Ai familiari dei prigionieri di Viterbo
Volantino distribuito davanti al carcere di Viterbo sabato scorso
Spezzare l'isolamento
Liberare tutte e tutti
Da più di un anno alcuni individui e realtà comuniste e anarchiche stanno portando avanti un discorso contro il carcere e nello specifico contro il regime detentivo speciale previsto dall'articolo 41bis dell'ordinamento penitenziario.
Siamo stati presenti nei presidi sotto le carceri di Biella, Parma, Alessandria, in tutte quelle mobilitazioni che avevano come prerogativa l'avversione verso qualsiasi forma di carcerazione.
Momento importante del percorso è stato l'organizzazione del corteo e presidio svoltosi il 3 giugno scorso a L'Aquila, dove abbiamo ribadito la nostra solidarietà verso tutti coloro che dalle tenebre del carcere continuano a lottare.
Ciò che ci spinge a promuovere queste iniziative di solidarietà verso tutti e tutte le detenute è l'odio che abbiamo verso il carcere.
Siamo qui per solidarizzare con i/le detenuti/e rinchiusi/e nel carcere di Viterbo perché siamo convinti che una società che ha bisogno del carcere sia qualcosa di profondamente malato.
Parlare poi del 41bis significa scoperchiare il vaso di Pandora che lo stato vorrebbe invece tenere ben chiuso.
Il cosiddetto carcere duro è un preciso strumento di tortura e di annientamento fisico e psicologico nei confronti del detenuto.
La minaccia della sua applicazione ha inoltre lo scopo di agire come deterrente su qualsiasi potenziale comportamento di non sottomissione: non sottomissione al rituale quotidiano di coercizione per chi è costretto all'interno di una prigione; non sottomissione all'ordine basato sullo sfruttamento e sul controllo di massa per chi sceglie di opporvisi nella cosiddetta società libera.
Non ci addentreremo nella spiegazione di cosa significhi vivere in carcere o nell'enunciare le brutalità del 41bis, visto che i familiari sanno benissimo, vivendoselo sulla propria pelle di quale tortura stiamo parlando e di come sia gli schieramenti di destra che di sinistra abbiano avallato e confermato l'applicazione di questo trattamento sancendone ormai il carattere definitivo.
Crediamo quindi che il carcere non sia la soluzione delle contraddizioni di questa società malata, ma una delle contraddizioni della società stessa.
Quindi siamo qui per invitare i familiari dei detenuti a partecipare alle iniziative che da ottobre prenderanno piede a Viterbo.
Le iniziative andranno da incontri pubblici di controinformazione, fino alla preparazione di un corteo presidio che terminerà sotto le mura del carcere e che si terrà all'incirca verso la fine di ottobre.
Durante i prossimi volantinaggi informeremo sulle date in cui si svolgeranno le iniziative.
Decideremo di non sovrapporre il presidio con il giorno dei colloqui per non dare pretesto ai carcerieri di bloccare i colloqui stessi per motivi di sicurezza.
Sappiamo benissimo quanto siano importanti le visite dei familiari, soprattutto per chi costretto al 41bis, che ha diritto ad un solo colloquio al mese.
Invitiamo perciò i familiari dei detenuti a partecipare alle mobilitazioni per riflettere e trovare soluzioni sulle modalità dei futuri momenti di lotta sia fuori che dentro le galere.
La solidarietà è un'arma: usiamola !
Compagne e compagni contro la società carceraria
17 settembre 2007
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