetica del Prc e una sua trasformazione in forza socialdemocratica. Crediamo, al contrario, che sia necessario rafforzare la presenza di una forza comunista organizzata in Umbria e nel Paese, con una sua autonoma proposta politica di alternativa di società. Ma è anche necessario produrre uno sforzo nella direzione di un processo di ricomposizione e riaggregazione della sinistra diffusa – quella socialista, socialdemocratica, antiliberista, ambientalista, dei movimenti e delle associazioni – in cui i comunisti svolgano un ruolo rilevante e decisivo, per fare contare di più le proposte di sinistra nell’Unione, nel governo del paese, nell’amministrazione delle istituzioni e dei territori. Questa è la sfida che abbiamo di fronte, che fa i conti con l’ipotesi di trasformazione della società verso più ampi spazi di partecipazione democratica e di giustizia ed equità sociale, e che tanti in Europa guardano con attenzione. E la dirigenza regionale e provinciale del Prc - tra i quali vi sono molti fondatori di Rifondazione, a partire dal segretario regionale che nel 1991 all’assemblea del Brancaccio c’era – sa che per dare una risposta concreta alle aspettative dei lavoratori, dei pensionati, dei precari di un futuro migliore è necessario dare più forza alla sinistra, e dentro ad essa ai comunisti, non costruire partitini minoritari, rivoluzionari a parole, ma alla prova dei fatti ininfluenti nello spazio politico attuale.

3) FABIANI INVITA VINTI IN FABBRICA, NELLE COOP E NEI COMITATI AMBIENTALI A SENTIRE COSA PENSANO DEL PCL E DEL PRC E CAPIRE CHI E' PIU' RAPPRESENTATIVO

AURELIO FABIANI (CONSIGLIERE COMUNALE PCL SPOLETO)
La preoccupazione evidentemente alberga nella mente del segretario regionale del PRC se assumendo un ruolo che non è suo ma della segreteria di federazione, viene ad occuparsi di me dopo avere ignorato completamente la mia richiesta e anche quella di Briguori di farci sapere qualcosa sulla delibera della Giunta Regionale che riguarda i Direttori Amministrativi delle ASL, fatto su misura per gli aspiranti manager della sanità mancanti di titoli.
Ha un bel coraggio Vinti a invitarmi alla coerenza dopo la prolungata campagna acquisti fatta dal PRC negli ultimi anni con lui padre padrone del Partito in Umbria.
Devo forse ricordargli l’operazione Bonaduce, votato dagli elettori dei Comunisti Italiani e acquisito al gruppo consiliare regionale del PRC dallo stesso Vinti. Perciò se ne stia buono, che i consigli li prendo solo da chi ha da insegnarmi qualcosa che non ho ancora imparato.
La dichiarazione di Vinti però è grave perché è basata su considerazioni volutamente fasulle. Innanzitutto perché io sono stato eletto a Spoleto nelle liste del PRC di cui era parte integrante e con pari diritti, la minoranza nazionale della terza mozione congressuale: minoranza nazionale che a Spoleto però era maggioranza con l’82% dei consensi. Perciò non diversamente da quanto accadde nel 1991, quando il PCI divenne PDS e la minoranza diede