Abbiamo conversato con due ragazzi di Torpedo, collettivo che in questi giorni ha preso l’iniziativa di riqualificare il parco ex polisportiva delle Madonne Bianche a Sant’Alessio.
Lucca Libera: qual è per voi il senso di questa iniziativa per la riqualificazione del parco delle Madonne Bianche?
Michele: siamo partiti da questo posto per fare un discorso più complessivo sulla città. Questo è un luogo simbolo perché era un luogo destinato alla socialità, all’aggregazione, un qualcosa di pubblico che doveva dare un servizio al quartiere e alla città. Questo posto ha avuto una gestione incoerente e assai casuale nel tempo: da circa 15 anni è praticamente inattivo, abbandonato, a parte certi brevi periodi. Ad esempio, nel 2011 venne ristrutturato dall’amministrazione Favilla poco prima delle elezioni e fu abbandonato a se stesso dopo appena sei mesi. La polisportiva Madonne Bianche è il tipico esempio del luogo che nasce per tutti e che viene abbandonato, perché non si investe in ciò che va a beneficio della comunità e non abbia nel contempo contropartita economica. Dal punto di vista delle istituzioni rappresenta solo una spesa senza nessun tipo di ritorno. Noi partiamo proprio da qui per dimostrare che un altro tipo di gestione è possibile, soprattutto da parte di chi usufruisce in prima persona di un bene comune.
Lucca Libera: la nuova amministrazione Tambellini ha mai valutato la situazione delle Madonne Bianche?
Michele: il sindaco Tambellini è di S. Alessio e durante la campagna elettorale gli è stato chiesto quale fosse la sua strategia per riportare in funzione il posto. Lui ha inserito la questione all’interno del bilancio comunale per l’anno 2013, stimando in 200.000 euro le spese per la ristrutturazione. E’ ovviamente una cifra assurda, inarrivabile per un comune, soprattutto in un periodo di crisi e di tagli. Contemporaneamente, perciò, sembra abbia aperto all’idea della gestione da parte di un privato. Noi siamo qui anche per dimostrare che non c’è assolutamente bisogno di 200.000 euro per rendere fruibile un posto come questo, ma c’è bisogno di buona volontà, di voglia di sapersi organizzare e proporre una gestione diversa. Oltretutto, se anche questi 200.000 euro fossero nelle disponibilità comunali, verrebbero dati di sicuro a qualche ditta che ci guadagnerebbe un sacco, esaurendo il tutto in un rigiro di soldi fra pubblico e privato che in un momento come questo consideriamo assolutamente non necessario e inopportuno. L’ipotetico passaggio a un privato dopo una quindicina d’anni d’abbandono per incompetenza delle amministrazioni comunali, che non hanno saputo gestire un posto bello come questo, rappresenta già di per sé un ottimo motivo per prendersene carico dal basso.
Lucca Libera: quali idee e progetti avete per questo parco?
Michele: vorremmo fare un esperimento, ovvero avviare un percorso che riesca a includere individui nuovi, soprattutto coloro che risiedono nel quartiere e che vedono la decadenza a cui sono lasciati i luoghi pubblici destinati alla popolazione. Dai primi incontri che abbiamo avuto col vicinato ci siamo resi conto che alcuni hanno capito il meccanismo messo in moto dal comune per vendere, o meglio regalare, la struttura al privato. Il nostro esperimento avrà esito positivo non tanto se noi riusciremo a tenere o meno questo posto, ma se si riuscirà ad aprire un percorso di partecipazione di gente nuova, non necessariamente vicina alle nostre idee politiche, ma in grado di capire il significato di uno spazio veramente pubblico, comune, per tutti. Persone che abbiano dunque la voglia di migliorare ciò che sta loro intorno. L’obiettivo dell’esperimento è innanzitutto il quartiere, ma anche una città che ha visto ridurre nel tempo gli spazi pubblici di partecipazione. C’è infatti anche un’esigenza di spazi a livello cittadino. Vogliamo dimostrare che una gestione dal basso riesce a funzionare molto meglio di una gestione dall’alto, come si vede benissimo dai ripetuti fallimenti che hanno riguardato questo posto.
Matteo: tutte le precedenti gestioni sono state fallimentari, nonostante i numerosi progetti non c’è mai stata una gestione che sia durata più di due anni. Hanno poi parlato di affittare il posto a un privato per 2000 euro l’anno, con il privato che si deve però occupare di tutte le utenze, di rifare completamente l’impianto di illuminazione e quello elettrico, di ristrutturare lo stabile, ecc. Oneri piuttosto grossi anche per chi ha soldi da investire.
