Comincia adesso…student* di psicologia

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Quante volte e’capitato che un professore abbia calpestato i dirtti degli studenti e delle studentesse, facendo leva sul proprio presunto potere istituzionale? Quante spesso i docenti confondono la cattedra con l’altare, credendo che i propri allievi e le proprie allieve siano vittima dello stesso delirio? Ebbene, cio’ e’ accaduto la mattina dell’11 ottobre, quando un gruppo di student*, attivisti dello spazio di massa occupato, hanno osato interrompere una lezione di psicologia per proporre un momento di informazione e discussione tra studenti, su quanto sta accadendo in merito ai tagli alla cultura previsti dalal riforma Gelmini. Evidentemente questi problemi poco toccano il professore in questione, che ha reagito alla richiesta mettendo in atto una scenata spopositata, tentando di intimorire la platea di circa 200 persone pronte ad ascoltare e a partecipare al momento informativo. Al termine dello sketch, non sprovvisto di gesti eclatanti quali lo sbattere in modo violento i pugni sulla cattedra e il chiedere agli/le student* di andarsene per via dell'”invasione degli intrusi”, il professore decide bene di uscire dall’aula, manifestando la sua completa assenza di rispetto nei confronti di chi e’ venuto da lontano per seguire, di chi magari si e’ assentato dal lavoro per lo stesso motivo, ma anche di chi semplicemente quella mattina ha rinunciato a dormire per dedicare attenzione alla sua lezione.

E’ chiaro che i tagli agli atenei sono molto piu’ gravi per chi tra un po’ non potra’ piu’ permettersi di studiare, ma cio’ non giustifica la totale assenza di tatto che ogni giorno ci viene dimostrata nelle nostre aule. Cio’ che e’ accaduto ieri non ha infatti dello straordinario, noi tutti ricordiamo le posizioni assunte dai Consigli di Facolta’ nei confronti dell’occupazione del 2008 e tutti gli episodi di vera e prorpia vendetta perpetrati nei mesi a seguire dai baroni delle nostre facolta’, ma questa volta gli/le student* hanno deciso di non tacere e questa mattina si sono recati in presidenza per rivendicare rispetto per quello che ci piace ancora chiamare “Diritto allo Studio”. Ogni grande professore non dovrebbe mai dimenticare che esiste qualcosa di piu’ grande del rispetto e del riconoscimento della superiorita’ intellettuale che chi apprende dimostra di avere nei confronti di chi insegna: e’ la solidarieta’ attiva tra gli studenti stessi e la loro intelligenza. Crediamo che un’universita’ che non rispetti questo non abbia motivo di esistere, percio’ continueremo con voce sempre piu’ forte a denunciare ogni abuso e a lottare per un’universita’ a portata di tutti: se e’ vero che un docente ha il potere di decidere le sorti di un esame, e’ altrettanto vero che il vero motore dell’universita’ siamo noi studenti e studentesse, in ogni istante pronte/i a bloccarne gli ingranaggi per rivendicare il nostro sempreverde diritto di studiare!

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