vita al PRC, con Consiglieri di Enti ad ogni livello e parlamentari che vi aderirono, oggi che Rifondazione da vita alla Sinistra Europea, la sinistra di “progetto comunista” di Marco Ferrando da vita al Movimento per il Partito Comunista dei Lavoratori e io aderisco ad esso. Non rubo quindi i consensi di nessuno, ma continuo la battaglia comunista per cui ci sono stati dati i consensi che ci hanno portato in Consiglio Comunale ( senza dimenticare che se non fosse stato per gli uomini su cui si appoggiava Vinti che si sono candidati con i DS per poi tornare utili allo stesso Vinti nella campagna elettorale per le regionali ci saremmo stati con un consigliere in più ). Una cosa quindi assolutamente legittima e ben diversa dal furto di voti modello operazione Bonaduce.
Una scelta quella di aderire al Movimento per il PCL che non riguarda solo me ma un pezzo importante del gruppo dirigente spoletino, a cui a breve si aggiungeranno molti altri compagni.
Va chiarito poi come abbiamo scritto in questi anni moltissime volte che i consensi che abbiamo ottenuto a Spoleto sono il frutto del lavoro politico dei compagni del circolo “Indo Mariani”. Sfido Vinti a venire con me accompagnati da qualche giornalista, allo SMMT di Baiano, tra i lavoratori sfruttati delle COOP, tra i cittadini di Santo Chiodo che hanno vinto la battaglia delle Biomasse o tra quelli che si battono oggi per difendere l’Ospedale e si farà un’idea di quello che pensano di noi e di lui.
Voglio anche dire a Vinti se si è domandato chi entrerebbe in Consiglio Comunale se io mi dimettessi, e chi dopo ancora, se si dimettesse chi mi è subentrato, e così via. E se lo informo che sono tutti compagni che hanno salutato Rifondazione Comunista, che fa continua a spulciare la lista ? o avrà il buon senso di cominciare a domandarsi che forse ha detto una stupidaggine e che il PRC a Spoleto era un’altra cosa di quello che con mezzi non del tutto urbani ha cercato invano di correggere ?
Infine sul cambio in consiglio comunale tra me e Briguori e qui Vinti non ci può arrivare, perché non ci arriva proprio con il suo modo di pensare. Come fa uno che per due tornate amministrative pur avendo il controllo dell’apparato del Partito si presenta due volte consecutivamente protetto nel listino che garantisce l’elezione automatica a capire che qui da noi siamo stati veramente al servizio del Partito e non ci siamo invece serviti di esso, per cui i compagni non hanno mai vissuto l’attività politica come rendita o come carriera, per cui un compagno come Briguori che poteva stare tutto il tempo che voleva con il sostegno unanime di tutti i compagni del Circolo in Consiglio Comunale è stato il primo a pretendere fin dal momento dell’elezione l’alternanza che c’è stata perché così era giusto. A chi come Vinti ha dimostrato con i comportamenti concreti, di tenere tanto allo scranno dove siede, non rimane che pensare male; lui continui pure a pensare male, noi continueremo a fare la cosa giusta

