[Lecce] Presidio contro la peste religiosa
mostra, volantini e chi più ne ha più ne metta.
ogni autorità e ogni morale sono un divieto alla libertà
Corte dei cicala, lecce
Anarchici
La prigione per vilipendio ha le sue radici in una sorta di feroce tassazione del turpiloquio,
e da solo questo reato dimostra come la musa della società italiana, dell’establishment,
della classe dirigente sia la purulenta, incarognita, inciprignita cattiva coscienza.
Giorgio Manganelli
Vilipendere, in sé, è cosa gradevole. Non tanto perché significa «offendere, disprezzare in modo grave e manifesto», quanto perché esso è atto rivolto esclusivamente «verso persone, istituzioni o cose espressamente tutelate dalla legge». Se la legge, o per meglio dire chi la emana, ha sentito il bisogno di tutelarsi in questo modo, è evidente che si rende benissimo conto di essere detestato, disprezzato, odiato… e l’odio è sentimento nobile, quando indirizzato contro coloro che riteniamo nemici della libertà e, in quanto tali, nostri nemici.
Tra le persone tutelate per legge dal reato di vilipendio c’è il Papa. Non un Papa preciso, bensì IL Papa, qualunque esso sia, il che significa che i legislatori ritengono la figura del Pontefice come ispiratrice di disprezzo e odio. Non a torto.
Tra coloro che hanno manifestato pubblicamente questo disprezzo nei confronti del Papa – di Joseph Ratzinger, nel caso specifico – ci sono anche cinque anarchici, irriducibili nemici di qualunque autorità, compresa quella religiosa, che per tale motivo sono finiti sotto processo proprio in questi giorni, appunto con la contestazione del reato di “vilipendio a ministro di culo”. Pardon, “di culto”. Tutto è accaduto per l’invito a lanciare freccette su una foto di Ratzinger, invito rivolto ai passanti nel corso di una iniziativa antireligiosa tenuta per le strade di Lecce alcuni mesi or sono. E già qui si pone un dubbio di non poco conto: il Papa è tutelato solo in quanto persona fisica o anche nella sua immagine incorporea? Faccenda evidentemente giuridica, che non mette conto trattare in questa sede… Altri potrebbero sollevare dubbi di incostituzionalità: è possibile impedire ad alcuni individui di esprimere la propria idea su chicchessia, in una democrazia che garantisce la libertà di pensiero e di parola? Faccenda, questa, che riguarda ogni sincero democratico, ma che ancora una volta a noi interessa poco.
A nostro avviso qui si tratta di una questione di libertà, e affinché questa possa esprimersi compiutamente e totalmente bisognerebbe farla finita con ogni autorità: da quella religiosa che vuole affermare i suoi dogmi e la sua morale, imponendo cosa fare della nostra vita, della nostra morte e della nostra sessualità, a quella statale che interviene tramite la polizia ad impedire l’espressione di odio nei confronti del Papa e tramite la magistratura a perseguire coloro che quell’odio hanno espresso.
Di fronte a tutto ciò, ne siamo certi, chiunque abbia a cuore la libertà vorrebbe urlare che il Papa, la polizia che lo difende e la magistratura che intenta i processi sono tutto una merda. Ma, evidentemente, la legge che ci governa non permette simili affermazioni quindi no, noi non lo diremo… Diremo anzi che il Papa è un sant’uomo, la polizia tutela i deboli e la magistratura è giusta ed equa, e tutti costoro non si devono vilipendere: per ragioni, ovviamente, che il reato di vilipendio ci vieta di spiegare minutamente…
Alcuni devoti del Porcus Domini
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