No Tav - Volantino contro ALSTOM distribuito a Bologna

Segue il volantino sulle responsabilita' e gli interessi della multinazionale francese ALSTOM distribuito durante il presidio NO TAV che si e' svolto a Bologna di fronte alla sede di Via di Corticella 75

Gruppo multinazionale francese fondato nel 1928,  leader globale nel settore dell'infrastrutture ferroviarie e nella produzione e distribuzione d'energia  (nucleare , gas, idroelettrico...).
Nell'ambito del trasporto su rotaie si è accaparrata una grossa fetta del mercato europeo e mondiale, producendo treni e infrastrutture: oltre a produrre la maggior parte dei treni regionali e Pendolini, e fornire la strumentazione tecnologica delle stazioni ferroviarie e metropolitane, l' Alstom controlla il 70% dei treni ad alta ed altissima velocità in un centinaio di paesi in tutto il mondo.
Inoltre, in Italia il gruppo imprenditoriale NTV di Montezemolo ha commissionato all' azienda francese la produzione di 25 treni ad altissima velocità ultra-tecnologici, stanziando 750 milioni di euro.
Nell'anno 2010/11 la multinazionale ha registrato un fatturato di oltre 20 miliardi di euro, tra i maggiori nel  settore.

Quali sono le implicazioni dell' Alstom nel progetto TAV?  Andiamo per gradi.

Nell' 89, il governo francese  propone a quello italiano di estendere al proprio territorio la linea ferroviaria ad Alta Velocità attraverso la tratta Torino-Lyon. Inizialmente il progetto non trova consensi ne da politici e Ferrovie, ne dalla cittadinanza; si è orientati piuttosto verso un potenziamento della linea già esistente. Dopo soli due anni, la situazione si rovescia; il cambio di presidenza e dei  vertici delle ferrovie dello stato, con Necci nuovo amministratore, dà il via al primo vero protocollo per la nascita del progetto TAV. Lo stesso Necci assicura che i soldi  si sarebbero trovati, e i tracciati individuati: garantisce inoltre uno studio sull' impatto ambientale e che l'ultima parola in merito sarà lasciata ai comuni interessati. Ovviamente questo non accadrà mai. Avviene, invece, un fatto singolare.
Man mano che il progetto TAV prende piede in Italia, BNP Paribas (colosso bancario francese) acquista lotti di terreno sul nostro territorio sui quali saranno poi costruiti tratti ferroviari per l'alta velocità. A chi saranno commissionati poi i lavori di costruzione? Alla Alstom, ovviamente, che ha come banca di riferimento, appunto, la BNP.  A questo punto il legame tra il debito pubblico italiano ed i business dell'alta velocità costituisce più di una semplice ipotesi… Le multinazionali francesi, infatti, hanno compiuto una tipica operazione di colonialismo commercial-finanziario: si compra il debito di un Paese per costringerlo ad acquistare i propri prodotti, specialmente i più costosi e meno convenienti. Tale metodo viene comunemente utilizzato per speculare sui paesi in via di sviluppo con infrastrutture “necessarie” (scuole, ospedali, vie di comunicazione...); è allo stesso modo inaccettabile che questo metodo sia riproposto in Italia per un'opera, per giunta inutile e dannosa, come il TAV. E' evidente, infatti, che una nuova linea ferroviaria non serva; prima di tutto perché esiste già una tratta che collega Italia e Francia attraverso il tunnel del Frejus. In secondo luogo, perché già da anni il traffico di merci attraverso le Alpi Occidentali è in forte calo.
Il TAV è un’opera che devasterà l’intero territorio della Val Susa, compresi villaggi e interi paesi, forando una montagna piena di amianto e uranio, che metterà a rischio la salute di migliaia di valligiani liberando tonnellate di polveri sottili. Chi trarrà beneficio da questo progetto, saranno solo e unicamente le aziende costruttrici e, più in generale un sistema economico europeo che trova nella speculazione sulla spesa pubblica l’ unica via per sostenersi prima del definitivo collasso.
Lottare contro il Tav vuol dire lottare contro quella logica politica ed economica che ci vorrebbe schiavi dei profitti della grande finanza.


Il TAV è un progetto che serve unicamente alle aziende costruttrici e alle banche finanziatrici, come dimostrano le statistiche sul flusso di merci e persone tra Italia e Francia che vanno diminuendo, e più in generale al sistema economico europeo, che trova nella speculazione sulla spesa pubblica, l’unica via per sostenersi prima del definitivo collasso.
Il TAV è un’opera che devasterà l’intero territorio della Val Susa, compresi villaggi e interi paesi, forando una montagna piena di amianto e uranio, che metterà a rischio la salute di migliaia di valligiani.
Lottare contro il Tav vuol dire lottare contro quella logica politica ed economica che ci vorrebbe schiavi dei profitti della grande finanza.

Solidali No TAV



Gio, 08/03/2012 – 15:50
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