7 aprile 2010
PDL: UN PARTITO DI COATTI E DI GOVERNO
GRAVE INTIMIDAZIONE CONTRO
IL CENTRO SOCIALE MACCHIA ROSSA
Il pomeriggio del 7 aprile esponenti del PDL Magliana,
accompagnati da alcuni brutti ceffi, si sono presentati al Csoa Macchia
Rossa, in quel momento pieno di gente del quartiere per le attività
della Ciclofficina.
Costoro hanno lanciato una sorta di ultimatum
minacciando di aggredire
i\le militanti del Centro sociale e di far "saltare in aria le sedi".
Evidentemente ha dato loro fastidio il fatto che il Centro sociale
abbia denunciato pubblicamente il loro atteggiamento ambiguo sulla
vicenda dell'assalto razzista contro i bengalesi: da un lato, come
partito di governo, esprimevano falsa solidarietà agli aggrediti,
sollecitando l'intervento delle forze dell'ordine, dall'altro si
atteggiavano a coatti di strada, fomentando il razzismo.
Il centro sociale non si tocca, lo difenderemo con la
lotta!
Risponderemo con la mobilitazione politica e militante ad ogni
minaccia, intimidazione, aggressione!
Ora e sempre resistenza antifascista!
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17 febbraio 2010
Comunicato sullo stupro avvenuto nella ex-scuola "8
marzo"
Alcuni giorni fa all'interno della scuola occupata "8
marzo" tre uomini
occupanti hanno agito violenza contro una donna ospite, anche lei,
dell'occupazione. La donna ha denunciato gli stupratori.
Noi ci schieriamo a fianco di questa donna a cui
riconosciamo il
coraggio della denuncia ed esprimiamo a lei tutta la nostra
solidarietà.
Purtroppo la nostra esperienza politica e sociale ci ha
insegnato che
la sopraffazione degli uomini sulle donne avviene anche in quegli
ambienti che dovrebbero essere liberi, come gli spazi di movimento, e
che tali violenze non cesseranno mai di esistere se non vengono
costantemente messi in discussione i rapporti di potere tra i generi e
contemporaneamente e fermamente condannati gli atteggiamenti e i
comportamenti sessisti che troppo spesso vengono assunti come "normali"
in una società patriarcale e uomo-centrica e passano pertanto in
secondo piano.
Abbiamo invece appreso, con rabbia e rammarico, che la
donna non ha
ricevuto alcun tipo di solidarietà da parte degli altri occupanti. Anzi
è stata letteralmente cacciata fuori dalla 8 marzo dopo essere stata
picchiata! Inoltre non solo gli occupanti, continuano a convivere
tranquillamente con gli uomini violenti, ma, a quanto ci viene
riferito, iniziano a girare voci che denigrano la donna per il suo
stile di vita e per i suoi comportamenti: un copione che da sempre
accompagna gli episodi di violenza contro le donne quando queste
denunciano pubblicamente la violenza subita.
Tra le persone accusate di violenza c'è Sandro Capuani,
un occupante
che, pur non avendo mai fatto parte del CSOA Macchia Rossa, è stato
coinvolto nel procedimento giudiziario contro alcuni militanti e una
militante del centro sociale e della 8 marzo occupata.
Esprimiamo la nostra netta condanna nei confronti di
tale soggetto a
cui, da ora in avanti, neghiamo ogni forma di sostegno politico, legale
ed umano.
A questo punto ci aspettiamo ogni sorta di
strumentalizzazione da parte
dei carabinieri della stazione di villa Bonelli e dai cosiddetti
giornalisti loro sodali, vista la fervida fantasia di cui hanno saputo
dare prova. Questo non toglie nulla alla drammaticità dei fatti.
Nell'ottobre del 2007 c'era stata un'altra grave
aggressione ai danni
di una occupante della "8 marzo" da parte del suo compagno. Allora,
però, il comportamento degli/delle occupanti era stato ben diverso:
l'aggressore era stato messo in fuga ed il massimo sostegno era stato
fornito alla donna, arrivando anche a testimoniare in tribunale
sull'avvenuta aggressione.
