[Radiodimassa] Rosarno: e la rabbia cominciò ad esplodere…

ASCOLTA LE INTERVISTE REALIZZATE DA ROR

  1. Una compagna del CSOA Cartella ci racconta la nottata trascorsa a Rosarno, dove ieri aklcuni ragazzi hanno sparato contro i braccianti “di colore” arrivati a ottobre per la raccolta delle arance.
  2. Alcune valutazioni con una compagna del CSA Canapificio di Caserta, da anni impegnato nelle lotte insieme ai lavoratori migranti.

LEGGI LA RASSEGNA STAMPA SULL’ARGOMENTO:

Da Repubblica.it

ROSARNO – Centinaia di auto distrutte, cassonetti divelti e rovesciati sull’asfalto, ringhiere di abitazioni danneggiate. E’ il bilancio di un pomeriggio di guerriglia urbana a Rosarno, nella Piana di Gioia Tauro, per la protesta di alcune centinaia di extracomunitari, lavoratori dell’agricoltura, accampati in condizioni disumane in una vecchia fabbrica in disuso e in un’altra struttura abbandonata. Risale a maggio dello scorso anno l’arresto di tre imprenditori, sempre a Rosarno, per “riduzione in schiavitù” di alcuni immigrati. A dicembre del 2008, invece, un episodio simile a quello di oggi: due giovani a bordo di un’auto spararono alcuni colpi di pistola contro due ragazzi africani di ritorno dai campi. Anche in qual caso gli extracomunitari reagirono con una violenta protesta.

A fare scoppiare la rivolta è stato il ferimento con un’arma ad aria compressa, da parte di un gruppo di sconosciuti, di alcuni cittadini extracomunitari. I feriti – tra i quali c’è anche un rifugiato politico del Togo con regolare permesso di soggiorno – non destano particolari preoccupazione, ma la volontà di reagire che covava da tempo nella colonia di lavoratori ammassati nella struttura in condizioni ai limiti del sopportabile (e di altri nelle stesse condizioni a Gioia Tauro in locali dell’Ex Opera Sila) non ci ha messo molto ad esplodere.

Armati di spranghe e bastoni, gli extracomunitari in larga parte provenienti dall’Africa hanno invaso la strada statale che attraversa Rosarno mettendo a ferro e fuoco alcune delle vie principali: dalle auto – in qualche caso anche con persone a bordo – alle abitazioni, ai cassonetti dell’immondizia. A nulla è valso l’intervento di polizia e carabinieri in assetto antisommossa, schierati di fronte ai più agguerriti, un centinaio di persone tenute sotto stretto controllo.

In serata sono arrivati i rinforzi e si è tentata una trattativa per far rientrare la protesta. Anche la popolazione ha reagito e, in queste ore, alcuni giovani di Rosarno, circa un centinaio, stanno seguendo l’evolversi della situazione ad alcuni metri dalle forze dell’ordine. Sul posto tutti i dirigenti dei commissariati di Pubblica sicurezza e delle compagnie di carabinieri della Piana. Tra Rosarno, l’ex fabbrica in disuso, e Gioia Tauro, sono circa 1.500 gli extracomunitari che lavorano come manodopera nell’agricoltura.

(07 gennaio 2010)

Il Mattino.it

Calabria, immigrati in rivolta dopo spari: feriti e devastazioni a Rosarno e Gioia T.
Sconosciuti sparano sui lavoratori extracomunitari
Inviati contingenti di rinforzo delle forze dell’ordine

REGGIO CALABRIA (7 gennaio) – Centinaia di auto distrutte, cassonetti divelti e svuotati sull’asfalto, ringhiere di abitazioni danneggiate. Scene di guerriglia urbana a Rosarno, nella Piana di Gioia Tauro, per la rivolta di alcune centinaia di lavoratori extracomunitari impegnati in agricoltura e accampati in condizioni inumane in una vecchia fabbrica in disuso e in un’altra struttura abbandonata.

Blocco della strada e sassaiole sulla SS18 tra Rosarno e Gioia Tauro e l’uscita Rognetta, vicino due fabbriche dismesse dove gli immigrati vivono accampati. Alcuni occupanti delle auto sono rimasti feriti, si stima fra le 6 e le 9 persone.

A fare scoppiare la protesta il ferimento da parte di persone non identificate di alcuni cittadini extracomunitari con un’arma ad aria compressa. Tra i feriti in modo lieve tra i quali c’è anche un rifugiato politico del Togo con regolare permesso di soggiorno. Anche nel dicembre del 2008 gli immigrati furono oggetto di colpi d’arma da fuoco a cui seguì un corteo di protesta. Inoltre una fabbrica abbandonata dove vivevano fu bruciata (il video).

Alla rabbia per il ferimento si è unita probabilmente quella per le condizioni disumane in cui vivono i lavoratori ammassati nella struttura di Rosarno e a Gioia Tauro in quella dell’Ex Opera Sila. Nella colonia di lavoratori ci sono circa 1.500 extracomunitari che lavorano come manodopera nell’agricoltura.

Armati di spranghe e bastoni, gli extracomunitari in larga parte provenienti dall’Africa hanno invaso la strada statale che attraversa Rosarno mettendo a ferro e fuoco alcune delle vie principali della cittadina. Gli episodi di violenza non hanno risparmiato nulla: tutto ciò che si trovasse alla portata dei manifestanti, dalle auto, in qualche caso anche con delle persone a bordo, alle abitazioni, a vasi e cassonetti dell’immondizia che sono stati svuotati sull’asfalto.

Inviati contingenti di rinforzo delle forze dell’ordine. A nulla è valso l’intervento di polizia e carabinieri schierati in assetto antisommossa davanti ai più agguerriti, un centinaio di persone tenute sotto stretto controllo. Nel corso della serata sono arrivati rinforzi.

Si è intavolata una trattativa nel tentativo di fare rientrare la protesta. Anche la popolazione ha reagito davanti alla situazione di caos venutasi a creare e alcuni giovani di Rosarno, circa un centinaio hanno seguito l’evolversi della situazione ad alcune centinaia di metri dalle forze dell’ordine. A Rosarno arrivati tutti i dirigenti dei commissariati di Pubblica sicurezza e i dirigenti delle compagnie di carabinieri della Piana.

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