[Ct] Hardcore Night - Benefit per gli arrestati di Parma

22/11/2008 - 22:00
23/11/2008 - 03:00

Sabato 22 Novembre (ingresso 3 euro)

Hardcore Night - Serata benefit per i compagni arrestati a Parma

Start h.22

Scholars ( Catania Punk Hardcore )
The Break ( Pa/CT Hardcorers )
The Limit ( Palermo 80's Punk Hardcore )
Close to Collapse ( Palermo Crust D-Beat )

a seguire R'n'R female dj set (palermo)

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Parma, Emmanuel Bonsu Foster, studente ghanese, è in anticipo per la lezione alla scuola serale, lascia la borsa in classe ed esce a prendere una boccata d’aria. Lì accanto nel parco Ex-Eridania, viene circondato da tre individui, uno tiene in evidenza una pistola in mano. Il ragazzo, 22enne, in preda al panico tenta la fuga ma viene rapidamente raggiunto, atterrato e infine, dopo una dose di calci e pugni, infilato in una macchina della municipale e trasportato al commissariato di via del Taglio. E’ accusato di essere il complice di un pusher del parco, nell’immaginario collettivo ormai pusher, spacciatore, come anche irregolare o clandestino, è uno dei modi in cui si definiscono tutti quelli a cui non vengono riconosciuti diritti. Emmanuel non vende droga, è un immigrato regolare ma le sue “malefatte” dovrebbero giustificare un trattamento lesivo della dignità umana. Una nuova razione di mobbing ad esempio potrebbe costringerlo alla confessione e se non basta lo si può menare e torturare fino a fargli confessare anche l’utilizzo di armi di distruzione di massa. Il padre viene a riprenderselo, all’uscita gli viene consegnata una busta con gli effetti personali, su di essa è scritto:”Emanuel Negro”. Il ragazzo, medicato frettolosamente all’ambulatorio per una brutta ecchimosi all’occhio, riceve solo due giorni di prognosi, ma nei giorni seguenti un aggravarsi della ferita, che potrebbe pregiudicargli la vista, lo costringe ad una operazione d’urgenza. Non basta il danno, ma si sa, per provocare il giusto e sacro timore delle istituzioni si abbisogna di un Castigo che si perpetui nel tempo, quindi il giovane viene accusato di favoreggiamento e resistenza a pubblico ufficiale.
Questa non è una storia né un racconto slegato da un contesto, non è un articolo di giornale su una notizia sensazionale né un volantino vittimistico sull’operato delle forze dell’ordine. Questa è la normalità quotidiana di un paese con le spalle al muro, di un paese che: alla recessione, alla disoccupazione, al caro-vita, alla precarietà risponde con una recrudescenza di paura, di rabbia, di violenza verso quelli che intravede come suoi corpi estranei, come virus nel suo organismo. Quale miglior modo di prevenire la minaccia se non l’ipocrita attaccamento ai valori tradizionali come famiglia, gerarchia, religione, nazione… Quale miglior cura se non la repressione? Allora ritorna l’uomo forte che, con il suo fare tra il tragico ed il comico, risulta carismatico e rassicurante, al punto da trascinare le folle negli atti più insensati e spregevoli. Ritornano in gran voga i gerarchi, magari resi celebri dalla fissa ospitalità di un talk-show. Ecco ancora una volta i podestà, sindaci dai poteri speciali, forti della loro gendarmeria municipale. Fanno nuovamente capolino le squadracce, ronde alla perpetua caccia del nemico, del diverso, del ribelle, del povero, imprecisate bande che nemmeno nel ventennio lo stato aveva proposto come suo organo ufficiale. L’esercito è per le strade, gli stranieri internati in campi di accoglienza, gli accampamenti rom incendiati e, diluiti tra un simpatico varietà ed un siparietto ammiccante, vanno in onda le nuove “leggi fascistissime” a braccetto con le nuovi “leggi razziali”. L’opposizione non differisce nelle ricette ma lamenta solo una diversa ripartizione della torta. Mentre nelle piazze si discute se lanciare un uovo o bloccare un servizio pubblico sia un atto da considerare violento, se scrivere su un muro o occupare una scuola sia un atto incivile, non ci rende conto che proprio questa è l’obbedienza che i nostri padroni si aspettano da noi, che proprio così si avvalla l’ipocrisia di uno stato che adopera un monopolio della violenza tanto sistematico e legalizzato quanto vigliacco ed odioso, per poi giudicare moralmente e neutralizzare chi alza la testa per metterlo in discussione.
Nipote della paura e figlio del nuovo pacchetto sicurezza il nucleo speciale della municipale di Parma può permettersi soprusi che come al solito non pagherà, il G8 a Genova insegna. Ma qualcuno non ci sta, qualcuno non è ancora sordo agli abusi del potere, è da illusi aspettarsi che lo stato giudichi se stesso colpevole, mentre anche soli si può e si deve intervenire per manifestare il proprio sdegno.
La notte del 19 ottobre, il rumore di un petardo e l’aria rarefatta di un fumogeno destano l’attenzione dei vigili della caserma di via del Taglio, a Parma, su uno striscione antirazzista, contro l’assessore alla sicurezza. Questo sarà sufficiente per fermare e trarre in arresto 4 anarchici, la mattina dopo, meritevoli da 1 anno a 8 di prigione…Ringraziamo lo Stato, che riesce a non farci dimenticare mai la brutalità che spetta a chi osa metterlo in discussione. Dal canto nostro non ci vergogniamo di esistere, non ci vergogniamo di urlare le nostre necessità, dovrebbe vergognarsi chi, cieco e sordo a qualsiasi evento, si astiene dal farlo. Ciò che vogliamo dire forte e chiaro è che se gli arrestati sono innocenti, hanno tutta la nostra solidarietà, se sono colpevoli hanno la nostra complicità.
Un forte e gioioso saluto a Santo che è stato scarcerato!
Libertà immediata per Madda, Nora e Peppe!!!

Csa Auro, Via del Rosario 26, catania

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Mar, 18/11/2008 – 09:50
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