Bergamo - Detenuto suicida e proteste contro il sovraffollamento

L’Eco di Bergamo, 25 maggio 2009
Sale la tensione fra le mura della Casa Circondariale di via Gleno,
che come la maggior parte delle carceri italiane è alle prese con
condizioni di ormai cronico sovraffollamento. Già da venerdì 22 maggio
alcuni detenuti hanno inscenato varie forme di protesta, battendo
contro le sbarre delle celle, dando fuoco a pezzi di carta e facendo
lo sciopero della fame. Il culmine sabato sera, quando la protesta si
è fatta più vibrante e qualche agente della polizia penitenziaria,
intervenuto per calmare gli animi, è rimasto contuso in maniera lieve.
I detenuti nella Casa circondariale di Bergamo sono oltre 500, contro
una capienza sulla carta di neppure 250. Negli ultimi tempi sono state
sistemate brande anche nelle sale adibite alla ricreazione. Settimana
scorsa si sono verificati un suicidio e un tentato suicidio. Ma dopo
sabato sera, domenica 24 maggio si sono registrati segnali positivi:
"C’è stato qualche attimo di tensione - ha confermato il capo di
gabinetto della Prefettura, Anna Famiglietti - ma la situazione è già
tornata alla normalità".
La protesta dei detenuti
La protesta dei detenuti è iniziata a montare nella giornata di
venerdì, con la "battitura", ovvero la percussione (con oggetti vari)
delle sbarre delle celle, per fare rumore. Alcuni carcerati hanno
fatto anche lo sciopero della fame, mentre altri hanno dato fuoco a
pezzetti di carta, provocando piccoli incendi. Sabato sera la polizia
penitenziaria è intervenuta per riportare la calma e qualche agente
sarebbe rimasto contuso in modo lieve (circostanza non confermata
dalla Prefettura, a cui non risulta nessun ferito). In merito alla
protesta dei detenuti, domenica non è stato possibile mettersi in
contatto con il direttore della Casa circondariale di via Gleno,
Antonino Porcino, per una dichiarazione. Dal carcere, comunque, è
stato confermato che il clima starebbe tornando alla calma e che vi
sarebbero segnali positivi rispetto a un prossimo alleggerimento della
struttura e a un conseguente alleviamento dei problemi di
sovraffollamento.
La protesta degli agenti
Ma se da un lato protestano i detenuti, va ricordato che nei giorni
scorsi hanno protestato anche alcuni degli appartenenti alla polizia
penitenziaria. In una nota sindacale inviata al direttore del carcere,
il segretario provinciale della Cisl Fns (Federazione nazionale della
sicurezza) Francesco Trové, sottolineava che "la situazione è al
collasso. La presenza di detenuti in numero doppio rispetto alla
capienza tollerabile per questo istituto comporta la sempre maggior
consistente ubicazione in modo duraturo di detenuti in salette
ricreative. Tali stanze sono prive di ogni requisito
igienico-sanitario, la cui gestione rappresenta una minaccia, oltre
che per la salute collettiva, anche per la sicurezza e l’ordine
dell’istituto".
I sindacati hanno perciò organizzato un presidio simbolico all’esterno
del carcere e adottato la forma di protesta dell’astensione dal
servizio mensa. Protesta, quest’ultima, che ieri è rientrata: "Alla
luce dei segnali positivi per un miglioramento della situazione - ha
spiegato il segretario regionale della Cisl Fns, Eupremio De Tomasi -
abbiamo ritenuto di revocare l’astensione dalla mensa. Lunedì 25
maggio con una nota al Provveditorato regionale delle carceri
chiederemo che per il momento non vengano assegnati dalla Lombardia
ulteriori detenuti".
Brande nelle sale ricreative
Con il doppio dei detenuti - e un’ala nuova pronta da anni e tuttora
chiusa perché non ci sono agenti sufficienti a garantire la
sorveglianza - il carcere scoppia. Lo testimonia il fatto che diversi
detenuti sono stati sistemati anche nelle sale normalmente adibite
alla ricreazione. Ma nel contesto del sovraffollamento, una delle
questioni più delicate è anche quella della sezione di isolamento. Che
è piena. Difficile dunque far leva sulla misura dell’isolamento per
cercare di calmare detenuti che eventualmente diano in escandescenze.
E proprio nella sezione d’isolamento è avvenuto il fatto tragico della
scorsa settimana: nella notte fra lunedì 18 e martedì 19 un detenuto
marocchino si è tolto la vita impiccandosi in cella. Un episodio
analogo s’è ripetuto a distanza di 48 ore, nella notte fra mercoledì e
giovedì: in questo caso, però, il detenuto è stato salvato
dall’intervento degli agenti.

Lun, 01/06/2009 – 23:42
tutti i contenuti del sito sono no-copyright e ne incentiviamo la diffusione