4) VINTI ATTACCA IL PRC DI SPOLETO PER AVER ASSECONDATO FABIANI E IL PCL

Stefano Vinti (Presidente Gruppo regionale Prc-Se)
Rifondazione comunista dell’Umbria non può nascondere che a Spoleto, a fronte di una grande effervescenza e un notevole dibattito politico nella sinistra diffusa, protagonista di diverse iniziative che progettano un processo di ricomposizione della sinistra che si propone l’orizzonte dell’alternativa e del cambiamento sociale, il locale circolo del partito vive una profonda crisi, sia di proposta politica che di organizzazione.
Se è vero che si è verificata una emorragia di iscritti verso il movimento per il Partito comunista dei lavoratori, è altrettanto vero che poco si è fatto per rilanciare il radicamento e la tenuta del partito soprattutto da parte di esponenti che rivestivano importanti incarichi istituzionali e ancora ricoprono ruoli rilevanti nel partito. Anzi, l’ex consigliere comunale sembra divertirsi in un particolare gioco delle parti: si è dimesso tre mesi fa per fare entrare Fabiani in consiglio comunale, quando era già in odore di passare con il partito di Ferrando. E una volta che dal consiglio comunale di Spoleto scompare il gruppo di Rifondazione, invece di lamentare una particolare difficoltà politica, rivendica la capacità di Fabiani di rappresentare i comunisti spoletini. Rifondazione comunista non si farà certo rappresentare da un consigliere che aderisce ad un partito che ha un progetto politico alternativo e incompatibile con la linea del Prc. Se il locale direttivo del circolo e il suo segretario (che per il momento resta in silenzio) pensano che Fabiani possa parlare anche per loro e non intendono affrontare le grandi difficoltà che derivano dalla perdita della rappresentanza istituzionale, creano una situazione di grande imbarazzo per il Prc. A Spoleto si è aperto un interessante confronto sulle prospettive della sinistra nel nostro paese e nella nostra regione, dimostrando che esiste uno spazio politico consistente per un processo di ricomposizione e riaggregazione delle diverse anime della sinistra diffusa. È un fermento – testimoniato dal fiorire di associazioni come Uniti a sinistra e l’Associazione per il Rinnovamento della Sinistra - che auspichiamo possa incrociarsi con il progetto lanciato da Rifondazione di costruzione della sezione italiana della Sinistra europea.
Per fare questo, però, occorre una profonda riorganizzazione del circolo di Spoleto, che non può più permettersi – ora che ha perso, se non favorito, la perdita della rappresentanza in consiglio comunale - di dichiararsi estraneo alla progettualità del partito: rafforzamento dell’Unione e costruzione della sinistra di alternativa. Rifondazione comunista deve puntare al rafforzamento politico, progettuale e ad un ulteriore insediamento sociale dell’unione come coalizione plurale dove convivano il costituendo Partito democratico e una forte sinistra larga e rappresentativa. Essere parte essenziale dell’Unione a Spoleto e in Umbria è ben altra cosa che essere coinvolti organicamente nella giunta Brunini, di cui non facciamo parte, perché non ravvisiamo le condizioni politiche e programmatiche per assumere responsabilità nel governo della città. Rifondazione a Spoleto può essere il motore della costruzione di una “sinistra di alternativa” che parli ai lavoratori e ai cittadini, che affronti le crisi produttive, che ragioni sui modelli di sviluppo della città, che rilanci il welfare municipale, che potenzi la sanità pubblica cittadina in integrazione con quella del territorio e della regione, che allarghi i diritti di cittadinanza. A Spoleto Rifondazione è guardata con attenzione, ora più che mai, dagli uomini e dalle donne della sinistra: è ora di uscire da un minoritarismo settario ed ideologico, è ora di avviare un nuovo processo aggregativo della sinistra a Spoleto.

5) DONATI, NUOVO SEGRETARIO DEL PRC, DICE CHE TRATTERA' TANTO CON IL PCL CHE CON LA SINISTRA EUROPEA

(Giancarlo Donati Segretario PRC Spoleto)
Cari compagni, ho letto con grande amarezza il comunicato emesso dal Presidente del Gruppo regionale del Prc in merito alla presunta "profonda crisi, sia di proposta politica che di organizzazione", che starebbe attraversando il Circolo "Indo Mariani" di cui sono il Segretario.
E' vero, effettivamente c'è una crisi ma questa non è del Circolo di Spoleto e non attiene affatto alla sua iniziativa politica od alla sua organizzazione.
La crisi è provocata piuttosto delle segreterie Regionale e Provinciale incapaci di rapportarsi con chi concepisce la Politica in maniera diversa che non la mera gestione del potere. A fronte di un profondo e difficilmente contestabile radicamento del Circolo nel tessuto sociale e produttivo della Città di Spoleto, ci sono stati infatti continui tentativi di delegittimazione di un gruppo dirigente eletto democraticamente nel corso dell'ultimo Congresso, promuovendone nel contempo un altro totalmente autoreferenziale.
Pur essendo stato eletto segretario del Circolo da poche settimane, rivendico pertanto tutto l'operato e la storia del mio circolo. Per quanto riguarda la mia "gestione" la prima preoccupazione, da dirigente che sa bene quanto siano importanti gli aspetti organizzativi nella vita di un Partito, mi sono preoccupato di sistemare le questioni relative al tesseramento e di recuperare, pur nella diversità della posizione politica, un rapporto con la Federazione Provinciale. La mia formazione politica mi porta alla massima apertura al confronto politico con chiunque sia portatore di proposte tese al superamento dei problemi reali e dunque sia con tutti coloro che hanno fatto la scelta di lavorare anche con il movimento costitutivo per il Partito Comunista dei Lavoratori sia con quelli che operano per la costruzione della Sinistra Europea. Questo è l'idea che ho, da comunista, della democrazia dovendo purtroppo invece registrare comportamenti orientati alla divisione e ad una gestione gerarchica ed autoritaria del Partito. Esattamente l'opposto di quanto previsto nel Preambolo dello nostro Statuto.

