Francia - Azioni contro la società carceraria e in solidarietà con i prigionieri

Seguono il "falso" comunicato di un sindacato di secondini e alcuni comunicati di azioni contro la società carceraria:

da non-fides.fr

Scioglimento della CGT-Polizia penitenziaria di Roanne.

Abbiamo ricevuto per caso questo comunicato, concernente l’autodissoluzione della sezione di Roanne della CGT-Polizia penitenziaria1. Felici di questa buona notizia, l’abbiamo passata al giornale locale, alla CGT-Polizia penitenziaria (1), alla CGT generale e a qualcuna delle sue sedi locali. 

Abbiamo messo nelle cassette delle lettere di circa 1348 abitanti della città (fra cui lo SPIP (2), situato al 97 della rue Baron Marais, e la Bourse du Travail) questo volantino, che riprende l’informazione che la CGT-Polizia penitenziaria di Roanne ci ha passato. Immaginiamo che questa sezione sindacale, piena di buoni propositi, abbia molto da fare in questo periodo ed è un piacere per noi aiutarla in tale lavoro di informazione.

Comunicato della CGT-Polizia penitenziaria.

In questi ultimi mesi, diversi fatti sono venuti a turbare il funzionamento del penitenziario di Roanne: una lettera di protesta scritta da alcuni detenuti e resa pubblica, degli atti di ribellione individuali o collettivi (diretti in particolare contro il personale di guardia) come, ad esempio, il blocco avvenuto in luglio e dovuto al rifiuto di quattro detenuti di tornare in cella dopo l’ora d’aria, cosa che ha provocato uno scandalo mediatico.

Tutto ciò ha portato la direzione del penitenziario a prendere delle misure volte a ristabilire l’ordine all’interno della prigione, mettendo in atto una politica di inasprimento dei regimi di detenzione (aumento massiccio delle perquisizioni delle celle e di quelle ai colloqui, commissione disciplinare al minimo scarto al regolamento interno, cosa che può dare luogo a prolungamenti di pena).

In quanto sorveglianti penitenziari, ci siamo trovati in prima linea nell’applicazione di queste misure. Abbiamo dovuto affrontare la collera dei detenuti di fronte all’applicazione letterale, spesso assurda, del regolamento interno. Ci rendiamo perfettamente conto che inasprire le misure repressive nei confronti dei prigionieri non può che generare un eguale inasprimento dell’odio che essi provano verso di noi, e sicuramente a ragione – anche se ciò è difficile da ammettere.

Si tratta di qualcosa che non è facile confessare, ma oggi noi prendiamo coscienza di quello che significano i nostri atti professionali, quando facciamo “soltanto il nostro lavoro”… Lavoro che consiste principalmente nel tenere delle persone rinchiuse, lontane dai loro prossimi, la vita dei quali si trova allo stesso modo fortemente messa alla prova. Ci rendiamo oggi conto che il nostro lavoro, attraverso la nostra mera presenza, le nostre osservazioni, i nostri continui controlli, le nostre perquisizioni, le nostre intrusioni ai colloqui, i nostri ricatti, etc. è all’origine del clima di tensione che cerchiamo di tenere sotto controllo.

E anche per quelli, fra di noi, che avevano la pretesa di essere “umani”, ci è chiaro che il nostro mestiere, se è tale, è chiaramente causa di tortura, e quindi non vogliamo più prendere parte a tutto ciò. Partecipando all’amministrazione delle prigioni, siamo direttamente responsabili di tutte le morti in prigione. Ci siamo battuti per anni, esigendo degli effettivi e dei mezzi per poter fare il nostro lavoro in buone condizioni. Ora sappiamo che non ci sono buone condizioni e che la prigione non può avere un volto umano. 

Siamo ridotti ad essere dei semplici bastoni nelle mani dell’amministrazione penitenziaria e questo ruolo non è più sopportabile. Ciò anche perché succede che le pratiche di conflitto e di umiliazione diventano dei meccanismi che si installano in noi e ben presto non si riesce più a lasciare il secondino nel vestiario quando si torna a casa. Oggi, questo ci pare cosa evidente: la prigione non risolve alcun problema, non serve che a isolare, torturare, schiacciare gli indesiderabili e far paura a quelli che desiderano qualcos’altro che il “produci-consuma-crepa”, in questa società che non sa più come gestire i problemi che essa stessa genera. Le gabbie, anche se dorate, sono insopportabili. Dopo numerose discussioni con l’insieme del personale dei sorveglianti penitenziari, vi rendiamo partecipi della nostra decisione di sciogliere la sezione sindacale di Roanne e di dare le dimissioni. In seguito a ciò, proponiamo a tutti i sorveglianti penitenziari di licenziarsi e radere al suolo la prigione. Vi informiamo che la distruzione della prigione provocherà del rumore, della polvere e probabilmente numerose grida di gioia, il tutto durante un periodo indeterminato. Invitiamo chiunque lo desideri ad unirsi a noi in questo grande progetto di distruzione liberatrice. Ci indirizziamo a tutti perché sia dato ciò che meritano a Georges Boyer, direttore della prigione, e Bertrand Arnoud, maggiore delle guardie e delegato-spaccone della CGT-Polizia penitenziaria, il quale dalla fine dell’estate cerca di far regnare il terrore e di far vivere un inferno ai prigionieri.
Augurandoci di essere seguiti a breve dall’insieme della professione.

