Studenti e autogestioni
Tira un'aria brutta nelle scuole superiori torinesi.
Da mesi si stanno moltiplicando le azioni controllo e sorveglianza delle
attività degli studenti da parte di dirigenti scolastici, zelanti
"responsabili della sicurezza" e forze di polizia. Azioni tese a far
capire agli studenti che "a scuola si viene per studiare" e dissuaderli
quindi da tutte quelle attività che non siano i libri e le lezioni. Dopo le
telecamere all'interno degli istituti che sorvegliano studenti e lavoratori,
dopo le bollatrici elettroniche a segnare ingressi e uscite sono arrivati i
poliziotti
dentro le scuole a parlare coi i ragazzi, le perquisizioni
coi cani, gli appostamenti della finanza fuori dagli edifici. Sullo
sfondo di tutto ciò stanno la riforma Moratti e, ancora peggio, la messa a
norma per ottenere l'accreditamento
[ 1 ],
una serie infinita di scartoffie burocrazia, moduli, resposabili, uffici
preposti che devono essere creati nelle scuole se queste vogliono ottenete
particolari finanziamenti europei. Così, sempre più spesso le politiche e
le norme repressive vengono mascherate da "innocenti norme sulla sicurezza":
si deve firmare per entrare a scuola, bisogna lasciare i documenti,
un'insegnante deve essere presente ai collettivi.... ma tutto solo ed
esclusivamente per la sicurezza dei bravi studenti!
Ma come hanno reagito gli studenti? Da parecchio tempo ormai non si vedono
mobilitazioni di massa di studenti medi, nonostante i buoni propositi sempre
scritti nei volantini [ 1 - 2 ] e nei
comunicati di varie realtà e collettivi.
Anche le pratiche di riappropriazione dei tempi e dei luoghi della
scuola da parte degli studenti, come le autogestioni e le occupazioni,
sembrano ormai essere state completamente assorbite e istituzionalizzate
dall'apparato scolastico. Ridotte da momenti di crescita, discussione a
perchè no cazzeggio e socialità a ambigue "cogestioni" o attività simili
con la supervisione di presidi e docenti che così possono finalmente far
passare idee altre per creare un corpo studentesco ubbidiente o, almeno,
impermeabile alle "idee sovversive", come in questi giorni è successo al
"Galfer" dove l'appartenenza a radio blackout e indymedia è
stata alla base della bocciatura da parte del consiglio d'istituto di un
intervento durate l'"autogestione", mentre grande successo nello stesso
consiglio ha riscosso approvazione l'invito di un fascista [esponente di AN] che spiegherà agli studenti "l'immigrazione".
Ma nonostante questa nuova modalità di condurre autogestioni il
ministero non manca di considerarle "agitazioni
studentesche",
da reprimere e ostacolare in tutti i modi.
APPROFONDIMENTI
Riforma Moratti
Schedatura delle agitazioni studentesche
Repressione nelle scuole
Discussioni e riflessioni sull'autogestione [ 1 - 2 ] - Occupazione all'istituto alberghiero Colombatto
[ Collettivi e realta' studentesche torinesi: Gobetti | Studenti Autorganizzati ]
Questi sono le sole due realta' di cui abbiamo trovato un sito in rete... ne conosci altre, magari nella tua scuola? Segnalale, parlane, falle conoscere pubblicando sul newswire
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