[Radiodimassa] ASSALTO AL CIELO

Confronto pubblico verso la costruzione dal basso di un canale comunitario e no-profit sul digitale terrestre in Campania.

sabato 6 marzo 2010 ore 16:00
Sala Gemito, Galleria Principe di Napoli

con il contributo di:


Nicola Angrisano insu^tv
Romolo Sticchi RAI3
Manolo Luppichini media activist
Mario Albanesi presidente CONNA
Maurizio Torti popolare tv milano

Sono oramai quasi 10 anni che il “germe” del mediattivismo si diffonde.
Tanto a livello internazionale, che nazionale, quanto più locale e cittadino – infatti – una rete di mediattivisti ha preso corpo e varie forme, facendo della produzione delle informazioni uno strumento di lotta e lettura critica della realtà.


Molto spesso il loro (nostro&vostro!) lavoro ha dato luce e voce a fatti, quando non più spesso ad analisi ed interpretazioni di fatti, che i media mainstream cercavano di mistificare o di occultare, oppure ha permesso di raccontare storie che altrimenti non avrebbero avuto diffusione.
La storia insegna: la gestione delle informazioni è infatti uno degli strumenti più efficaci per gestire le masse, ma – per complementarietà – può diventare uno strumento per liberare le menti, più forte laddove si moltiplica e reagisce ai tentativi che avanzano per omologarla e governarla.
Indymedia è stato il primo progetto mondiale che oltre ad unire il lavoro dei mediattivisti già consapevoli, ha creato molti mediattivisti.
A Napoli attorno al nodo locale di indymedia sono nati diversi progetti di comunicazione che utilizzano altri strumenti come la Radio, Radiolina per prima, la stampa con Monitor, e infine la televisione con insu^tv.
Insu^tv nasce nel 2003 come telestreet, una tv pirata che trasmetteva in etere da Officina99 ma che con il passaggio al digitale si è trovata “fuori banda”. Nasce quindi così, dopo le produzioni di “Una montagna di balle” e “Il tempo delle arance“, la necessità di veicolare contenuti attraverso la nuova piattaforma digitale su un canale no profit e indipendente, potendo continuare a dare a voce a chiunque non si accontenti delle informazioni filtrate dei mainstream, e offrire uno spazio di diffusione a tutti coloro che hanno dei contenuti da diffondere.

Leggi la piattaforma dell’assemblea


Per continuare a dare voce ai bisogni sociali e alla difesa dei beni comuni sul territorio, Insu^Tv vuole aprire un confronto, con tutti i soggetti interessati, per la creazione di un canale televisivo a “bassa soglia di accessibilità”, indipendente, comunitario e no-profit, nell’emittenza del digitale terrestre campano.

I processi di riappropriazione di bisogni e diritti sociali, così come la difesa dei beni comuni, sono sempre più minacciati nella conservazione di uno spazio pubblico nel quale sviluppare ed esprimere forme di democrazia partecipata. Contemporaneamente, la crisi della democrazia rappresentativa e il monopolio della comunicazione mainstream, nonché dei meccanismi di aggregazione del consenso e culturali in genere, va affrontata anche sul fronte della produzione di informazione indipendente e della rivendicazione di un ruolo attivo nei flussi massmediatici.
Grazie alle nuove piattaforme tecnologiche, oggi è possibile sviluppare forme di comunicazione dal basso per produrre e diffondere contenuti in maniera diretta e indipendente; tuttavia, se da un lato “Make your Media” ha consentito di realizzare potenzialità espressive un tempo inimmaginabili, dall’altro ha finito per essere quasi interamente assorbito da un certo numero di piattaforme egemoni, quali Youtube o facebook, consegnando così questo incalcolabile patrimonio di conoscenza e relazioni nelle mani di grandi holding commerciali.
InsuTv è un’esperienza di comunicazione dal basso nata a Napoli nel 2003, per rappresentare una voce alternativa nella narrazione del nostro territorio, nella difesa di diritti in materia di salute, ambiente, lavoro e saperi, nella lotta al razzismo e alla discriminazione.
La scelta della trasmissione televisiva consentiva un accesso a “bassa soglia”, in una città dove il “digital divide” rappresenta ancora un serio limite alla fruizione della comunicazione. L’integrazione con il lavoro territoriale e con altre piattaforme tecnologiche cercava di rimediare al carattere monodirezionale del mezzo televisivo.
Una navigazione a vista, pirata e no-profit, che non è stata avara di difficoltà. Tuttavia una serie di compagni di strada e di esperienze, dal tg migranti a domenicaut, dalla video-narrazione dell’Onda studentesca al “Tempo delle arance” sul pogrom razzista di Rosarno, ci hanno confermato il senso di questa scommessa.
Grazie al lavoro di inchiesta e video-narrazione, abbiamo conosciuto e condiviso percorsi di molte realtà territoriali impegnate nella comunicazione indipendente. In particolare, l’auto-produzione del documentario “Una Montagna di Balle”, sulla cosiddetta “emergenza rifiuti” campana, ci ha mostrato tutte le potenzialità del processo di produzione collettiva e dal basso di contenuti, poiché in ogni sua fase si è cercato di interpretare il bisogno dei tanti comitati e cittadini di condividere e diffondere una narrazione alternativa di quella che è stata la lotta contro la devastazione ambientale e l’esproprio di democrazia perpetrato per anni in Campania.
Nello scorso autunno, il passaggio in Campania al digitale terrestre, a fronte della moltiplicazione dei canali televisivi disponibili, si presenta come una replica degli stessi processi della trasmissione analogica, confermando gli oligopoli di sempre, anche sul piano locale. Chi prima aveva un canale, oggi se ne ritrova almeno quattro, senza per questo ampliare l’offerta contenutistica in palinsesto, né il bacino di utenza. Alla luce di questo, continuare la nostra esperienza pirata ci sembra oggi marginale, poiché in gioco vi è l’accesso libero e condiviso alla piattaforma digitale.
Nel tentativo di rispondere in maniera più solida al bisogno diffuso di libertà di espressione e di informazione e di dare voce alle fasce sociali meno ascoltate – se non messe a tacere – dal media mainstream, ci sembra giunto il momento per avviare un confronto volto alla realizzazione di un canale civico e comunitario regionale, un progetto di broadcasting sostenibile, in grado di diffondere contenuti a bassa soglia di accessibilità e valorizzare le potenzialità espresse dallo scenario video-comunicativo locale.
Naturalmente, costruire dal basso un canale comunitario e no-profit è un percorso complesso sul piano dell’autofinanziamento, su quello editoriale, contenutistico e sociale, nonché nel coinvolgimento delle comunità territoriali.
Una prospettiva rispetto alla quale non abbiamo nessuna presunzione di autosufficenza. Siamo tuttavia certi di poter contribuire in maniera fattiva e di poter stimolare un dibattito costruttivo con tutti gli interlocutori interessati ad un progetto di comunicazione slegato dai meccanismi propagandistici dei poteri forti.
Invitiamo perciò tutti coloro che in qualsiasi modo sentono di poter essere “protagonisti attivi della loro narrazione”, comitati civici, movimenti, associazioni, operatori dell’informazione, piccoli editori e singoli cittadini, a prendere parte ad un confronto pubblico su questi temi sabato 6 marzo dalle ore 16.00 alle ore 20.00 presso la Sala Gemito di Napoli.

Incontro promosso da InsuTv

per informazioni
email: info@insutv.it
mobile: +39 334 8743677
webspace: www.insutv.it

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