Dal 14 settembre 2009, data del ben noto arresto di
alcuni compagni e
di una compagna, le cose sono cambiate. Hanno tentato di farci credere
che in un'occupazione dove ci sia un'assemblea che si dà delle regole
finalizzate ad una convivenza civile ed al contrasto di comportamenti
violenti, in particolare contro le donne, è da considerarsi un crimine.
Un crimine da punire con la galera. O almeno questo, secondo il teorema
accusatorio costruito da magistratura e carabinieri, è quello che
vogliono farci credere.
Nei mesi successivi a quella data la situazione
all'interno della "8
marzo" non ha fatto che peggiorare: dietro l'esplicita minaccia della
repressione, i meccanismi di autogestione hanno smesso di funzionare,
compagni e compagne sono stati progressivamente allontanati/e
dall'occupazione, che si è di fatto auto-isolata dal contesto cittadino
della lotta per la casa. A parte alcuni che hanno tentato di evitarlo,
la maggioranza degli\delle occupanti, sempre dietro la minaccia dei
carabinieri, ha di fatto abbandonato la strada dell'autorganizzazione,
accettando la convivenza con informatori e spie, tralasciando la lotta
e negando nei fatti la solidarietà ai compagni e alla compagna
inquisiti.
Per tutti questi motivi, purtroppo, ad oggi i compagni e
le compagne
del CSOA Macchia Rossa non hanno nulla a che fare con la gestione
dell'occupazione "8 marzo" e dichiarano pubblicamente e politicamente
la loro estraneità a quello che accade in un'occupazione gestita dai
carabinieri e priva delle fondamenta dell'autorganizzazione sociale,
della lotta e della solidarietà.
CSOA Macchia Rossa - Magliana
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Comunicato
ottobre 2009
Il 14 settembre scorso nel quartiere
Magliana, a Roma, si è consumato il tentativo di sgomberare
l’occupazione a scopo abitativo dell’ex-scuola Otto Marzo. Nonostante
il consistente spiegamento delle forze dell’ordine (circa 200
carabinieri guidati dal comandante provinciale dell’Arma) l’operazione
non è riuscita. A fermarla è bastata la resistenza pacifica ma
determinata delle 40 famiglie che abitano nell’ex edificio scolastico.
Constatato l’insuccesso, i carabinieri hanno tratto in arresto alcuni
occupanti: 5 lavoratori precari che non potendosi permettere un affitto
a prezzi “romani” hanno avuto il merito di non rassegnarsi a
sopravvivere ma di lottare insieme ad altri, spinti dalla necessità
materiale di avere una casa e dal desiderio di un diverso abitare. È
così che in 2 anni di occupazione gli arrestati insieme ad altri nuclei
familiari hanno recuperato uno spazio pubblico abbandonato al degrado
restituendolo all’intero quartiere: oggi l’ampio giardino della ex-
scuola è uno dei pochi spazi verdi di Magliana, mentre le sue mura
ospitano una scuola di teatro e una palestra popolare tirata su con le
fatiche degli occupanti. Un auto-recupero che evidentemente nella
capitale fa paura a molti: Roma vive, in effetti, da anni una
condizione di emergenza abitativa, nonostante gli appartamenti sfitti
sfiorino le 200.000 unità. Una città paradossale: la popolazione non
cresce da circa vent’anni ma si continua a costruire senza sosta,
mentre il bisogno di casa ha fatto sorgere diverse occupazioni, a scopo
abitativo, di stabili pubblici abbandonati.
Dopo la sentenza del riesame, che ha avuto luogo il 29
settembre scorso, 3 dei 5 arrestati sono ora agli domiciliari, uno di
loro invece ha l’obbligo di firma quotidiana presso il commissariato di
P.S., mentre il quinto è stato liberato dopo 10 giorni di detenzione.
Per un sesto occupante, che si trova all’estero per motivi di lavoro,
pende una richiesta di arresto presso il proprio domicilio.