Lucca Libera: voi puntate soprattutto sulla partecipazione della popolazione del luogo…
Michele: certo, sono loro che un domani dovranno gestire il parco, prima ancora di noi. Abbiamo intrapreso un’azione che gli abitanti del quartiere non hanno magari avuto il coraggio di fare. E’ vero anche che alcune persone in passato hanno tentato più volte di riqualificare il posto, ma è arrivata la polizia municipale ad allontanare chi provava a ripulire il parco. Piuttosto surreale… Forse noi, rispetto ai tentativi passati, riusciamo a mettere quella voglia di fare in più, quell’essere abbastanza organizzati e numerosi, che oggi nei quartieri in genere manca, proprio perché non si riesce a vivere e a gestire collettivamente gli spazi pubblici. Il capitalismo porta all’individualismo, al disinteresse per il bene comune, al non conoscersi più nemmeno tra vicini. Questo è l’ostacolo principale che impedisce agli abitanti dei quartieri di riaprirsi da soli posti abbandonati come questo. Spesso mancano proprio le occasioni per trovarsi insieme e decidere di fare una cosa come quella che abbiamo fatto noi.
Lucca Libera: come pensate di invitare alla partecipazione gli abitanti del quartiere?
Michele: li abbiamo invitati ad un incontro pubblico previsto per domenica 23 giugno alle 18.00. Vogliamo innanzitutto conoscerli di persona, cercare di capire meglio come sia stato vissuto il posto negli ultimi anni, esporgli il nostro progetto, ascoltare altre proposte che possono venire dal confronto, vedere quanta forza riusciamo a mettere insieme per portare avanti il percorso di riqualificazione e riapertura del parco.
Lucca Libera: se e quando arriveranno dei rappresentanti istituzionali cosa gli direte?
Michele: se loro sono convinti che l’unica strada per riaprire il parco sia la gestione privata, noi siamo qui per dimostrare, nei fatti, il contrario. Siamo pronti a fare gratuitamente un lavoro da loro stimato in 200.000 euro, e a farlo ora.
Lucca Libera: voi vi sentireste pronti a gestire questo posto, magari in qualche forma di collaborazione con un comitato di quartiere?
Matteo: dobbiamo innanzitutto cercare di scardinare il meccanismo del bando di concorso per la gestione della struttura. E’ necessario trovare forme diverse per la concessione da parte del comune, magari una sorta di comodato d’uso. L’affidamento e la concessione tramite bando si è dimostrata fallimentare, come abbiamo visto negli ultimi 15 anni. Bisogna pensare a una forma di autogestione da parte di tutti coloro che sono interessati a far vivere il parco e a far funzionare i suoi impianti sportivi. Questo può avvenire attraverso il lavoro offerto volontariamente e gratuitamente, l’organizzazione di varie attività e l’autofinanziamento. I soldi che verrebbero raccolti non andrebbero a finire nelle tasche di un privato, ma sarebbero utilizzati per la manutenzione, la ristrutturazione e il miglioramento dello stabile e degli impianti. In questo parco possono essere organizzate innumerevoli attività e iniziative. Un solo esempio: ogni anno il torneo antirazzista organizzato da Asì es mi futbol incontra enormi difficoltà nel reperire il luogo in cui svolgere la manifestazione. Bene, qui c’è un campo di calcio che abbiamo appena reso agibile, tagliando l’erba che arrivava fino al petto. Ora c’è un campo di calcio disponibile per questo e molti altri tornei. Per non parlare della cronica mancanza di qualsiasi tipologia di spazio nella nostra città. Almeno parzialmente, questo luogo che abbiamo riaperto potrebbe aiutare a risolvere alcuni problemi. Sono tante le espressioni ricreative, politiche e sociali che necessitano di una simile risposta a Lucca.
Michele: tra le altre cose, vorremmo anche riadattare uno dei due campi da tennis, quello attualmente in condizioni peggiori, a campo da basket. Tra coloro che partecipano insieme a Torpedo a questo progetto di riqualificazione c’è, infatti, anche un gruppo di tifosi della locale squadra di basket, i Menenos. Ricordiamo poi che in un solo giorno abbiamo reso agibile il parco giochi per i bambini.
Lucca Libera: volete aggiungere qualcos’altro a quanto detto finora?
Michele: l’iniziativa che abbiamo intrapreso in questi giorni è solo una delle tante che stiamo portando avanti da tempo nella nostra città per far arrivare ad una maggior numero di persone possibile i nostri contenuti, magari in forme e modi diversi. A novembre con il movimento studentesco abbiamo organizzato più manifestazioni per far sentire la nostra voce rispetto alle problematiche della scuola e, più in generale, della crisi economica e sociale. In una di queste manifestazioni sono state denunciate quattordici persone per resistenza a pubblico ufficiale; in risposta abbiamo organizzato, il primo giugno scorso, una street parade con i Cono d’Ombra che suonavano e cantavano sopra un furgone. Abbiamo fatto ciò per presentarci in una maniera diversa e allargare così le potenzialità e le forme d’espressione del movimento. Cerchiamo sempre di utilizzare diversi e molteplici mezzi per far passare i nostri messaggi, sono metodi che riteniamo legittimi, dal corteo alla street parade, dal blog alle occupazioni, dai concerti alla riqualificazione del parco delle Madonne Bianche. Sono i nostri metodi, con essi crediamo di poter ottenere gli obiettivi che ci proponiamo.