Cile - Rivendicazione dell'attentato esplosivo contro il circolo dei carabineros

fonte: Liberación Total

I fatti: Un ordigno esplosivo è detonato ieri, mercoledì alle 21.00,
davanti al circolo dei sottufficiali dei carabineros, sito in calle
Serrano 281, a Santiago del Cile.
L'esplosione ha causato danni materiali all'infrastruttura, ad un
veicolo di un agente di polizia e nelle vicinanze. Il sottufficiale
Juan Carlos Álvarez ha subito un trauma acustico ed è stato
trasportato all'ospedale dei Carabineros.

Comunicato:
Il paese continua ipnotizzato a guardare lo show elettorale, mentre
aumentano senza sosta la repressione e la criminalizzazione della
protesta sociale, avanzando a passi giganteschi verso uno stato di
polizia. Nel sud contro i mapuche, nel resto del paese contro i
settori sociali che si organizzano in maniera combattiva e nella città
contro un settore della gioventù che s'identifica come okupa o
anarchico. Lo Stato è in guerra. La cosa, tuttavia, non è una
sorpresa, è la dinamica della guerra sociale sotto la forma
democratica borghese che ha adottato la dominazione capitalista,
impiantata in Cile 36 anni fa. Per questo, per noi il problema non è
avere 40, 60 o 15 anni, stare con i militari con gli anfibi o i
politici democratici con le cravatte italiane, se t'ammazza la CNI o
il GOPE con autorizzazione legale. Quel che importa è il progetto
capitalista che continua e che si è approfondito a partire dal
riaggiustamento borghese avviato nel 1990 sotto la forma democratica.
Miglior esempio di ciò è che durante la democrazia si è concentrata la
ricchezza ed il Cile è divenuto uno dei paesi più ingiusti del mondo
in quanto a ripartizione della ricchezza, educazione, salute e
abitazioni, con i poveri che sono condannati a vivere nei ghetti.
Queste non sono anomalie che possono essere migliorate attraverso
riforme, sono il nucleo centrale della dittatura della merce e
l'imposizione delle sue condizioni da parte della borghesia e della
classe politica al suo servizio che oggi cerca di espandere la base di
rappresentazione dello stato, compreso il Partito Comunista che solo
aspira a dei posticini all'ombra del potere.
Oggi la ribellione e la protesta sociale stanno di nuovo esprimendosi
e la risposta dello Stato e del capitale non s'è fatta sperare. La
repressione e la violenza terrorista dello stato s'è manifestata in
maniera contundente. Carabineros assassinano alle spalle e la PDI
dissolve una manifestazione studentesca con le armi in maniera
indiscriminata. E' la guerra sociale che si esprime nella modo più
scarno. Minacciano con il carcere e le pallottole tutti noi che
vogliamo organizzare un nuovo tentativo insurrezionale, soprattutto
adesso che si stanno accumulando elementi di crisi. Ma noi non cadiamo
nel vittimismo. Il carcere e la morte sono la diretta conseguenza del
fatto di ribellarsi contro quest'ordine ingiusto. E' sempre stato
così. Ci sono i nostri compagni morti ed i nostri prigionieri a
ricordarcelo. Ma diamo la risposta contundente che si meritano.
Nessuno sembra preoccupato che durante l'auto-denominato governo di
protezione sociale sono già 4 i morti durante le azioni di protesta:
Matías Catrileo, Jhonny Cariqueo, Rodrigo Cisternas e adesso Jaime
Mendoza Collío, assassinio avallato dallo Stato e dalla stampa della
borghesia. Solo pochi giorni fa il corpo dei Carabineros de chile,
quei criminali dalla verde uniforme, hanno fatto una violenza
irruzione al Pedagogico e con un lacrimogeno hanno gravemente ferito
alla testa una alunna. E' stata visitata dalla presidente del Cile ed
ha qualificato come codardo l'attacco della polizia? Ne ha parlato
qualche giornale? I democratici e i progressisti hanno condannato il
fatto? Non è accaduto nulla. Questa è la dittatura della merce in
tutta l'espressione della sua fase democratica.
Quando questa notte abbiamo attaccato il circolo dei sottufficiali dei
Carabineros, di calle Serrano, con mezzo chilo d'esplosivo attivato da
una miccia a lenta combustione, avevamo nella memoria ed erano con noi
tutti i nostri compagni prigionieri, in clandestinità o morti, che li
abbiamo conosciuti o meno, sono fratelli nostri ed erano con noi. Il
nemico non capisce queste cose, ma i nostri compagni, il movimento
anticapitalista autonomo siamo certi di sì. Gli sbirri non possono
ammazzare alle spalle e poi sedersi tranquillamente a vedere una
partita di calcio, bevendo un sorso. Devono sapere che è finita
l'impunità. Per anni abbiamo detto che tutte le pallottole sarebbero
state restituite e che i nostri morti sarebbero stati vendicati, che
avremmo consegnato una vita intera al combattimento. E' giunta l'ora
di esser coerenti con quelle parole e le conseguenze della guerra
sociale.
A restituire colpo su colpo! Punizione per gli sbirri e la PDI,
assassini e repressori!
Quest'11 settembre che si esca per la strade e si restituiscano tutte
le pallottole!
Jaime Mendoza Collío, Presente!
Santiago de $ile, 10 Settembre 2009

Grupo Antipolicial Jhonny Cariqueo Yañez

Ven, 11/09/2009 – 16:39
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