Le accuse a loro carico sono state formulate da un unico
testimone: un ex-occupante allontanato dallo stabile perché violento e
sessista, che oggi li accusa di estorsione, violenza privata, nonché di
furto di rame e di corrente elettrica. In particolare quest’uomo,
sostiene che i sei avrebbero preteso in cambio della permanenza nello
stabile un “pizzo” di 150 euro mensili per ogni singolo abitante
(compresi i minori). Non è stato ancora possibile per gli avvocati
della difesa ascoltare quest’individuo, né far testimoniare gli altri
abitanti della “8 Marzo” che scagionerebbero gli accusati. Così prima
che il riesame deliberasse la scarcerazione, il Gip ha confermato gli
arresti a scopo cautelare benché non esistesse alcun pericolo di fuga e
nonostante l’impianto accusatorio sia a dir poco fantasioso: com’è
possibile, per esempio, che famiglie numerose come alcune di quelle
della “8 marzo” possano pagare una cifra che complessivamente
supererebbe quella di un affitto? Com’è possibile non tener conto
dell’incompatibilità dell’accusa di estorsione con lo stile di vita e i
movimenti di denaro, ampiamente documentati dalla difesa, di 6 precari
squattrinati?
Per quanto riguarda poi il presunto furto di rame,
l’accusa sostiene che gli arrestati avrebbero sventrato l’intero
palazzo per ricavarne il prezioso materiale dall’impianto elettrico il
quale però oggi risulta perfettamente funzionante; ma, nel caso fosse
reale tale assurda imputazione, come sarebbe possibile accusarli anche
di furto di elettricità? Delle due l’una.
Per quanto riguarda il furto di elettricità bisogna
inoltre ricordare che gli occupanti hanno fatto, più volte, richiesta
di regolare allaccio per poter pagare la corrente di cui usufruiscono.
Tale regolarizzazione non gli è stata però mai accordata.
A rimarcare l’infondatezza delle accuse si aggiungono le
numerose attestazioni di solidarietà che i 6 hanno ricevuto da tutti i
movimenti di lotta per la casa, dai movimenti studenteschi e
universitari, da numerosi centri sociali e associazioni socio-culturali
della città che hanno organizzato varie iniziative politiche in loro
sostegno.
Per quanto concerne le vicende personali dei 6 occupanti
accusati è necessario evidenziare che uno di loro è in gravi condizioni
di salute e attende da tempo un intervento molto delicato. Nel corso
dei 16 giorni di detenzione gli è stata nei fatti negata la possibilità
di una visita specialistica da parte di un chirurgo oncologo.
Siamo sgomenti di fronte a una tale sospensione dei
diritti civili nel nostro paese e chiediamo pertanto la fine di
qualsiasi restrizione alla libertà di tutti loro. Allo stesso tempo
però, al di là delle decisioni del Gip e del tribunale del riesame, non
possiamo dirci sorpresi dall’intera vicenda.
Con questo appello vogliamo, difatti, portare
all’attenzione generale eventi che altrimenti rimarrebbero rubricati
nella cronaca locale, per riannodarli in un discorso politico più ampio
che riguarda tanto il disastro urbanistico della città di Roma quanto
le ingiustizie sociali che si consumano nel paese in cui viviamo.
La campagna d’autunno di Alemanno è cominciata, per chi
non se ne fosse accorto, il primo settembre scorso con lo sgombero
dell'ex ospedale Regina Elena. L’edificio di proprietà dell’università
(anch’esso abbandonato al degrado da diversi anni) in cui dal 2007
avevano trovato una sistemazione circa 300 nuclei familiari. Ciò che è
accaduto il 14 settembre, primo giorno di scuola, a Magliana non è che
la prosecuzione di tale campagna. Per i circa 30 bambini che vivono
nella Otto Marzo l’anno scolastico è così iniziato sul tetto dello
stabile che li ospita insieme alle loro famiglie. Tema dell’insolita
lezione, il diritto all’abitare. Il metodo d’insegnamento seguito,
invece, è lo stesso degli operai della Insse. All’alba, bambini e
genitori sono stati infatti costretti a rifugiarsi sul tetto
dell’edificio in cui vivono per difendersi dall’operazione di sgombero.
