Cile - Attaccata l'ambasciata del Messico a Santiago

Attaccata l'ambasciata del Messico a Santiago del Cile

fonte: Fondazione Roscigna

L'occhio dei carcerieri è arrivato a rinchiudere il corpo di alcuni
compagni, anche se siamo distanti, il loro dolore e la loro lotta fanno
parte di noi stessi. Il carcere, quel luogo in cui la tristezza e la morte
sussurrano all'orecchio in ogni passo. La più grande costruzione del
capitale basata sull'autorità rinchiude o ammazza chiunque violi il loro
maledetto ordine o si contrapponga a quanto stabilito. La vendetta la
facciamo nostra perché ci duole la reclusione di quelli che sono stati
sequestrati dal potere.
Ed è così che tra affini ci siamo coordinati informalmente ed abbiamo
pianificato di visitare, in maniera rapida, l'ambasciata del Messico,
icona di quello Stato in Cile.
Poco dopo le 18 di mercoledì, nel settore borghese della Escuela Militar
nel comune di Las Condes, lì con le nostre mani ed i volti coperti ci
siamo scagliati contro detta istituzione. Le vetrate sono state il nostro
primo obiettivo e le abbiamo spaccate a colpi di martello, poi s'è
ammainata la bandiera messicana e s'è gettata a terra, ed infine abbiamo
lanciato bombe di vernice su tutta la facciata assieme a dei volantini.
Abbiamo fatto tutto questo in meno d'un paio di minuti, tempo durante il
quale abbiamo spezzato la monotona tranquillità in cui risposa l'ordine
del dominio dei borghesi.
Le forze dell'ordine sono giunte con il ritardo che abbiamo stimato e non
hanno trovato nessuno. Schifosi aguzzini sarà un'altra l'occasione in cui
torneremo a scontrarci, stavolta il nostro obiettivo è stato raggiunto.
Abbiamo attaccato e ci siamo burlati della "sicurezza" che promettono alle
ambasciate.
Quest'azione s'inquadra all'interno delle "Giornate di Agitazione
Anticarceraria per i Compagni Prigionieri in Messico e in tutto il Mondo",
quale gesto solidale verso Víctor Herrera, Emmanuel Hernández, Abraham
López e Socorro Molinero, in tal maniera apprezziamo anche tutte le azioni
solidali che dal Messico ci hanno dato coraggio, come dopo la morte del
compagno Mauricio Morales e nella “Settimana internazionale di agitazione
e di pressione solidale con i compagni sequestrati dallo Stato cileno”.
Ciò dimostra che, con la prassi antiautoritaria, la solidarietà è un'arma
e non una parola morta.
Salutiamo tutti i prigionieri politici dello Stato cileno, come anche il
compagno Diego Ríos, perché la sua clandestinità è una costante agitazione
anticarceraria. Forza compagno.
Che l'offensiva antiautoritaria non si fermi, che si moltiplichi e
propaghi come la peste nera su tutti i territori.
Per la solidarietà insorgente e la liberazione di tutti i prigionieri in
guerra.

algunxs individuxs antiautoritarixs por la insurrección cotidiana

Ven, 12/02/2010 – 12:36
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