Cremona - 25 aprile: quale liberazione?
Riceviamo e diffondiamo il testo di un volantino distribuito a Cremona nel corso delle celebrazioni per il 25 aprile:
25 Aprile: quale liberazione?
-liberiamoci da questo mondo-
Ogni anno, come un rito religioso, si festeggia l’anniversario del 25 aprile.
Per politicanti di ogni risma è sinonimo di liberazione.
Chi invece sente che oppressione e sfruttamento continuano in questa società pacificata, cioè nell’accordo fra comando e obbedienza, la parola liberazione, oggi, fa rima con ribellione contro questo esistente.
Ci chiediamo: QUALE LIBERAZIONE?
Cosa è avvenuto dopo la fantastica esperienza della Resistenza contro la dittatura fascista? Di quale liberazione stiamo parlando?
Quella che è “uscita” dalla lotta partigiana, graziando i fascisti e arrestando o mandando al confino gli insuscettibili di ravvedimento, quelli con la voglia di rivoluzionare la totalità del quotidiano?
Quella che è stata gestita per cinquant’anni nelle sagrestie della DC, nelle questure, nelle caserme e nelle sezioni di un partito comunista e dei sindacati, complici del massacro degli sfruttati nella menzogna della costruzione del dopoguerra, per prendere accordi con i poteri economici e costruire centrali nucleari sui territori che amministravano?
Quella delle stragi di Stato e delle leggi speciali a colpi di repressione, dopo lo spavento insurrezionale del marzo 1977?
Quella della continua commistione di interessi economici e politici, neanche troppo sotto banco, fra Stato e mafia? Quella della bugia di esportare la democrazia attraverso la guerra, dove i militari italiani all’estero e gli sbirri nelle questure dell’Italia paese di brava gente torturano, massacrano e uccidono?
Quella della nascita dei lager di Stato come i CIE (centri di identificazione ed espulsione per immigrati), con carceri e OPG (ospedali psichiatrici giudiziari) al proprio fianco?
Quella dei marò assassini, dei suicidi di Stato degli esodati, di quelli che si danno fuoco davanti a Montecitorio, quella che distrugge la natura con il TAV, che pesta i lavoratori della logistica, quella del comico reazionario, in mezzo al nano, al boia banchiere sui Monti e all’uomo inutile col sigaro?
Quella che permette ai nazi-fascisti di Casa Pound e Forza Nuova di picchiare, accoltellare e uccidere per motivi razzisti, sessisti e nazionalisti? Il nazionalismo è un principio dannoso, soprattutto in momenti di “crisi”, perché unisce gli sfruttati agli sfruttatori e divide i popoli. Per questo che inorridiamo davanti all’esposizione di bandiere italiane in questa giornata. Ci sentiamo fratelli degli oppressi in ogni luogo, non dei padroni e dei politici italiani che sfruttano, ci sfrattano e ci danno solo polizia.
No, questo non è un giorno per cui festeggiare. Questo è un giorno, come tutto il quotidiano, per ricercare un qualcosa di totalmente altro per cui battersi, perché non c’è menzogna più spudorata del sostenere, soprattutto in presenza
dell’irreparabile, che la ribellione non serve a nulla.
La ribellione trova in se stessa la propria giustificazione indipendentemente dalla sua possibilità di modificare o meno lo stato di fatto che la determina.
È la scintilla del vento, quel vento che fischia ancora, ma la scintilla che cerca la polveriera.
Antifasciste/i in rotta contro l’esistente
cip: via degli emarginati sognatori 77, Cremona
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