Nelle ore successive al blitz, il sindaco Gianni
Alemanno ha fatto riferimento, commentando l’operazione, all’esistenza
di un “vero e proprio racket delle occupazioni”, del quale sarebbero
vittime “persone costrette a pagare un affitto e a partecipare a
manifestazioni” e altre addirittura “aggredite e malmenate perché non
pagavano questi veri e propri pizzi”. Una tesi, quella sottoscritta dal
primo cittadino capitolino, che fa eco a quanto più volte sostenuto dal
presidente della Commissione Sicurezza del Comune, Fabrizio Santori. Il
quale, del resto, nei giorni scorsi aveva avuto modo di lanciare i suoi
strali contro il blog del comitato d’occupazione della “Otto Marzo”,
definendolo “un canale d’informazione deviato”.
In effetti, la libertà d’informazione sembra essere
l’altro nodo della questione esplosa a Magliana. “Ma nun c’avete ‘na
famija pure voi?”, gridava un occupante a un carabiniere prima che
salisse la tensione. “Io sono come un muratore”, rispondeva l’altro “se
il costruttore mi dice che devo fare una casa a forma di piramide, io
la faccio”. Mai paragone fu più calzante: sono difatti Il Messaggero e
Il Tempo, quotidiani dei costruttori Caltagirone e Bonifaci, ad aver
dato risonanza negli ultimi giorni alla campagna dei “si dice” e dei
“pare che” contro l’occupazione. Senza che i giornalisti di queste
testate siano mai venuti a fare un’inchiesta nell’occupazione di questo
quartiere già preda decenni addietro del famigerato sacco di Roma. Gli
unici giornalisti main stream a essere venuti nell’ex scuola a fare
domande e riprese erano stati quelli di Report, (Il Male Comune,
puntata del 31 maggio 2009). Milena Gabanelli aveva spiegato cosa
significasse l’auto-recupero della “Otto Marzo” per le famiglie di
Magliana, inserendo quest’occupazione nella più generale situazione
abitativa e urbanistica romana (questa sì, veramente preoccupante).
Quest’autunno la trasmissione di Rai Tre sembra abbia
avuto non pochi problemi a ripartire. Proprio per il giorno degli
arresti il comitato d’occupazione aveva indetto una conferenza stampa
per prendersi il diritto di replica alla campagna diffamatoria del
Messaggero e del Tempo. Qualche muratore ha però costruito una piramide
di troppo che ha costretto gli occupanti a ridiscutere la loro agenda.
La vicenda di Magliana e gli arresti dei 6 precari,
spingono dunque a una riflessione più ampia sul concetto di libertà di
stampa.
Chi oggi ritiene che la profonda crisi democratica che
pervade il paese riguardi esclusivamente la programmazione dei
palinsesti Rai è destinato a rimanere minoritario. Continuerà, cioè, a
restare ostaggio di un populismo che ha gioco facile nell’alimentare
l’idea che esista un’élite intellettuale e politica ossessionata a tal
punto dalla persona del premier da arrivare a preoccuparsi di quanto
accade sotto le sue lenzuola. Le preoccupazioni, destate da quello che
si presenta come l’esito più recente di una crisi democratica dalle
profonde radici storiche, niente hanno a che vedere con la ripugnanza
estetica suscitata dal cattivo gusto di Berlusconi. Se questo è vero,
va in egual modo evidenziato che l’inquietudine avvertita da molti non
può limitarsi al feroce attacco subito in questi giorni da alcuni
quotidiani nazionali, quali La Repubblica e L’Unità. Lo stretto
controllo che il potere esercita sulla propria rappresentazione è in
effetti fortemente connesso a ciò che si iscrive sulla pelle e nel
quotidiano delle persone. Appare evidente, in tal senso, che vi è da
tempo un tentativo di far sembrare naturali e ineluttabili processi
economico -sociali che invece appartengono alla dimensione dell’agire
politico. L’intento è cioè quello di ridurre questioni collettive come
il disagio abitativo, la precarietà e la riduzione del potere
d’acquisto degli stipendi, a problemi che riguardano il singolo e il
suo personale fallimento sociale. Implicazione non trascurabile di
questo discorso, ormai egemone, è che coloro che tentano di organizzare
nei territori lotte su tali temi sono non solo generici “farabutti”, ma
addirittura criminali che attentano all’ordine e alla sicurezza
pubblica.
