Sentenza contro Juan
JUAN LIBERO, TERRORISTA E' LO STATO
Venerdì 6 luglio è stata letta, presso il tribunale di Trento, la sentenza del processo contro Juan. L'accusa di "associazione sovversiva con finalità di terrorismo" è caduta. Juan è stato condannato ad un anno (la pena era di 1 anno e 6 mesi, scontata per via del rito abbreviato) per "danneggiamento con l'aggravante della finalità di terrorismo". A giorni sarà inoltrata l'istanza di scarcerazione: vedremo.
Juan, in carcere da dicembre, è stato accusato dell'incendio di alcuni furgoni di Trenitalia, società ferroviaria complice nella deportazione dei "clandestini". Il tentativo, da parte del ROS e del PM Paolo Storari, di costruire l'ennesima "associazione sovversiva" a partire da un fatto specifico è fallito. Rimane tuttavia un termine ben preciso – "terrorismo". Oltre a costituire un precedente locale e ad impedire che Juan usufruisca dell'indulto, questa parola magica umilia l'intelligenza e falsifica la realtà. A Trento come altrove.
Nell'esprimere tutta la nostra solidarietà a Juan, ribadiamo – come abbiamo fatto in piazza durante tutta la settimana – che terrorista è lo Stato, non chi lotta per fermare le espulsioni e, più in generale, per sovvertire un ordine sociale basato sullo sfruttamento e sulla guerra.
Il giorno del processo, una cinquantina di compagni sono partiti in corteo spontaneo per le vie di Trento e sono arrivati sotto il carcere, dove le loro urla solidali hanno trovato la consueta risposta calorosa da parte dei detenuti.
Due giorni prima, una quindicina di compagni erano entrati nella sede locale della Croce Rossa per denunciare pubblicamente le sue responsabilità nella gestione dei CPT e per spedire dei fax ad altre sedi della CRI e ai giornali.
Di seguito il testo del volantino. Solidarietà ai compagni di Torino sotto processo per l'occupazione della sede della Croce Rossa.
anarchici di Rovereto e Trento
LA CROCE ROSSA GESTISCE LAGER
Oggi 4 luglio 2007 siamo entrati negli uffici della sede trentina della Croce Rossa per denunciare pubblicamente le sue responsabilità nella gestione di molti Centri di Permanenza Temporanea (CPT) in Italia.
I CPT sono un dispositivo tipicamente coloniale in cui vengono rinchiusi donne e uomini la cui unica colpa è quella di non avere i documenti in regola. Si tratta – nel senso pieno, storico e giuridico del termine – di lager. Quanto sia vergognoso definirli “centri di accoglienza” non lo dimostrano gli strilli della sinistra – che li ha istituti prima e ora non li ha affatto chiusi –, bensì i morti e le privazioni, le continue rivolte e le evasioni che ne costellano la storia.
I CPT sono l’anello fondamentale nella macchina delle espulsioni e nel sistema che fa dell’immigrato manodopera terrorizzata e docile. Di conseguenza le morti dei “clandestini” al largo delle coste, nei cantieri o in fuga dalla polizia pesano anche sulla Croce Rossa.
Invitiamo pubblicamente i dirigenti di questa organizzazione a recidere ogni contratto per la gestione dei CPT. In caso contrario continuerà la campagna di pressione per fermare una simile complicità.
CHIUDERE SUBITO I CPT
SOLIDARIETA’ CON JUAN E CON GLI ANARCHICI LECCESI, ARRESTATI E SOTTO PROCESSO PER LA LOTTA CONTRO LE ESPULSIONI
TERRORISTA E’ LO STATO
anarchici
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