6) FABIANI ATTACCA VINTI PER LA LEGGE AD PERSONAM SUI DIRETTORI SANITARI BEN PAGATI NOMINATI DAI PARTITI INVECE CHE PER MERITO IN UMBRIA

Aurelio Fabiani(Consigliere Comunale PCL Spoleto)
Con il suo ultimo intervento Vinti scopre il vero obiettivo delle sue prese di posizione: mettere le mani sul circolo del PRC di Spoleto. Vinti illudendosi che l’uscita di molti compagni dal circolo di Spoleto per aderire al PCL, avrebbe creato le condizioni per l’assalto finale ad un circolo che continua ad esprimere una posizione di disaccordo sulle questioni fondamentali, della sinistra europea, del governo Prodi e del governo della città, attacca quello che valuta l’ostacolo più difficile per i suoi piani, il compagno Briguori e insieme tenta di delegittimare il segretario Donati.
Non saranno certo le sue provocazioni o la sua presenza sussidiaria via mail sulle questioni della città di Spoleto a riempire il vuoto dei pochi uomini, buoni per tutte le stagioni, su cui può contare nella nostra città, mentre ci sono tutte le condizioni politiche per battaglie comuni sul lavoro, sui servizi sociali, sull’ambiente, tra i comunisti spoletini, che militano nel PCL, nel PRC e nel PdCI.
GLI RINNOVO INVECE PUBBLICAMENTE PER LA TERZA VOLTA LA DOMANDA, SU CHE COSA INTENDE FARE IL GRUPPO REGIONALE DEL PRC CON LA DELIBERA DI GIUNTA n° 1364 DEL 25 LUGLIO 2006 CHE CONSENTE A MANAGER FINO AL 25 LUGLIO SENZA I TITOLI NECESSARI, DI DIVENTARE DIRETTORI AMMINISTRATIVI DELLE ASL UMBRE, DOPO CHE LA STAMPA AVEVA FATTO IN PRECEDENZA IL NOME DEL “PAPABILE” SENZA TITOLO ALL’ASL N° 3.

7) SI DECIDE CHE VERRA' APERTO UN NUOVO CIRCOLO PRC A SPOLTO PERCHE' QUELLO ORIGINALE TROPPO FILO PCL. MA NON CI SONO NEANCHE GLI ISCRITTI, A FIRMARE IL DOCUMENTO SONO I CAPI PROVINCIALI E REGIONALI (NON SPOLETINI)