Invitiamo perciò a sottoscrivere questo appello tramite
il quale si chiede che i 5 occupanti vengano immediatamente liberati
poiché i fatti contestati non sussistono, che le accuse, assurde ed
infamanti, vengano ritirate e pubblicamente smentite e, in ultimo, che
si faccia piena chiarezza su quella che è una lotta per il diritto
all'abitare che non può, e non deve, essere ricostruita come una
questione di malavita.
Per aderire a questo appello mandate una e mail con
nome, cognome e professione, all’indirizzo: occupa@inventati.org
Comitato di Occupazione Magliana
CSOA Macchia Rossa
ADERISCONO: Ciclofficina Magliana,
Coordinamento cittadino di lotta per la casa, B.P.M.- Blocchi Precari
Metropolitani, Asia- R.D.B. ,Action, L.O.A. Acrobax Project,
Volturno-Occupato, Horus Liberato, C.S.O.A. Corto circuito, C.S.O.A.
Spartaco, C.S.O.A. La strada, C.S.O.A. Sans Papier, Spazio Sociale 32,
Militant, Atelier ESC, Point Break, Strike S.P.A., Casa Occupata
Portonaccio, Senza Tregua, All Reds Rugby Roma, Spazio Sociale Ex 51,
Laboratorio Sociale “La Talpa”, USI-A.I.T. ,C.S.O.A. EX Snia,
Associazione Yakaar Italia Senegal, Circolo di Rifondazione comunista
"Primo Maggio" Corviale, CST Decolliamo, L38SQUAT, Comunisti-sinistra
popolare, La rete dei comunisti (Roma), Federazione romana del PRC,
Luna e le altre, Collettivo "l'Officina" di Ostia, Coordinamento dei
Collettivi – Sapienza, Collettivo di Fisica – Sapienza, CSOA Forte
Prenestino, Assemblea Coordinata e Continuativa Contro la Precarietà,
Sportello Casa Primavalle e Spazio Antagonista Primavalle, Co.M.Uni.A.
(cospirazione metropolitana per l'università autogestita) della
Sapienza, Comitato di lotta per la casa di Livorno, Lab6b Economia
(Sapienza), Kollatino underground, Comitato di quartiere Pigneto
Prenestino, Cantiere Sociale Tiburtino, Collettivo Giovanile Tifiamo
Rivolta, Assemblea permanente di Fisica - La Sapienza, Confederazione
COBAS – Roma, Sinistra e Libertà XV Municipio,Centro Donna L.I.S.A.,
Ciclofficina exLavaderia, A.R.C.A. associazione romana casa e ambiente,
Radio Onda Rossa, Collettivo Antagonista K4R del Liceo Classico Anco
Marzio, Martedi autogestito da femministe e lesbiche-Radio Onda Rossa,
Le Ribellule,Coordinamento donne contro il razzismo, Laboratorio
Sociale Autogestito 100celle, Agenzia X, Sinistra e Libertà I°
Municipio, Radio Città Aperta, Mithra (collettivo musicale romano),
Palestra Popolare Valerio Verbano, Astra 19 Spa, Associazione
interculturale Villaggio Globale, Collettivo "tutti potenziali
bersagli", C.S.O. Ricomincio dal Faro, Collettivo Comunista Romano,
Associazione Marxista Unità Comunista, Associazione Artemide, Rosso
Controinformazione
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Le minacce di sgombero non ci fermano, anzi...
