Paesi Baschi - Dichiarazione dell'assemblea contro il TAV in seguito alla morte di un imprenditore

L'Assemblea contro il TAV, dalla prospettiva dei suoi 15 anni di lotta contro il progetto del Treno ad Alta Velocità, vuole rendere pubbliche queste riflessioni:

- L'opposizione al TAV deve essere la più ampia, popolare e partecipativa possibile. Gli strumenti adeguati per ottenere il blocco di questa infrastruttura sono l'informazione veritiera sull'impatto del progetto, la disobbedienza civile, l'azione diretta e la mobilitazione di massa.

- La critica del TAV è altresì una critica del sistema sociale che lo muove. Opporsi al TAV significa prendere coscienza dei gravi danni ecologici e sociali dell'ideologia dello sviluppo. Di fronte alla mobilità forzata e allo sperpero energetico e delle risorse, difendiamo l'autonomia e la prossimità; di fronte all'imposizione e alla gerarchia, l'autorganizzazione e l'assemblea.

- Non esiste violenza paragonabile a quella che gli Stati e il capitalismo esercitano quotidianamente ai danni della natura e degli esseri umani. Le morti provocate dalla guerra, dall'inquinamento, dagli incidenti sul lavoro, dalle automobili-bare; dalla miseria salariata, dalla disoccupazione; dai corpi di polizia, dai secondini nelle carceri, eccetera, sono solo alcune delle forme di violenza, “diffusa” o meno, che ogni giorno sopportiamo. I lavori del TAV si sono già presi la vita di un operaio rumeno, a Luko, il 14 luglio 2008.

Per tutte queste ragioni, di fronte alla morte di Inazio Uria, comproprietario di una ditta costruttrice del TAV, per mano di ETA ad Azpeitia il 3 dicembre di quest'anno, l'Assemblea contro il TAV dichiara quanto segue:

- Esigiamo da ETA che non intervenga in questo conflitto. Ciò non significa affatto un sostegno di alcun tipo alla politica “antiterrorista” dello Stato spagnolo, bensì l'allargamento della riflessione sui metodi legittimi di lotta per fermare l'imposizione del TAV e mantenere l'autonomia del movimento di opposizione.

- Accusiamo i partiti politici e le imprese che promuovono il TAV di aver applicato una politica del fatto compiuto secondo la quale si cerca di imporre questa progetto mediante tutti i mezzi possibili: l'occultamento delle distruzioni sociali ed ecologiche provocate dal TAV, l'intossicazione da parte degli organi di informazione e la fustigazione poliziesca dell'opposizione a questa infrastruttura, la militarizzazione dei cantieri, la propaganda menzognera e il gettare fango sulle consultazioni popolari e sulle molteplici espressioni di contrarietà al TAV. Che nessuno adoperi questa morte per sostenere l'imposizione di questo progetto, di cui torniamo ad esigere il blocco immediato.

- Accusiamo analogamente la maggior parte dei mezzi di comunicazione di aver prima disprezzato e poi travisato questa lotta fino a quando è avvenuta la morte di Inazio Uria, momento in cui, spinta da interessi di carogne, l'intossicazione mediatica si è sottomessa a una campagna di discredito e criminalizzazione dell'opposizione al TAV.

- Per ultimo, ribadiamo la nostra rivendicazione dei metodi di lotta adeguati contro il Treno ad Alta Velocità e contro i valori che questa infrastruttura rappresenta, la più devastante mai progettata nel nostro paese: la presa di coscienza, la mobilitazione, la disobbedienza, l'azione diretta; e facciamo appello alla popolazione basca e a tutti i settori contrari al TAV, a partecipare attivamente alla lotta quotidiana fino ad ottenere il blocco definitivo del progetto. Dato che è possibile, lo fermeremo.

Assemblea contro il TAV 10 dicembre 2008

Gio, 11/12/2008 – 11:42
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