Francia - Parole in gabbia - liberazione di Jean-Marc Rouillan

Italiano: fonte indymedia napoli
Francese: fonte marginales.free.fr

Jean-Marc Rouillan si è visto revocare il regime di semi-libertà dal tribunale d’applicazione delle pene. Reincarcerandolo con la motivazione di non aver osservato l’obbligo cui è soggetto - non esprimersi sui fatti per i quali è stato condannato -, lo Stato francese gli nega in realtà ogni possibilità di espressione. Essendo pendente la procedura d’appello, è urgente mobilitarsi per la sua liberazione.

Dal 2001, Jean-Marc Rouillan ha pubblicato nove libri (racconti e romanzi), che testimoniano uno scrittore e un individuo politico che rivendica la sua appartenenza alla classe degli oppressi e ad una letteratura proletaria di cui Henry Poulaille diceva: “Ci basta attingere nei nostri ricordi, mostrare, senza cambiare nulla, la realtà così come ci è apparsa al nostro ingresso nel mondo, per fare un opera rivoluzionaria.” La nuova condanna di Rouillan è emblematica della volontà del potere, dimostrata innumerevoli volte nella storia vicina e lontana, di impedire la libera espressione della parola dei proletari. E il mondo intellettuale non può lasciar offendere, senza mettere in pericolo se stesso, la libertà d’espressione. Come non aderire a ciò che scriveva lo svedese Stig Dagerman, ripetutamente citato dal nuovo premio Nobel J.M.G. Le Clézio ?

“Esiste un rimprovero che è più fondato degli altri: quello indirizzato all’assenza di presa di posizione dello scrittore nella lotta sociale. Il poeta deve comprendere che non basta dire che la letteratura è un mondo a parte. Non saprebbe più declamare, con voce tremante, che desidera restare libero perché nessuno può essere libero al punto di sentirsi dispensato dal prendere posizione per gli oppressi nella loro lotta contro oppressori che, malgrado tutto quello che si potrà dire, resteranno innegabilmente tali finché durerà l’attuale sistema sociale. Parlare di libertà in questo contesto è sinonimo di pigrizia, di vigliaccheria o d’indifferenza. (...) Tutte le riforme e le utopie sociali appaiono futili in un sistema mondiale dove il fallimento appare come la sola certezza. E tuttavia, si tratta di difendersi contro questo ordine, di attaccarlo, anche se si è tragicamente coscienti del fatto (...) che sia la difesa che l’ attacco non possono che essere simbolici, ma allo stesso tempo indispensabili se non si vuole morire di vergogna.”

Chiamiamo gli scrittori, i filosofi, gli editori, i cineasti, gli artisti, i giornalisti, ogni persona confrontata alla censura, a schierarsi contro l’interdizione di parola, che oggi colpisce uno scrittore francese, firmando e diffondendo questo appello. Fateci egualmente pervenire il vostro sostegno tramite dei brevi testi, che saranno messi in rete insieme a questo appello.

Consideriamo che le condizioni di reincarcerazione di Jean-Marc Rouillan
sono un attacco al diritto di libertà d’espressione.

Siamo indignati dell’interpretazione data da certi media e dal tribunale d’applicazione delle pene alle parole di Jean-Marc Rouillan.

Rifiutiamo il suo ritorno in carcere e domandiamo la sua liberazione senza condizioni.

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Dom, 09/11/2008 – 14:47
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