Per non dimenticare Marcello

Appello per una Campagna di solidarietà

Son passati ormai 5 anni e 5 mesi da quel maledetto giorno dell'11 luglio 2003, quando nel carcere livornese chiamato "Le Sughere", perse la vita un giovane di 29 anni di nome Marcello Lonzi.

In carcere non c'era mai stato prima, doveva scontare poco più di quattro mesi per un tentato furto. Ma invece, Marcellino, conosciuto in tutta Livorno, venne ammazzato dalle guardie carcerarie, con la complicità del medico legale che ha dichiarato la morte "per cause naturali e dovute ad un infarto".

La madre di Marcello, Maria Ciuffi, non ha mai creduto a questa versione dei fatti ed immediatamente ha esposto querela verso i secondini di quel turno.

Successivamente sono circolate le foto strazianti del cadavere di Marcellino che non possono che confermare l'omicidio volontario commesso dagli aguzzini carcerieri.

Purtroppo giustizia non è mai uscita dai tanti processi, udienze, sentenze, archiviazioni, appelli, ricorsi… che questa povera mamma ha dovuto sostenere. La vera giustizia non è quella scritta sui codici penali, che non accetta la verità dei fatti e protegge i secondini assassini di Marcello e i torturatori in divisa, che continuano la loro opera d'annientamento delle persone in tutte le carceri di questo mondo. Lo Stato non punirà mai i suoi servi !

Come è successo un anno fa anche ad Aldo Bianzino, stessa triste fine, ammazzato nel carcere di Perugia o come a Bergamo che alla prima notte di carcere hanno lasciato morire di crisi d'astinenza una povera persona!

O come tutti i suicidi che accadono ogni giorno all'interno di quei campi di sterminio, che vengano chiamati "case circondariali", "centri di accoglienza" od "ospedali psichiatrici". Suicidi, forse, ma che per noi hanno lo stesso significato di OMICIDI veri e propri, perché all'interno di quei luoghi ogni tentativo di "fuga" dettato dalla disperazione è umano, persino il togliersi la vita.

La mamma di Marcello, che non si è mai arresa fino ad ora, dopo che quest'estate addirittura si era messa in SCIOPERO DELLA FAME ora, dopo l'ennesima archiviazione, è arrivata al punto di non farcela più.

Per un anno aveva sostenuto le spese dell'avvocato da sola, poi tramite l'appoggio di tanti compagni e compagne era riuscita pure a pagare le spese per nuove perizie ma…

Quella che segue è uno stralcio della sua ultima lettera pubblicata su informa-azione.info

"Oggi mi trovo ad avere lo sfratto non perché non pago l'affitto, ma non ho potuto pagare le spese condominiali, così il comune ha anticipato i soldi che adesso rivuole indietro. Ci tengo a precisare che non ho mai chiesto alcun tipo di aiuto né al comune di Pisa, né ad alcun altro ente pubblico, ora però non so proprio come fare.

So solo che io a Pisa non ho nessuno e che mio figlio è a Livorno, piazzare una tenda davanti al cimitero per me è la stessa cosa, almeno sarò più vicino a Marcellino. Sempre che non mi scaccino pure da li." Maria Ciuffi

Per questo la sensibilità umana e proletaria che ci accomuna ci spinge per lanciare a tutte le realtà antiautoritarie, i circoli e alle singole individualità, un appello alla solidarietà tramite raccolta fondi da devolvere a Maria Ciuffi.

Chi volesse aiutare Maria può versare un contributo sul

C/c postale n° 66865767 intestato a Ciuffi Maria, IBAM 07601

PER NON DIMENTICARE NESSUNO

Comitato Contro il Carcere e la Repressione -BG- 19/11/2008

Ven, 21/11/2008 – 16:25
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