Primo maggio, vecchia storia...
Arriva il primo maggio ed ecco che, come tutti gli anni, si avvicendano
articoli e si sentono dichiarazioni che in anteprima ci raccontano di come sarą bello e colorato, come sarą una gioia per la cittą tutta festeggiare i lavoratori e come saranno felici di sfilare nel giorno a loro dedicato!
Ma nella citta' della FIAT il primo maggio raramente e' stato uno spettacolo di gioia, e negli anni delle lotte operaie non era certo lo show-vetrina che ci viene presentato oggi con l'ovvio ausilio dei media, cittadini e non.
Il primo maggio a Torino e' stato il simbolo delle lotte operaie, il giorno in cui coloro che mantenevano in vita la cittą si prendevano la piazza, come una riscossa nei confronti di chi la cittą invece la possedeva.
Non sono mai mancanti atti di repressione, soprattutto nei confronti di chi non si lasciava coinvolgere nelle sbavature di comizi e bandiere ma scendeva in piazza con dei contenuti e delle rivendicazioni precise.
I signori del primo maggio infatti, dopo aver dispensato sorrisi alle telecamere facendo promesse alle piazze gremite, hanno lavorato per distruggere l'unitą operaia di Torino per impedirne le rivendicazioni, trasformando i lavoratori in precari , usando si' lo strumento della repressione ma soprattutto contribuendo a frammentare e dividere, creando abomini come il lavoro interinale o i "
CoCoCo".
Ma il primo maggio, nella nostra citta' come altrove, e' stato spesso l'occasione anche per "parlare d'altro". Cosi'
trent'anni fa, nel 1973, le piazze torinesi del primo maggio erano anche il luogo dove sognare assieme ai cileni di Allende, sogni di un'America Latina diversa, stroncati dal golpe (martedi' 11 settembre 1973...) che segno' l'inizio della fine per il Sud America.
Oggi, nel 2003, un altro primo maggio macchiato da guerre imperialiste, come nel 1999, quando una feroce repressione colpi' [ 1 | 2 | 3 ] chi contestava l'aggressione NATO alla ex-Jugoslavia. Lo si vorrebbe un altro primo maggio vetrina, di propaganda per i soliti noti, dove dimenticarsi dello sfacelo che politiche scellerate come il patto per l'Italia [ 1 | 2 ] o il libro bianco sul welfare [ 1 | 2 ], hanno prodotto nel mondo del lavoro, sostituendo ad una componente sociale operaia unita e rivendicativa, il precariato, che non per nulla ha scelto di avere il suo primo maggio.
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