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Turchia e Israele due facce della stessa medaglia.

Esprimendo solidarietà alle vittime della strage all’aeroporto Ataturk di Istanbul, non possiamo tralasciare una considerazione sull’accordo siglato tra Turchia e Israele quasi in contemporanea con l’attentato.

Un attentato, che per modalità e obiettivi (civili) è identico alle strategie di stampo malavitoso. In uno stato governato con metodi palesemente mafiosi dove il fondamentalismo religioso è un paravento per il traffico di armi e petrolio con lo Stato Islamico. La gestione della nuova rotta per i flussi migratori, dove il ricatto all’Unione Europea sono la norma (estorsioni da miliardi di euro). Così come la violazione della libertà di stampa, di pensiero e la soppressione delle opposizioni laiche e di sinistra turche.

Quello che i media chiamano ‘accordo di pace tra Turchia ed Israele’, dopo l’uccisione di nove attivisti filo palestinesi turchi sulla nave Mavi Marmara nel 2010, in realtà altro non è che il consolidamento dei ruoli economici, militari e politici dei rispettivi stati, nel nuovo disordine mondiale sulle aree geopolitiche di importanza strategica, quali l’Europa, Mediterraneo, Kurdistan, Siria, sempre su egida statunitense e U.E. [vedi speciale diario dai campi ]

Questo accordo viene siglato, dopo il pagamento di venti milioni di dollari come risarcimento per la morte degli attivisti turchi filo palestinesi e l’autorizzazione da parte del Governo Israeliano a permettere  aiuti umanitari del governo turco.

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Renzi e Netanyahu considerano di importanza strategica la riconciliazione tra la Turchia ed Israele. Dalle dichiarazioni risultano palesi gli interessi sull’energia, in primis l’accordo sul gas, al quale ha contribuito il regalo fatto da Tsipras ad Israele.

Bisogna ricordare, per la memoria storica che, sia la Turchia che Israele sono stati sempre alleati e lo dimostrano le varie manovre militari congiunte sia sotto bandiera NATO che tra gli eserciti dell’Unione Europea. Turchia ed Israele non sono dissimili tra loro nell’opera di soppressione dei popoli come i Kurdi ed i Palestinesi, verso i quali entrambi effettuano da sempre veri e propri genocidi.

Importante ricordare anche che, gli unici stati nel mondo a non rompere le relazioni economiche (diamanti, oro e pietre preziosi) e diplomatiche con il Sud Africa dell’Apartheid razzista sono stati la Turchia ed Israele. Così come non si scopre l’acqua calda nel considerare i due stati con i rispettivi eserciti, simili nel perenne status di guerra permanente, essere i più fedeli alleati appartenenti alla NATO.

Quali scenari futuri nella Fortezza Europa?

Soffermarsi sulla stipula ufficiale ed analizzare i risvolti di tale accordo (ufficiosamente mai in discussione) è fondamentale per comprendere gli scenari futuri che possono determinarsi nello scacchiere europeo che risulta essere già destabilizzato, con gli equilibri politici/economici resi molto più fragili.

Per tutti diventa fondamentale riflettere, confrontarsi, avviare dibattiti, analizzare, comprendere e agire di conseguenza, gli scenari futuri che si prospettano in Europa e come può incidere nell’assetto politico europeo l’organica alleanza Turco/Israeliana.

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Ricordarsi della Libia, dei continui confronti bellici anti russi da parte della stessa Turchia operante militarmente ai confini siriani, nelle terre Kurde, della vicenda Ucraina, della Terza guerra mondiale in atto che si manifesta non solo per mano militare ma anche commercialmente e mediaticamente (esclusione della Russia ai giochi olimpici di Rio 2016) così come le prossime elezioni negli Stati Uniti d’America, i vari scenari in Europa come nel resto del pianeta che riempiono di inquietudine la nostra esistenza per’altro già precaria per le disuguaglianze sociali e dalla fragilità globale del nostro ambiente.

Così come è fondamentale analizzare lo scenario futuro europeo, all’indomani dell’uscita inglese dall’unione (alleata degli Stati Uniti) così come i venti nazionalisti e populisti che spirano in gran parte dell’Europa…

Associazione Culturale Andrea Proto – www.asilopolitico.org

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