Bergamo: carabinieri e vigili in manette

fonte: Il nuovo Giornale di Bergamo

6 luglio - COVO (BG)

Tra di loro le definivano «le scorribande del venerdì sera». Ed in effetti la loro attività in determinati frangenti aveva più il sapore di spedizioni punitive che di normali controlli di spacciatori. Botte, perquisizioni arbitrarie, sequestri di droga, di telefoni cellulari e di somme di denaro che spesso non venivano denunciati nei verbali e i soldi, secondo l’accusa, finivano nelle tasche degli operanti.

Le ordinanze
Ieri mattina 7 carabinieri della stazione di Calcio, il comandante della Compagnia dei carabinieri di Treviglio, due agenti della polizia locale di Cortenuova e uno studente sono stati raggiunti da ordinanze emesse dal gip del tribunale di Bergamo su richiesta della Procura. In cella sono finite tre persone: il comandante della stazione dei carabinieri di Calcio e un suo sottoposto sono stati accompagnati al carcere militare di S. Maria Capua Vetere, in Campania, mentre un agente della polizia locale in via Gleno. Nei confronti di un carabiniere e del comandante della stazione di vigili sono stati disposti gli arresti domiciliari; il comandante della Compagnia dei carabinieri di Treviglio e altri tre carabinieri di Calcio hanno il divieto di dimora in Bergamo e Provincia, mentre un carabiniere e uno studente universitario di Bergamo, che in un’occasione si è unito ai "giustizieri della notte", è stato disposto il divieto di dimora a Calcio. Le perquisizioni hanno permesso di trovare nell’ufficio del comandante della polizia locale 50 grammi di cocaina, e un telefonino intestato ad un marocchino in quello del comandante dei carabinieri di Calcio.

Le accuse
Alle cinque persone nei confronti delle quali sono state applicate le misure cautelari, viene contestata l’associazione per delinquere. Agli undici indagati, a vario titolo, vengono contestati i reati di abuso d’ufficio, lesioni personali e violenza, peculato, perquisizioni arbitrarie, abuso di autorità nei confronti di arrestati, favoreggiamento, tentata concussione, minacce.

Gli episodi
Nove le «spedizioni» (secondo l’accusa) che li hanno fatti finire nei guai. Secondo gli inquirenti gli indagati si ritrovavano il venerdì sera e, in borghese, a bordo di una Panda che avrebbe dovuto essere demolita, alla quale veniva applicata la targa di un’auto rubata, se ne andavano «a caccia grossa», termine usato dagli stessi protagonisti intercettati, in giro per la Bassa. Qui fermavano dei presunti spacciatori, li picchiavano, li perquisivano e gli sequestravano lo stupefacente, il cellulare e i soldi che avevano in tasca. In un caso un marocchino è stato fermato ben tre volte: l’ultima l’8 giugno, quando il comandante dei carabinieri di Calcio gli avrebbe sferrato un pugno talmente forte che gli avrebbe fatto cadere tre denti. All’immigrato sono state sequestrate anche due palline di cocaina, delle quali si è persa ogni traccia.

Le indagini
Il polverone ha cominciato a sollevarsi dopo le denunce di alcune persone che sostenevano di essere state malmenate (ad un marocchino è stato danneggiato il timpano con un colpo dato con il calcio della pistola) e grazie alla collaborazione di alcuni carabinieri che hanno accettato di raccontare ciò che sapevano. Nel corso delle indagini, coordinate dal Procuratore Adriano Galizzi e dai sostituti Enrico Pavone e Giancarlo Mancusi, gli inqurenti hanno utilizzato intercettazioni ambientali sulla Panda, intercettazioni telefoniche, pedinamenti e tutto ciò che era in loro potere per capire cosa stesse succedendo. Fino alla richiesta delle misure cautelari.

Ven, 06/07/2007 – 13:30
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