I casi Lonzi e Aldrovandi sui media

fonte panorama.it

Marcello Lonzi, un tossicodipendente livornese di 28 anne, muore in carcere. Il suo cadavere viene ritrovato dalla polizia penitenziaria e dal suo compagno di cella. Il corpo disteso sul pavimento, tra la porta e il radiatore ha numerose ferite e il volto tumefatto. È l’11 luglio 2003. Poche settimane dopo, il caso viene archiviato come morte naturale, ovvero arresto cardiocircolatorio. Ma la madre del ragazzo non si è mai arresa a una verità difficile da accettare.

La lotta di Maria Ciuffi, che in questi anni ha continuato a chiedere giustizia, ha fatto sì che la stessa Procura livornese riaprisse il caso e riesumasse il cadavere. Nuovi elementi, infatti sono emersi recentemente e molti fatti nuovi stanno venendo alla luce proprio in questi giorni: il magistrato Antonio Giaconi sta ascoltando nuovamente i detenuti che erano con Marcello Lonzi, lo stesso compagno di cella che aveva trovato il corpo e anche alcuni agenti della polizia penitenziaria che quel giorno erano in servizio.
La Procura livornese, con queste nuove indagini, vuole capire che cosa abbia provocato l’arresto cardiaco al giovane detenuto. Se, in sostanza, Marcello Lonzi, come sostiene la madre da anni e come sembrano rivelare alcune foto choc del cadavere appena rinvenuto (che Panorama.it ha potuto vedere ma ha deciso di non pubblicare), è stato vittima di un pestaggio. La riesumazione del cadavere ha portato alla luce fratture costali e altre lesioni che difficilmente possono essere spiegate con la tesi della morte naturale.

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fonte: RaiNews24 - 4 ottobre 2007

Tre nuovi indagati per la morte di Federico Aldrovandi, sono agenti di Ps

Federico AldrovandiTre agenti di Ps sono indagati per omissioni d'atti d'ufficio e falsi nella conduzione dell'inchiesta sulla morte di Federico Aldrovandi, il diciottenne morto durante un intervento di polizia il 25 settembre del 2005. Per quella morte altri quattro poliziotti saranno processati il 19 ottobre a Ferrara per eccesso colposo.

Della vicenda ora si occuperà anche Amnesty International. Lunedì prossimo, ha spiegato la madre di Aldrovandi Patrizia Moretti, due rappresentanti da Londra arriveranno nella città emiliana per incontrare la famiglia del ragazzo. "Questa inchiesta, e le accuse mosse ai tre nuovi poliziotti indagati, confermano i pesanti dubbi che abbiamo sempre avuto sulla correttezza dell'indagine nella sua prima fase" ha detto la mamma di Federico.

L'indagine 'bis' sulla vicenda, aperta dalla procura di Ferrara, si riferisce alla prima parte dell'indagine sulla morte. I tre nuovi indagati avrebbero avuto ruoli diversi: il primo era il responsabile della centrale operativa del 113 la mattina della morte del ragazzo, e segnò nei brogliacci, in due pagine diverse, di cui una cancellata, due orari diversi di intervento della prima volante sul luogo del fatto, ritardandolo di cinque minuti.

Il secondo indagato era il dirigente dell'Upgsp (il '113') dell'epoca, mentre il terzo è un ispettore della polizia giudiziaria, all'epoca in servizio in Procura, che fu il più stretto collaboratore del pm che seguiva in un primo momento l'inchiesta, il sostituto Mariaemanuela Guerra (che si poi astenne per motivi personali di incompatibilità). Da un anno e mezzo a condurre la prima e anche l'inchiesta-bis e' il pm Nicola Proto.

Mer, 03/10/2007 – 18:14
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