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« Martedì Aprile 21, 2009 »
Mar
Start: 21:00
End: 23:59

Chiudere subito i CPT/CIE

Istituiti nel 1998 dal governo di centro sinistra, perfezionati in seguito dal governo di centro destra, sempre assecondati da entrambi gli schieramenti, i CIE (ex CPT) sono forse lo strumento più evidente di annullamento delle libertà individuali di cui il dominio sia dotato.
Questi centri che i mezzi di informazione di massa chiamano di
“accoglienza” o di “identificazione” sono in realtà delle misure
di internamento preventivo e di detenzione amministrativa senza processo e difesa per migranti senza documenti.
Questi lager di stato e le varie politiche di accoglienza sono, da una parte, strumenti per ricattare opprimere e sfruttare le fasce più deboli di forza-lavoro, obbligate ad accettare qualsiasi condizione per cercare un
lavoro e quindi ottenere un permesso di soggiorno; dall’ altra, sono utilizzati per creare consenso dando risposte al ben costruito clima di insicurezza, di controllo e di repressione. Detta in altri termini gli immigrati possono essere tollerati solo se rimangono nell’ombra, chini al dispotismo dei padroni, in modo da fornire docile e conveniente mano d’opera. Se “sono di troppo”, se “ non servono più” ridiventano automaticamente “clandestini”.
Il sistema CPT/CIE è inoltre una macchina da soldi per i complici gestori, quali Croce Rossa, cooperative e imprese varie. Per il solo mantenimento di ciascun detenuto, escludendo quindi costi strutturali, spese per le forze di polizia, trasporti e quant’altro, il CIE percepisce giornalmente dallo
stato circa 70 euro. E’ un business non da poco che fa gola a tanti sciacalli nel nome dell’ “assistenza” e della “sicurezza”.
Tutto questo, non sembra però arginare il flusso migratorio nei paesi “civilizzati” da parte delle migliaia di persone che abbandonano il loro paese di origine alla ricerca di condizioni di vita migliori.
Il dominio controlla e gestisce questo fenomeno inasprendo le politiche di repressione nei confronti dei migranti (vedi nuovo pacchetto sicurezza), prolungando il tempo di detenzione nei CIE e costruendo nuovi centri di detenzione sia in Europa come anche nei Paesi ritenuti centrali per le partenze o per il solo transito (Libia, Mauritania, Turchia, Ucraina).
Nell’ultimo periodo, da Torino a Bari, da Milano a Lampedusa, diverse forme di ribellione si sono verificate in maniera continua ed incisiva: incendi, numerose fughe e tentativi di evasione, scioperi della fame ed atti di autolesionismo si sono susseguiti come protesta contro le brutali
condizioni di reclusione; tant’è che nel CPT di Ponte Galeria a Roma, Salah Souidani, non solo non ha ricevuto delle cure mediche richieste a causa di un malore, ma è stato picchiato a morte dalla polizia sotto gli occhi complici della Croce Rossa Italiana.
Siamo consapevoli che sono proprio le leggi dello stato a creare la “clandestinità” e la paura del “diverso”, per questo è necessariolottare contro lo stato che contro il diffuso senso di “appartenenza allapatria”, per la libera circolazione di tutti gli uomini e le donne, per l’abbattimento di tutte le frontiere ed il rifiuto di ogni artificiale divisione degli individui fra “immigrati”,“clandestini”,“italiani”,“extracomunitari”,“regolari”, consapevoli che l’unica divisione reale è quella tra gli sfruttati e gli sfruttatori.

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