In questi giorni, l'amministrazione del
nostro sindaco neo-fascista ha dichiarato guerra aperta alle
occupazioni ed al movimento di lotta per la casa in generale. La
maschera del dialogo è stata gettata, per far posto alla faccia feroce
dei difensori degli interessi di chi comanda veramente in questa città:
i palazzinari.
Abbiamo letto su "Il Tempo" di ieri
l'ennesimo articolo infamante della decoratrice di carta da toilette
(che ama definirsi giornalista) Grazia Maria Coletti. La signora cita
un noto alcolizzato come testimone di presunte nefandezze delle
occupazioni cittadine. Tutto ciò non merita risposta. Però constatiamo
con piacere che la signora dev'essere stata raggiunta dalla nostra
querela per i suoi precedenti articoli, visto che stavolta si astiene
dal fare nomi...
Con singolare coincidenza temporale è
arrivata ieri agli atti del consiglio comunale un'ordinanza a firma del
consigliere di PDL Federico Rocca (noto ai più per la sua guida
maldestra) che, sulla base di episodi
completamente inventati e dell'accanimento
poliziesco che da ormai sei mesi la nostra occupazione sta subendo,
chiede al consiglio comunale lo sgombero. A questo punto appare chiaro
che dietro la solerzia dei militi dell'Arma nel perseguitare l'8 marzo
occupata non c'è soltanto la passione per il proprio lavoro di
servi dello Stato (che per loro, sia chiaro, è un complimento), ma una
strategia, seppur goffa, di un'area di A.N. - PDL.
Il testo intero non è una
lettura interessante. Ci basta ricordare che:
- Il consigliere Rocca afferma che l'edificio nel '99 è
stato destinato ad ospitare un commissariato. Questo è vero. Tuttavia
dimentica che tale progetto è naufragato (non prima di aver sperperato
un bel po' di soldi pubblici) e che nel 2004 il Comune ha deciso di
assegnarla a Sviluppo Italia, sancendo l'accordo con la delibera del 28
settembre del 2006. In seguito anche questo progetto è naufragato a
causa dello scandalo giudiziario che ha coinvolto i dirigenti di
Sviluppo Italia.
- Il consigliere Rocca sostiene che il Comune ha
richiesto la restituzione dello stabile per la realizzazione di un
"polo ludico ricreativo". Ciò è semplicemente frutto della sua
fantasia. Lo stabile, dove trovano alloggio quaranta famiglie e dove
sono ospitate numerose attività sociali aperte (gratuitamente!) a tutti
e tutte, sarebbe sgomberato per essere abbandonato al degrado puro e
semplice in attesa, supponiamo, di ulteriori speculazioni.
- Il consigliere Rocca chiede lo sgombero, per il bene
dei poveri cittadini "perlopiù immigrati" che sarebbero così liberati
dalla schiavitù dell'occupazione. Sarebbe interessante sapere cosa ne
pensano i/le diretti interessati/e.
Da parte nostra continuiamo la lotta al
fianco delle famiglie sgomberate dal Regina Elena e di tutte le altre
occupazioni minacciate di sgombero. Lotteremo fino all'ultimo per
difendere le nostre case e perché tutti e tutte coloro che vedono
negato il loro bisogno di alloggi trovino una soluzione.
Visto che questa amministrazione è totalmente al servizio degli
speculatori, non ha alcuna intenzione di trovare soluzioni
all'emergenza abitativa in cui vivono decine di migliaia di famiglie
nella città (di cui circa 2000 nelle occupazioni dei Movimenti) neanche
in un momento in cui la crisi economica produce la perdita di un numero
enorme di posti di lavoro.
Per questo continueremo, come abbiamo
sempre fatto, a trovare da soli/e le risposte ai bisogni sociali che ci
vengono negati come la casa e il reddito.
