Lecco - Tira una freccia a Maroni

Inviamo un volantino distribuito a Lecco il 12 dicembre, in occasione di un presidio contro la violenza dello stato, con mostra fotografica e interventi.

All’interno di questo presidio è stato organizzato un torneo di freccette, intitolato “tira una freccia in mezzo ai Maroni”.

L’iniziativa ha raccolto un centinaio di adesioni, da simpatiche signore sui settant’anni a baldi giovani di dieci, da decisi italiani a migranti di ogni lingua e colore che, dopo essersi prodigati al tiro, ricevevano un simpatico gadget che li “avvisava” della loro pericolosità sociale”!

NO COPYRIGHT…FATELO ANCHE VOI!!!

 

La violenza dello stato - lo stato della violenza

In quest’ultimo periodo la violenza delle cosiddette “forze dell’ordine” è venuta a galla più spesso del solito.

Strano, vi verrebbe da dire. Forse no, ci viene da rispondere.

Federico Aldrovandi, Stefano Cucchi, Marcello Lonzi, Farid Aoufi, Riccardo Rasman, Stefano Frapporti, Manuel Eliantonio, Nabruka Mimuni, Aldo Bianzino…sono solo alcuni nomi degli ultimi violenti assassini commessi dalle forze dell’ordine. Sono solo quelli più noti. Infatti, se di molti altri casi non si è saputo niente, almeno le loro storie, grazie ad amici e familiari, sono venute alla luce, e rendono l’idea di cosa sia effettivamente uno stato di polizia.

C’è veramente ancora qualcuno convinto che gli autori di questi efferati omicidi siano semplici “mele marce” da isolare?

I media ultimamente si sono accorti che la democrazia uccide, ma questo avviene quotidianamente da anni!

Piazza fontana e il periodo delle stragi nere, compiute dai fascisti per ordine dello stato, lo stanno a dimostrare.

 

Se fino a qualche tempo fa gli omicidi del potere venivano nascosti e occultati con ogni mezzo possibile, in questi tempi bui esso può tranquillamente ammettere le proprie responsabilità, per incutere più timore, per far ravvedere chi ancora non si è arreso a questo stato di cose.

Niente di cui stupirsi, viste le pratiche di repressione che il ministero dell’interno sta mettendo in atto, tra cui alcune armi legislative ereditate dal regime fascista, quali fogli di via dalle città, avvisi orali e sorveglianze speciali.

Ricordiamo infatti che a Lecco sono stati notificati ben dodici avvisi orali ai danni di alcuni anarchici della provincia. Tali provvedimenti “accertano” la loro pericolosità sociale e li mettono in guardia, “avvisandoli” che se non cambiano condotta (cioè se non la smettono di voler cambiare questa società) verrà applicata loro la sorveglianza speciale.

Un altro caso emblematico in città è la denuncia subita da un ragazzo per una contestazione al ministro della guerra La Russa.

Anche in questo caso la questura cittadina, serva del potere politico, ha visto bene di intimidire per ridurre al silenzio anche il minimo focolaio di rivolta.

Ma non ci sono riusciti, né in un caso né nell’altro.

 

È forse necessario, ora più che mai, aprire gli occhi, guardarsi allo specchio e capire se quella che viviamo ogni giorno è libertà oppure no.

L’unica libertà garantita sembra essere quella di venire ammazzati durante un fermo di polizia.

Oppure nelle celle di sicurezza di un tribunale, come è successo a Stefano Cucchi.

La gente per bene dirà: “queste cose a Lecco non succedono”, “la polizia è brava”, “qualsiasi cosa succeda in città viene fatto a fin di bene!”

Non è così, statene certi.

 

Ogni settimana vengono picchiate persone nelle caserme e nelle questure cittadine. Ad esempio lo scorso giugno una ragazza è stata portata in caserma per aver risposto alle solite provocazioni sessiste degli agenti, e qui è stata malmenata, presa a pugni e umiliata dalle “forze dell’ordine”. Per poi subire una condanna a sei mesi di carcere per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale!

Questo è solo uno dei tanti episodi.

A ciò si aggiunge la quotidiana caccia alle streghe nei confronti di pericolosi accattoni e di abominevoli venditori ambulanti. È d’altra parte paradossale che il clima di questi ultimi mesi sia sempre più da guerra fra poveri, che fascismo e razzismo facciano proseliti grazie alla crisi, che il problema più urgente sia diventato l’immigrato che “ruba il lavoro” piuttosto che il padrone che licenzia per trasferire la produzione dove può sfruttare meglio la manodopera.

Oltre a questo, veniamo continuamente tartassati da nuove forme di controllo, i comuni spendono milioni di euro in telecamere e vigilanza, lo stato investe in polizia, esercito e carabinieri.

Il tutto in nome della sicurezza, ma di chi?

La sicurezza che ci viene propinata quotidianamente è la sicurezza dei padroni, dei politici e di chi vuole continuare a perpetrare sfruttamento e morte.

L’unica sicurezza che abbiamo oggi, è quella di vivere in una società nella quale essere in giro di notte comporta pene che vanno dalla galera fino alla morte, una società che si nutre di cadaveri per far girare l’economia, una società dove stare zitti e fermi significa essere complici di assassinii e genocidi.

Ma si avvicina il natale…si può benissimo continuare a spendere denaro ingrassando i commercianti di turno!

 

Oppure possiamo cominciare da subito a rivoluzionare la nostra condizione, possiamo immediatamente mettere a soqquadro l’esistente con semplici prese di posizione dal basso, senza né capi né capetti, senza obiettivi facili né facili illusioni.

Che si cominci a vivere, che si cominci a pensare e a non ripetere le idiozie dette in tv e sui giornali, che ci si cominci a “dimenticare” di ciò che prevede la legge interessandosi a ciò che dice il proprio cuore.

Con amore e rabbia riprendiamoci le strade, i parchi e le montagne, con amore e rabbia cacciamo gli invasori dalle nostre passioni.

ANARCHICI LECCHESI

 

Mar, 15/12/2009 – 20:35
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