[Ge] Anni 70: Proletari disarmati nella metropoli
GENOVA. Allo spazio di documentazione "Il Grimaldello", in via della Maddalena 81r
Ciclo di film/documentari per una visione/riflessione degli anni Settanta un po' al di fuori delle celebrazioni in atto.
"Anni 70. lo Stato predica l'etica del lavoro, la pace sociale, i sacrifici; mentre l'opposizione selvaggia praticava l'illegalità, l'esproprio, il rifiuto del lavoro salariato, la disobbedienza civile. Il mondo cambiava e il cinema rimaneva immobile. Se provava a descrivere la nuova realtà lo faceva rimaneggiando in tutte le salse gli stereotipi del cinema del passato che, del resto, aveva avuto ben altra dignità. La maggior parte dei registi, vecchi o giovani che fossero, non coglieva i significati profondi dei nuovi desideri delle donne, dei ladri, dei matti, dei drogati visionari; e i loro film rimanevano nell'ottica ristretta della piccola borghesia dalla quale spesso provenivano, sessista e classista.
Per me era inevitabile confrontare la condizione proletaria con la nostra di cinematografi. Per me i riformisti erano proprio gli artisti abbarbicati al miserabile privilegio di descrivere voluttuosamente la propria alienazione. Sarebbero stati gli ultimi a capire di essere servi del potere massmediatico, uccellini che cantano senza la forza di rompere la gabbia che li imprigiona. E' infatti quando i processi rivoluzionari falliscono nella vita che la creatività ripiega sull'attività artistica. Ed è proprio quando la creatività si concretizza in opera che il capitale la mette sotto controllo, mercificandola, organizzandola in spettacolo, rendendola impotente. Al contrario, in una società in rivoluzione è la realtà stessa che diviene il luogo della creazione permanente. A condizione che la nuova vita non cada mai al di sotto dell'intensità dei momenti più alti della vecchia arte.
Per me era ora di buttare nel cesso le sceneggiature scritte in un linguaggio la cui sola sintassi è la regola del mercato.
Per realizzare il cinema che ho sempre amato, bisognava liquidarlo, trasformare i sogni che contiene in vita vivente, in una vita nuova” - Alberto Grifi.
sabato 23 giugno h.17
ANNA
(A.Grifi, 1975, 225')
La storia di una tossica minorenne, incinta, seguita nella sua vita quotidiana tra i sottoproletari di Roma, fino al giorno in cui un elettricista della troupe del film, Vincenzo, entra in scena per confessare che si è innamorato della protagonista... Non solo un affresco sulla Roma proletaria degli anni Settanta ma anche il film dove in assoluto viene più messa in crisi la scissione tra finzione cinematografica e vita quotidiana.
venerdì 29 giugno h.18
"Un videoteppista contro la società dello spettacolo”, omaggio ad Alberto Grifi: Interventi di NICOLA BUCCI e RICCARDO FERRARI e materiale video di e su Alberto Grifi
sabato 30 giugno h.21
FILOMENA E ANTONIO
(A.Branca, 1977, 65’)
La storia di due proletari eroinomani nella Milano degli anni Settanta, quando l’eroina si diffonde nei quartieri come risposta al disagio della vita-galera nella metropoli. Filomena e Antonio sono consapevoli che l’unico recupero possibile non è alla vita alienata imposta dal capitale ma alle istanze di trasformazione della società.
PARCO LAMBRO
(A.Grifi, 1976, 58’)
Grifi e un manipolo di altri videoteppisti riprendono il Festival del proletariato giovanile al Parco Lambro del 1976, organizzato da Re Nudo con gli anarchici, Lotta Continua e Autonomia Operaia. 100.000 giovani affollarono questi tre giorni da cui emerse la crisi dell’ideologia della festa e la necessità della definizione di un nuovo percorso di lotta.
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