La ex CGT-Polizia penitenziaria vi porge i suoi migliori auguri per l’anno 2013.

Note:
1) - La Confédération générale du travail, maggior confederazione sindacale francese, a cui aderisca anche un sindacato di secondini, è storicamente vicina al Partito comunista e corrisponde grossomodo alla CGIL italiana, NdT.
2) - Service pénitentiaire d'insertion et de probation: i servizi sociali che “seguono” i detenuti, le persone in libertà vigilata e quelle recentemente liberate, curando il loro "reinserimento”, NdT.

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Azioni e sabotaggi contro la società carceraria e in solidarietà con i detenuti (gennaio – metà febbraio 2013).


Basta pascolare: è l’ora della carica!
Parigi: un attacco solidale.

Nella notte fra il 28 ed il 29 gennaio, abbiamo spaccato i vetri del locale della CGT [principale sindacato di Francia, storicamente vicino al Partito comunista - insomma: la CGIL francese, NdT] che si trova al numero 1 della Rue de Nantes (19 arrondissement).

Si tratta di un messaggio alla CGT –Polizia penitenziaria ed ai suoi sporchi secondini, in risposta all’appello alla solidarietà con i prigionieri di Roanne (l’appello è qui).

Ne approfittiamo anche per mandare un abbraccio caloroso e rivoluzionario a Mike, detenuto a Chambéry (una sua lettera qui).

Alcuni arieti solidali.


fonte: https://nantes.indymedia.org/article/27058


Parigi : morte ai secondini!

Nella notte fra il 3 ed il 4 febbraio, il locale della CGT che si trova in Rue Pierre Bonnard (20 arrondissement) ha avuto tutti i suoi vetri sfondati.

Attraverso di esso, sono tutti i secondini che vengono presi di mira, per il loro sporco lavoro di reclusione.

Con questo attacco, vogliamo mandare un saluto pieno di forza e determinazione a quelli e quelle che, nella prigione di Roanne come altrove, alzano la testa per affrontare la prigione ed i suoi sporchi portatori di chiavi in uniforme (si veda qui e https://nantes.indymedia.org/article/26961).

Cogliamo l’occasione per mandare un messaggio offensivo anche a Marco Camenisch e tutti i ribelli che non si lasciano schiacciare dall’orrore carcerale né dall’orrore di questa società nel suo complesso.

Che risuoni ovunque questo grido di rivolta, che è anche un grido di gioia:
Morte alla prigione!
Viva la libertà!


fonte: https://nantes.indymedia.org/article/27107

Parigi. Sabotaggio solidale di bancomat.

Nella notte fra domenica 10 e lunedì 11 febbraio, deambulavo solitaria per le vie di Parigi. Dopo aver fregato qualche tubetto di colla al supermercato all’angolo, essendo un’anima in pena, mi sono messa alla ricerca di un po’ di gioia. La quindicina di bancomat che si trovano lungo la Rue Belleville si sono quindi trovati nell’impossibilità di funzionare, grazie ad un po’ di colla nella fessura per le carte.

Perché anche da sole, con un ombrello ed un po’ di colla, si può agire.
Perché ci sono obiettivi ovunque e restare passiva mi disgusta.
Perché i detenuti di Roanne, Marco, Mike, Ibrahim e centinaia di altri ribelli sono dietro le sbarre.
Perché le banche denunciano i clandestini agli sbirri.
Perché il denaro è uno dei nodi del problema.

Perché sì!
Sabotiamo questo mondo!

Colla-senza-associati-ma-più-se-affinità.

fonte: https://nantes.indymedia.org/article/27133

Angers. Solidarietà con i detenuti.

Nella  serata di lunedì 11 febbraio, alla prigione di Angers, all’altezza dell’ala nord-ovest, sono stati sparati dei fuochi d’artificio.

Ciò è stato fatto in solidarietà con i prigionieri, di qui e di altrove, con un pensiero particolare al detenuto che qui ad Angers è in sciopero della fame e a tutti gli altri detenuti dell’ala nord, in seguito agli ultimi avvenimenti successi in questa parte della prigione.
Gli scoppi sono stati salutati da grida di gioia in provenienza della prigione… e poi dalle sirene degli sbirri… ma non si possono arrestare le ombre!

Ciao la notte.

fonte: https://nantes.indymedia.org/article/27145