Genova - Marassi, Protesta in solidarieta con Rebibbia
fonte: Secolo XIX
Genova: Marassi, rumorosa protesta contro sovraffollamento
23 giugno 2009
Gamelle e posate contro le inferriate delle celle. Fischi. E nella notte, pure qualche straccio acceso con l’accendino e gettato fuori dalle finestre. I detenuti del carcere di Marassi hanno fatto sentire - anche agli abitanti del quartiere - la solidarietà espressa a chi è in carcere a Rebibbia. Da Roma, ieri sera, è partita la protesta contro il sovraffollamento delle carceri. E l’intenzione è estenderla in tutta Italia. Da Genova la risposta è arrivata in tempo quasi reale.
Le prime gamelle hanno iniziato a sbattere verso le 22.30, contro le sbarre delle finestre che si affacciano su via Clavarezza. Proprio all’ingresso della Gradinata Nord, a causa dell’effetto canyon rumore e fischi erano notevolmente amplificati. Dando l’impressione, - come denunciavano parecchi genovesi che hanno chiamato le forze dell’ordine e il centralino del Secolo XIX - che all’interno di Marassi fosse in corso una rivolta. In realtà - nonostante le condizioni anche all’interno del carcere genovese siano quasi invivibili, a causa del sovraffollamento - la protesta era in solidarietà. In risposta all’appello di Rebibbia. E l’unico sistema che c’è dentro un penitenziario per far sentire la propria voce all’esterno è la "protesta delle gamelle".
Anni fa, un’analoga protesta partita dalla capitale e poi estesa a tutto il resto d’Italia, era stata ribattezzata "la rivolta dei caceroleros", nome preso in prestito dall’Argentina dove durante il crack finanziario del 2001 a chi aveva perso tutto non restava che la protesta a suon di pentole, le cacerolas, appunto.
Difficile sapere se la protesta di ieri notte proseguirà, con buona pace dei residenti del quartiere, o se si tratti di una manifestazione sporadica. Inizialmente, le guardie penitenziarie di Marassi erano convinte che i "caceroleros" protestassero per il caldo. Come avviene puntualmente a ogni inizio d’estate. Dopo una quarantina di minuti,
però, è emerso il vero motivo. Solidarietà a Rebibbia, contro il sovraffollamento, questione mai risolta e che continua ad affliggere tutti i penitenziari italiani, dove l’effetto indulto è stato vanificato da tempo.
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