Bergamo - Contestazione antimilitarista alla parata del 4 novembre

riceviamo e diffondiamo:

Oggi 4 Novembre 2012 A Bergamo un gruppo di antimilitarist* ha contestato con cartelloni, bandiere e slogan la parata commemorativa delle forze armate. La numerosa polizia presete, ha reagito allontanado con spintoni e irruenza esasperata, fermando i/le antimilitarist* e trattenedoli per oltre un'ora nei locali del comune di Bergamo. Dopo essere stati rilasciati,si è continuato il volantinaggio e lo speakeraggio per le vie del centro cittadino. Ribadiamo che sabotare la guerra è posssibile! Contro controllo sociale e militarismo che pervade tutti gli ambiti della vita quotidiana. Per una società autogestita e solidale!

Antimilitariste/i Anarchiche/ci


Segue il testo del volantino distribuito:

Ne’ con la vostra guerra! Nè con la vostra pace!
Aumentano le tasse ed il costo della vita, diminuiscono gli investimenti nei servizi pubblici, in particolare nella sanità e nell'istruzione, parallelamente lo stato italiano ha speso quest'anno 30 miliardi di euro nel settore militare e ha già espresso intenti bellici per il futuro, uno tra i tanti l'acquisto di 90 cacciabombardieri F35.
In questo momento l'Italia è in guerra su più fronti: all'estero, per difendere gli interessi economici occidentali riaffermandone l'egemonia; lungo i confini, per governare i flussi migratori determinati da guerre, disparità economiche, aspirazioni ad una vita dignitosa; sul territorio nazionale, per gestire l'ordine pubblico e le “emergenze”.
I militari dislocati nei vari scenari bellici (come in Afghanistan) che con l'alibi della democrazia da esportare si macchiano di assassini anche nei confronti di civili, sono gli stessi che vengono poi impiegati nelle nostre città.
La disoccupazione, l'esclusione da uno stato di diritto, la precarietà, il dissenso esprimono criticità che lo stato decide di affrontare attraverso la militarizzazione della società. Sempre più spesso le istanze sociali vengono presentate e gestite come questioni di ordine pubblico.
In Val Susa gli alpini difendono gli interessi criminali e le devastazioni ambientali del TAV dall'opposizione popolare, nei c.i.e. presidiano istituzioni-lager che detengono migranti “colpevoli” di essere clandestini, in occasione di terremoti ed altre calamità naturali collaborano con politici ed imprenditori malavitosi nella ricostruzione e nella successiva spartizione dei guadagni da essa derivanti. Nelle strade in nome della sicurezza i militari agiscono direttamente e preventivamente; le lotte per i diritti di studenti, lavoratori, disoccupati, delle minoranze vengono sempre più spesso represse con l'ausilio della loro violenza. Che si trovino all’estero o all’interno dei confini italiani, le forze armate agiscono quotidianamente come mercenari al soldo dello stato e dei poteri forti,
difendendo i loro interessi e schiacciando chi, di volta in volta, viene tacciato come nemico. Stiamo sempre peggio tra lavori precari, in nero e sempre meno diritti, ma ci convincono che i nemici sono quelli che stanno peggio di noi. Non i padroni che ogni giorno lucrano sulla nostra vita!


Lun, 05/11/2012 – 21:58
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