[Ge] Contributi sull’ennesima farsa elettorale
APPUNTAMENTI a GENOVA
*Piazzale uscita metro Certosa – dalle ore 11 – VENERDI’ 22 FEBBRAIO
*Mercato di terralba (San fruttuoso) – dalle ore 10.30 – SABATO 23 FEBBRAIO
X MANIFESTO E PAMPHLET "Spunti e riflessioni per generalizzare l'astensionismo"
http://giustiniani19.noblogs.org/post/2013/02/20/contributi-sullennesima-farsa-elettorale-da-genova/
NON ABBIAMO BISOGNO DI LORO!! NON VOTIAMO!
Le ultime elezioni nel nostro paese hanno visto un altissimo tasso di astensione. A Genova, un sindaco eletto da poco più di centomila persone ne governa quasi 800mila:
culmine della farsa, o culmine della democrazia?
Le interpretazioni sociologiche si sprecano. La chiamano, con preoccupazione, antipolitica. E allo stesso tempo la Politica per arginare questo fenomeno prevedibile é corsa, negli ambiti locali, ai ripari come poteva lanciando volti nuovi e pompando la nuova illusione dell'amministrazione più attenta e vicina ai cittadini, puntando sulla democrazia partecipativa per rispondere al desiderio di rinnovamento.
Ed effettivamente, se liste civiche e "grillini" erodono i voti dei partiti storici è perché le basi degli stessi sono stanche delle vecchie classi dirigenti. E questo è un dato. Un altro dato, ineludibile, è che in tutta Italia, milioni di persone, semplicemente, non sprecano più neanche quei 20 minuti per scegliere chi dovrebbe governarli nei prossimi anni.
Rifiuto? Disinteresse? Senso d'impotenza? Non lo sappiamo. Probabilmente tutti i fattori insieme. Quel che è certo è che il fenomeno non è solo "italiano". In Grecia, in Portogalo, in Spagna, gli "aventi diritto" hanno mostrato un grande dito medio alle seduzioni della politica.
I governi dell'austerità perdono terreno, appoggio e consenso. Coloro che si presentano come i futuri gestori della crisi hanno sempre meno credibilità. Il voto però è solo un piccolo mattoncino del consenso. Se le illusioni e la fiducia nella Politica vengono meno, questo non significa ancora che essa venga rifiutata.
I potenti hanno bisogno di noi,
del mantenimento dei nostri ruoli sociali, hanno bisogno che rimaniamo al nostro posto.
noi non abbiamo bisogno di loro!
Se vogliamo reagire alla miseria che ci circonda dobbiamo precisamente uscire dai nostri ruoli, liberare il nostro tempo, attivarci laddove possiamo e non per partecipare ad un banchetto di principio concepito per pochi, ma per ribaltare quella tavola insieme a tutti coloro che ne restano esclusi.
Il rifiuto della delega (al Comune, al Parlamento, al poliziotto) consapevole, è il primo passo per affrontare direttamente i nostri problemi, cominciando dal quartiere in cui viviamo. Iniziamo a riconoscere come simile chi vive la nostra stessa condizione, diffondiamo la solidarietà, le iniziative autonome e l'autonomia nell'agire Il mondo appartiene a chi lo abita, le risorse a chi ne ha bisogno, la ricchezza sociale a chi la produce e non ai suoi proprietari.
RIPRENDIAMOCI TUTTO.
UN AUGURIO A CHI HA COMINCIATO.
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