Milano - Evasione di una detenuta madre

Milano: evasione da "Custodia Attenuata" per detenute madri
19 maggio 2009
L’ultimo suo appiglio è stato un davanzale. Dal cortile è salita sopra
il davanzale e l’ha usato come base di (s)lancio per arrampicarsi in
cima al muro. Ha scavalcato il muro, di quattro metri, si è lasciata
cadere dall’altra parte, si è trovata in strada dove la aspettava un
complice su un’auto. Questa è stata l’evasione di una cilena 29enne,
domenica intorno alle 15.30, dall’Icam di via Macedonio Melloni.
L’Icam ("collegato" a San Vittore, di fatto un suo braccio) è un
carcere meno duro, negli spazi e nella gestione della quotidianità,
per le detenute con figli piccolissimi.
In cortile c’erano due agenti (una donna e un uomo). Sono entrambi
corsi a bloccare le altre detenute sia mai scattasse la voglia
d’emulazione. Poche ore prima la sudamericana, che per una lunga scia
di furti stava scontando una pena di anni - sarebbe uscita ad andar
bene tra sconti e premi nel 2016 e in caso contrario nel 2019 - aveva
lasciato il figlio al marito. I bimbi vivono con le madri da lunedì a
venerdì. Il fine settimana, appunto, possono uscire dalla struttura
con il papà.
Leo Beneduci è il capo dell’Osapp, agguerrito sindacato di polizia
penitenziaria. "Adesso", dice Beneduci, "daranno la colpa come al
solito a noi agenti". E invece? "È colpa delle istituzioni. Cosa
attendono? Quali tragedie devono succedere prima di un intervento
duro, radicale, netto per arginare tutte le emergenze delle carceri?".
E se è vero che l’Icam resta un’intuizione positiva e all’avanguardia,
sbagliata - in quanto inadatta dal punto di vista strutturale- è la
sua sede. Il provveditore regionale alle carceri, Luigi Pagano,
annuncia "aggiustamenti e miglioramenti tecnici" in punti "strategici
". Senza, "sia chiaro", stravolgere "il vero obiettivo: una soluzione
alternativa rispetto a San Vittore. I bimbi non possono e non devono
vivere nelle prigioni".
Si è detto di San Vittore. A San Vittore, oltre al cronico
sovraffollamento, negli ultimi tempi si sono aggiunti altri problemi,
oppure, poco cambia, alcuni problemi storici si sono incancreniti.
Domenica un agente quarantenne è stato picchiato da un detenuto,
sieropositivo, che "già un mese fa si era reso conto di un’altra
aggressione a un’altra guardia". Il quarantenne ha rimediato la
frattura di una mano. Tutto è avvenuto durante l’ora d’aria.
L’evasione e l’aggressione sono state denunciate dall’Osapp. I fatti
hanno trovato conferma a livello "ufficioso", cioè negli ambienti di
San Vittore e dell’Icam, e poi a livello ufficiale.
Beneduci ha scritto al capo del Dipartimento dell’amministrazione
penitenziaria. Senta, Beneduci: ma quale risposta spera di avere? "Non
lo so. Sono preoccupato. La situazione è gravissima. Davvero". Tra le
cose che non vanno, e in questo caso a parlare sono altri sindacati,
c’è il parco mezzi. C’erano pullman per il trasporto dei carcerati in
Tribunale. "Non ci sono più". Restano le auto. Vecchie. Molto vecchie.
Ce ne sono certe che si ritrovano solo nei modellini in scala. Spesso
le auto devono finire in officina per le riparazioni. Numerose
officine le rifiutano. I pezzi di ricambio costano troppo, "e il
Dipartimento non può permettersi spese".
Tratto dal Corriere della Sera

Ven, 22/05/2009 – 11:44
tutti i contenuti del sito sono no-copyright e ne incentiviamo la diffusione