Fabrizio Cerella (coordinatore dell’ufficio di segreteria regionale Prc)
Juri Pelucca (coordinatore della segreteria provinciale di Perugia Prc)
La federazione provinciale di Perugia di Rifondazione comunista ha deliberato la costituzione di un secondo circolo del partito nel comune di Spoleto, a Baiano, per potenziare il radicamento dell’organizzazione e per rispondere ad una domanda forte di rafforzamento delle ragioni della sinistra che proviene dal mondo della sinistra diffusa spoletina. È un modo per affrontare la crisi di consenso e di adesione che sta vivendo il circolo Prc di Spoleto, crisi esplosa in maniera verticale ora che il consigliere Fabiani ha abbandonato il partito e Rifondazione rimane priva di una rappresentanza istituzionale.
Francamente la dirigenza regionale e provinciale di Rifondazione fa fatica a capire l’immobilismo dei livelli locali del Prc di fronte a una così grave situazione: l’emorragia degli iscritti e la perdita del consigliere comunale non sembrano affatto problemi iscritti nell’agenda del gruppo dirigente spoletino del partito, e neanche ci si interroga sul perché si sia fatto subentrare Fabiani a Briguori – perché così ha deciso il circolo – ben sapendo che avrebbe abbandonato il partito entro breve tempo. Risulta quindi difficile al gruppo dirigente federale e regionale del partito comprendere come il circolo scagli i suoi strali unicamente verso i livelli superiori del partito, riservando invece a chi con il suo operato mette in oggettiva difficoltà Rifondazione un trattamento amichevole e di favore.Di fronte alla richiesta di dimissioni di Fabiani da consigliere comunale, perché rappresenta un furto di voti e una frode all’elettorato comunista spoletino, avanzata dal segretario regionale il circolo di Spoleto risponde che si sente praticamente rappresentato dal consigliere di un altro movimento politico e che avvierà feconde relazioni con il Partito comunista dei lavoratori. In nome della democrazia e contro il verticismo e l’ingerenza dei livelli federali e regionali del partito. A noi sembra che il rispetto della democrazia dentro un partito passi anche per l’applicazione della linea politica che un partito democraticamente decide. È per questo che Ferrando è uscito dal Prc, così come Fabiani. Vogliono mettere in pratica un progetto e una politica che non ha nulla a che fare con le prospettive strategiche di Rifondazione comunista, anzi si tratta di una linea incompatibile e opposta a quella del Prc, ancorata ad un minoritarismo di stampo ideologico, che lascia ai comunisti un ruolo di mera testimonianza, magari con l’orgoglio del proprio “purismo rivoluzionario”, ma completamente anacronistico e fuori della realtà. Rifondazione ha fatto la scelta di stare nell’Unione e nel governo del paese, portando alla guida del paese le domande e le istanze dei movimenti, dei lavoratori, dei ceti sociali più deboli, e contemporaneamente intende lavorare per riaggregare e ricomporre una sinistra forte in Umbria e a livello nazionale, la sezione italiana della Sinistra europea, un nuovo soggetto politico popolare, plurale, europeista e di sinistra. Anche a Spoleto si sta manifestando un fermento interessante nella sinistra diffusa e di base, che si accompagna a segnali di attenzione verso il progetto della Sinistra europea. È per questo che Rifondazione deve raddoppiare il proprio impegno perché a Spoleto si possano costruire le condizioni per riaggregare molteplici esperienze, pratiche e tradizioni politiche per rispondere al bisogno di sinistra che viene dal tessuto sociale, associativo, politico e culturale della città. Ed il partito ha deciso all’unanimità nell’ultima riunione del Comitato politico federale: di fronte agli ultimi fatti gravi – perdita della rappresentanza in consiglio comunale e avvio di relazioni con il Pcl – si è deliberato la costituzione di un secondo circolo in città, che si adoperi per il rafforzamento e il potenziamento del partito e per il consolidamento di una sinistra forte, lontano dalle oscillazioni e le titubanze del circolo storico spoletino, che sembrano nascondere un lavoro di buona lena per un altro partito (il Pcl) che non si è confrontato con gli elettori spoletini e che è stato catapultato nelle istituzioni della città con un vero e proprio colpo di mano.

8) PCL, PRC, PDCI FIRMANO DOCUMENTO CONTRO LA DISTRUZIONE DELL'OSPEDALE DI SPOLETO E LE LEGGI SANITA'AD PERSONAM.IL CIRCOLO FANTASMA DEI BERTINOTTIANI NON ADERISCE PERCHE' CONTRO GLI INTERESSI DEL PADRONATO PERUGINO

PRC - Spoleto (Giancarlo Donati)
Partito dei Comunisti Italiani (Fausto del Frate)
Movimento costitutivo per il Partito Comunista dei Lavoratori (Aurelio Fabiani)

