È TUTTA COLPA DI ‘NDRANGHETA E CAPORALI?
Dino Erba
La rivolta nera di Rosarno e il pogrom bianco che ne è seguito hanno suscitato grande sdegno, tra le anime belle della democrazia. Subito, si è levato un coro contro ‘ndrangheta e caporali. Ma siamo proprio sicuri che siano loro i veri responsabili del fattaccio?
‘Ndrangheta e caporali sono sicuramente anime dannate, pronte a ogni porcheria. Ma non sono gli apostoli del razzismo, sono solo il lato oscuro (quello vero!) del modo di produzione capitalistico.Per vedere dove nasce il razzismo, dobbiamo allora seguire il filo delle relazioni economiche.
E scopriamo alcune cosette interessanti.In questi giorni veniamo a sapere (ma forse ce ne eravamo già accorti) che il potere d’acquisto degli italiani dall’ottobre 2008 al settembre 2009 è diminuito dell’1,6%%, mentre il reddito ha registrato un saldo negativo, -1,5% (dati Istat). Detto in altri termini, siamo più poveri e consumiamo di meno. Ricordiamo che questo decremento si confronta con un periodo in cui consumi e reddito scivolavano verso il basso. Ovviamente, queste considerazioni riguardano lavoratori dipendenti, pensionati e coloro che, senza lavoro, tentano di sbarcare il lunario in qualche modo. E, per costoro, il potere d’acquisto è diminuito ben di più: mediamente è diminuito del 3% (dati Codacons).
Sempre in questi giorni, veniamo a sapere che l’inflazione è scesa ai minimi storici (il confronto è con il 1959), è quasi a livello zero.
Questo vuol dire che i prezzi di molti beni di consumo sono stabili, alcuni sono perfino scesi. Questo calo/stagnazione riguarda anche i consumi e i prezzi degli agrumi, che si coltivano nella Piana di Gioia Tauro. I produttori di questi agrumi li vendono a un prezzo che oscilla da un minimo di 6 centesimi a un massimo di 27 al chilo. Detto per inciso, il frutto dall’albero al banco della vendita al minuto subisce un rincaro del 476% (dato Coldiretti).
CACCIA SELVAGGIA, AL PLUSVALORE
Ora, per reggere alla concorrenza, il produttore può fare solo una cosa, la solita: ridurre al minimo il costo della forza lavoro, e infatti si parla di salari di 20/25 euro per una giornata lavorativa di 12/14 ore (meno di 2 euro all’ora). Salario che può essere imposto solo a chi giunge da Paesi come il Ghana, dove il reddito medio pro capite è meno di 150 euro al mese.
Condizioni di lavoro e di vita sono quelle che ci hanno mostrato in questi giorni. Bestiali.Ma non è una novità. Da circa vent’anni, nelle campagne italiane i lavoratori extracomunitari sono in costante aumento, oggi sono circa 172.000 (circa il 20% degli occupati complessivi). Nel Meridione, sono soprattutto di origine africana e sono concentrati in alcune aree specifiche di
Calabria, Campania e Puglia (dove, solo nel Foggiano, sono oltre 20.000). E da circa vent’anni vengono del tutto ignorati i minimi sindacali. In quasi tutti i settori, come gli agrumi, non se ne parla nemmeno! E i sindacati stanno a guardare…
Eppure, i minimi sindacali sono tutt’altro che alti, sempre per gli agrumi, non toccano i 40 euro al giorno (circa 3 euro all’ora). E questi bei salari sono pagati non solo nel mafioso Sud, ma anche nel laborioso Nord. Non per nulla si parla degli immigrati come una preziosa risorsa. Vorrei ben dire, sono spremuti come limoni!
Ma non basta!
CACCIA SELVAGGIA, AL NEGRO
Il crash economico sta portando alla ribalta i peggiori strumenti speculativi con cui il modo di produzione capitalista tenta di sopravvivere. Strumenti che inevitabilmente finiscono per grondare sangue.Con il pogrom di Rosarno, scopriamo che per gli agrari non solo è meglio
distruggere l’eccesso di agrumi, che il mercato non riesce ad assorbire, mantenendo così i prezzi a un livello più alto. Questa è una vecchia storia.
L’hanno sempre fatto. Il tocco di novità è che dagli agrumi distrutti nascono quattrini freschi. L’Unione Europea rimborsa i coltivatori non in base alla produzione, ma in base all’area coltivata, indipendentemente dal fatto che produca o meno… Senza muovere un dito, il padrone si intasca 1.800 euro per ettaro. Un vero affare!
E come si sul dire: fatta la legge, trovato l’inganno. Ma non ci voleva molta fantasia … Chi ha fatto quella legge, o c’era o ci faceva. In un modo o nell’altro, è da Bruxelles che è giunta la spinta ai mazzieri della ‘ndrangheta di Rosarno, per aprir la caccia al negro. Niente da dire, un bel gioco di squadra, dove troviamo esponenti economici e politici, nonché sindacali, tutti legati al bel mondo affaristico italiano.
Con questi chiari di luna, i lavoratori, una volta spremuti, diventano solo un fastidio da eliminare. Dopo i mazzieri della ‘ndrangheta, è arrivato il leghista Maroni, con le forze dell’ordine.Oggi hanno colpito i lavoratori immigrati, domani colpiranno quelli italiani. Alcuni li hanno già colpiti.
IL PEGGIO NON HA FINE
Volendo proseguire il viaggio nell’infernale mondo del capitale, veniamo a sapere che l’Unione europea destina oltre la metà del suo bilancio annuale, circa 53 miliardi di euro, ai sussidi per l’agricoltura, quattro volte più che gli Stati Uniti (che in fatto di protezionismo, non scherzano).
Questo significa che nell’Unione europea l’agricoltura è «protetta», e dove c’è protezione ci sono i protettori, con quel che ne consegue sul piano delle relazioni sociali e politiche, favorendo amici e parenti (si è scoperto che oltre 50mila finti braccianti italiani sono mantenuti con i
sussidi dell’Unione).
Ma questo significa anche che gli agricoltori dell’Africa non sono assolutamente in grado di affrontare la concorrenza con l’Unione. E quando magari tentano di arrabattarsi in qualche iniziativa produttiva, ecco che la borsa di Londra dà un bel colpetto al ribasso ai prezzi dei prodotti agricoli, per esempio a quello del cacao, di cui, per esempio, il Ghana è grande produttore. E se ancora ci fossero velleità, ecco arrivare i cosiddetti aiuti umanitari (ONG al seguito) che, gettando dall’alto «cibo e bevande», danno l’ultima mazzata a ogni iniziativa agricola autoctona. E allora, al proletario ghanese, senza risorse, non resta altro che andare in
Calabria…
Milano, 12 gennaio 2010
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