Consapevoli che la divisione in classi e
che l'iniqua distribuzione della ricchezza non sono un'ineluttabile
legge naturale ma il frutto di processi all'interno della storia umana,
dimostriamo con le nostre lotte che un'organizzazione sociale basata su
valori di solidarietà, giustizia redistributiva e rispetto della
diversità è non solo auspicabile ma possibile.
4 Settembre 2009
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VENERDI' 24 MARZO 2009 CORTEO A
MAGLIANA
CONTRO
LA CRISI DEI
PADRONI E' ORA DI LOTTARE PER LA CASA E I BISOGNI SOCIALI!
LE
NOSTRE VITE VALGONO PIU' DEI LORO PROFITTI!
Siamo
colpiti
da una crisi economica
causata dalle scelte distruttive di un sistema economico liberista che
antepone sempre i profitti alle vite delle persone. Le decine di
migliaia di cassaintegrati dimostrano la gravità di questa situazione
che i padroni vorranno far pagare ai lavoratori e alle lavoratrici.
Intanto le emergenze si aggravano: la casa è un bisogno primario che,
se non è soddisfatto, nega la dignità delle persone. A Roma i movimenti
per il diritto all’abitare, negli anni, hanno saputo costruire risposte
politiche, collettive e conflittuali a questo problema.
Anche a Magliana in questi anni, la lotta per la casa si è fatta
sentire: decine di picchetti anti-sfratto, un comitato di inquilini con
e senza titolo delle case INPS e soprattutto l'occupazione della
ex-scuola 8 marzo che, come decine di altre in città, rappresenta una
risposta immediata all'emergenza abitativa. Nell'occupazione, nata nel
giugno 2007, vivono circa 40 nuclei familiari che in questi 2 anni
hanno recuperato uno spazio abbandonato da 15 anni per restituire al
quartiere spazi verdi e non, per attività sociali (sportello legale,
assemblee, gruppo d'acquisto), sportive (palestra, campo di calcetto) e
culturali (cineforum, teatro, concerti).
Ma le persone che si organizzano e lottano danno fastidio: così il
governo vara leggi autoritarie come le limitazioni del diritto di
sciopero e il "pacchetto sicurezza". Così si prova a sgomberare la
nuova occupazione del BPM a via Prenestina, così si cerca di
criminalizzare chi lotta.
In particolare l’occupazione 8 marzo è stata bersaglio congiunto di
provocazioni, di aggressioni fasciste e inchieste poliziesche. Tutto
comincia la notte del 14 marzo scorso quando ignoti fascisti lanciano
bottiglie incendiarie contro le finestre dell’occupazione in cui
dormono famiglie e bambini/e con intento omicida. E continua con le
“attenzioni” insistenti delle forze dell’ordine attraverso fermi,
convocazioni in caserma, perquisizioni, minacce di sgombero e denunce
probabilmente nel maldestro tentativo di dipingerci come criminali
comuni.
In questo paese è legale chiedere un affitto di 1200 € a chi ne
guadagna 800 (è tollerato chiederglieli a nero), è legale costruire
ospedali che costano 100 milioni di euro e che crollano alla prima
scossa di terremoto, è legale mantenere un palazzo pubblico in stato di
abbandono per 15 anni mentre la gente dorme in macchina o nelle
baracche. Ebbene in questo paese la nostra "colpa" è quella di aver
occupato uno stabile abbandonato. Questo è il reato che abbiamo
compiuto ed è un reato che riteniamo necessario!
- No
alla criminalizzazione delle lotte sociali - Difendiamo le
occupazioni
- Case
popolari, verde e servizi pubblici nei nostri quartieri
- No
alla messa all'asta delle case dell'INPS e degli altri enti
- Estendiamo
le lotte sociali per difenderci dalla Crisi!
VENERDI 24 APRILE 2009
CORTEO A MAGLIANA!
Appuntamento h16:30 all’8
Marzo Occupata via
dell’Impruneta 51
Promuovono:
COORDINAMENTO CITTADINO DI LOTTA PER LA CASA
COMITATO D’OCCUPAZIONE MAGLIANA
C.S.O.A. MACCHIA ROSSA |
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