Udine - Operazione repressiva per attacco informatico antipsichiatrico
da alcunianarchiciudinesi
Dalla stampa di regime (“il Piccolo” online, 31 marzo 2016) si apprende che un minorenne friulano appartenente ad Anonymous è indagato come responsabile della campagna contro le prassi psichiatriche sul cosiddetto “disturbo mentale” inesistente “A.D.H.D.”, su “attenzione” e “iperattività”.
Gli sbirri postali lo ritengono il principale responsabile dei recenti attacchi informatici ai siti delle aziende sanitarie, a causa dei quali sono stati resi pubblici i dati sensibili dei pazienti. Protagonista un sedicenne conosciuto nell’ambiente con il nickname di “Artek”.
Gli sbirri nella mattinata di ieri hanno eseguito perquisizioni a Udine, dove il ragazzo risiede insieme alla madre, e a Venezia dove ha domicilio il padre, un ingegnere informatico.
I fatti contestati si riferiscono alla campagna denominata #OpSafePharma, lanciata da Anonymous il 16 marzo 2016, e consistente in attacchi informatici di diversa natura contro sanità e psichiatria.
La campagna aveva portato a violare diversi siti, tra cui l’Istituto superiore della sanità, il Ministero della salute, le A.S.L. di numerose regioni e le A.S.L. locali. Attraverso gli attacchi informatici la campagna di Anonymous aveva non solo reso inagibili i siti destinatari, ma reso pubblici diversi dati sensibili estratti dai database, per esempio dell’Aifa e della Croce Rossa Italiana.
Il testo rivendicativo degli attacchi spiega che l’obiettivo sono neuropsichiatri, psicologi, associazioni di cura e tutto il compartimento che riguarda i servizi sociali e l’ambito minorile e le varie etichette psichiatriche di “iperattività”, “ipercineticismo”, “disturbi della condotta”, “disturbo ossessivo compulsivo”, “disturbo oppositivo provocatorio”, ecc.
Gli sbirri e gli psichiatri hanno stabilito che l’autore degli attacchi informatici (già a 13 anni ne aveva compiuti degli altri) è egli stesso un “disturbato mentale” e “soffre” di “A.D.H.D.”. Il Centro nazionale anticrimine informatico per la protezione delle infrastrutture critiche del servizio polizia postale ha indirizzato le proprie indagini verso il 16enne udinese proprio per questi attacchi precedenti. All’operazione repressiva hanno partecipato anche gli sbirri postali di Venezia, Trieste e Udine con perquisizioni e sequestro di diverso materiale informatico, per lo più criptato.
Solidarietà e complicità con Artek, e morte alla psichiatria!
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