12 APRILE: I MOVIMENTI TORNANO A PORTA PIA!

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Già due giorni fa il movimento romano per il diritto all’abitare si è ripreso la piazza di Porta Pia con un corteo partito dall’università La Sapienza. All’arrivo del corteo di alcune centinaia di persone si è dato vita ad un’assemblea che ha rilanciato le ragioni delle migliaia di occupanti che animano un movimento che, nel caso romano, ha dimensioni poderose. Al termine dell’assemblea è cominciata “l’accampata” durata fino ad oggi.

 

Dopo le occupazioni, gli sgomberi e il blitz nella sede del Pd, i movimenti contro l’austerity e per il diritto all’abitare tornano là dove ci eravamo lasciati il 20 ottobre, nella piazza antistante il ministero delle Infrastrutture, ancora abitato da quello stesso Maurizio Lupi che ha attraversato indenne il passaggio tra due governi non eletti e che appena riconfermato nel suo ruolo ha licenziato un “piano casa” a tutto vanatggio dei costruttori, pesantemente classista e puntitivo nei confronti di chi ha bisogno di occupare per avere un tetto sulla testa (art. 5).

In questi giorni si sono specificate le posizioni, definiti gli interessi, tracciate linee di divisione tra chi ha ancora qualcosa da guadagnare dall’esistente attuale e chi sa di dover mettere in campo ben altro per immaginare un futuro a misura umana.

Da un lato c’è chi occupa e lotta, rischia, mette in gioco il proprio corpo e la propria fedina penale; dall’altro chi ci si mostra solidale finché stiamo buoni e giochiamo il ruolo delle vittime e prendere invece le distanze appena alziamo la testa. Questi (Sel e banda) domani ci chiederanno il voto alle europee dopo averci criticato per aver turbato il pomeriggio ai militanti (ben stipendiati) del Partito Democratico (futuri alleati con cui spartiranno poltrone e poteri). C’è poi chi si sfila e fa finta già di guardare oltre, pensando che le lotte si costruiscono a tavolino invece che facendole vivere e spingendole avanti, con tutti i loro limiti, le loro tante contraddizioni e i necessari rischi da assumersi.

Sabato a Roma sfileranno per un corteo nazionale i movimenti attivi sui territori nelle lotte sociali, con l’obiettivo di ribadire le parole d’ordine che ci siamo dati da mesi: “una sola grande opera: casa e reddito per tutt*”, contro precarietà e austerity per assediare il governo Renzi e ribaltare il Jobs Act. Oggi in Italia la sollevazione parte da qui, non può non partire da qui… Se è vero che i diktats arrivano dalla troika, alle nostre latitudini trovano un soggetto politico che le incarna e quel soggetto oggi (domani saranno altri) si chiama Renzi, col suo progetto di flessibilità, disciplinamento, competizione tra poveri e briciole di sussitenza. Abbiamo altro in mente!

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