Un risultato importante ma fragile, quello ottenuto dai cittadini di Spoleto con il Consiglio Comunale convocato sulla questione dell'Ospedale "S. Matteo degli Infermi".
Importante perché ha dimostrato quanto sia radicata nell'intera città il timore di un ridimensionamento del ruolo del nosocomio cittadino e quanta energia ci sia per contrastare scelte che lo danneggiano. L'Assessore Rosi ha avuto modo di constatare qual pane per i loro denti troveranno coloro che pensano di poter decidere sul futuro di questa Città senza farci i conti (il pensiero va alla redigenda riforma endoregionale).
Un risultato importante dunque, anche perché l'Assessore, ha dovuto ammettere, per la verità non tanto tra le righe, che effettivamente c'è, in Regione, chi si preoccupa più di Foligno che di Spoleto, ed ha dovuto anche impegnarsi per recuperare una situazione oggi di impari dignità.Tutto bene dunque ?
Purtroppo no ! Al di là delle buone intenzioni di Rosi, infatti, il nuovo Ospedale di Foligno è una realtà che deve vivere ed affermarsi in un periodo di oggettiva carenza di risorse economiche. Continuiamo perciò a ritenere che, nonostante tutte le assicurazioni, non ci sia spazio nell'ASL n. 3 per due ospedali facenti parte della rete dell'emergenza urgenza. Insomma, pensiamo che se l'assetto delle ASL della Regione rimarrà quello attuale, il "S. Matteo degli Infermi" di Spoleto continuerà inevitabilmente a cedere il passo al "S. Giovanni Battista" di Foligno.
Che fare dunque ? Oltre tredici anni fa, il PRC di Spoleto propose la realizzazione di un Ospedale unico, baricentrico tra il Folignate, lo Spoletino e la Valnerina (Consiglio Comunale del 19 marzo 1993). Non essersi battuti per quella soluzione (il PDS, allora all'opposizione, si dichiarò assolutamente contrario all'ipotesi dell'ospedale unico mentre il pentapartito del Sindaco Tulipani, composto da DC, PSI, PRI, PLI e CPA, pur non essendo contrario alla proposta non si sentì però di condividerla preferendo assumere una posizione "più diplomatica") pose allora le premesse per la situazione attuale.
Non battersi oggi per un diverso assetto territoriale dell'ASL n. 3 significa ritrovarsi tra tredici anni con l'Ospedale di Spoleto ulteriormente sminuito rispetto a quello di oggi, ritrovandosi magari tutti a dire, col senno di poi, che la soluzione sarebbe stata quella di rimescolare i territori e le ASL. Per dimostrare dunque che i cittadini presenti al Consiglio Comunale del 12 ottobre non scherzavano occorre si vigilare che gli impegni presi vengano realizzati ma occorre anche rilanciare con una proposta che già da tempo serpeggia tra la popolazione: il passaggio dalla ASL di Foligno a quella di Terni.
Se si considera che l'Azienda Ospedaliera "S. Maria" di Terni, che dovrebbe assicurare l'altissima specialità (Università e ricerca) finisce in realtà per svolgere compiti propri di un'altra tipologia di ospedale, finendo per non fare tutto quello che invece potrebbe fare, allora è possibile pensare ad una ASL che ricomprenda i territori del ternano dello spoletino e della valnerina in cui gli ospedali di Spoleto ed Orvieto rappresentino, assieme al nuovo ospedale di Narni-Amelia i nosocomi presso i quali la popolazione di quella ASL possa trovare l'assistenza più adeguata, consentendo all'Azienda Ospedaliera di Terni di sviluppare tutta la propria potenzialità. La proposta è quella di attivare le procedure per un referendum in cui i Cittadini di Spoleto possano decidere sul futuro dell'ospedale di Spoleto per i prossimi cinquantanni e realizzare quel riequilibrio richiesto da decenni sulle strutture istituzionali sub regionali e sui servizi di pubblica utilità incidendo in maniera pesante sulle tariffe di acqua, gas, smaltimento rifiuti ecc. e di conseguenza sui bilanci delle famiglie.

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Titolo Autore Data
aspettate rude Tuesday, Oct. 24, 2006 at 9:41 AM
cazzate di provincia ferrandiano incazzato Monday, Oct. 23, 2006 at 10:39 PM
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