Torino - Cronistoria di una settimana contro il CIE

Torino - Un piano niente male

fonte macerie

"Torino come Lampedusa - Preparavano la rivolta dentro e fuori l'ex-Cpt"
"Clandestini pronti ad assediare il Cie mentre gli anarchici lo
avrebbero assediato"
TorinoCronacaQui, 24 febbraio 2009

Prima di smettere di ridere, pensate a questo: in un periodo di
bassissima conflittualità all’interno del centro di corso
Brunelleschi, la rivolta di Lampedusa e il trasferimento a Torino di
una ventina di rivoltosi hanno provocato 1) la liberazione di tutte le donne recluse, 2) uno sciopero della fame degli uomini rimasti dentro, oltre a 3) una serie di iniziative di solidarietà dall’esterno. Niente di che - certo - rispetto al piano spifferato dai “servizi” di Torino Cronaca, o - per essere seri - rispetto alle attuali, enormi, esigenze sociali di liberazione. Ma nient’affatto male, per essere a febbraio.
Un buon punto di partenza per le lotte a venire.


Lampedusa, Torino… e Milano

Nelle parole di Fabio, del Comitato antirazzista milanese,
l'estendersi delle fiamme di rivolta partite da Lampedusa fino a
dentro al Cpt di via Corelli.
E non solo. Da una diretta di Radio Blackout.

Ascoltala su:
www.autistici.org/macerie


Pietre

22 febbraio. Intorno alle quattro del pomeriggio cominciano a
radunarsi sotto alle mura di Corso Brunelleschi un bel po' di
antirazzisti torinesi e tanti profughi della casa occupata di corso
Peschiera. L'intenzione condivisa è di farsi sentire dai prigionieri - che fino al giorno precedente erano ancora massicciamente in sciopero della fame - e in particolar modo dai reduci della sommossa di Lampedusa. La musica a tutto volume si alterna agli interventi, le dirette di radio Blackout da dentro le gabbie si alternano ai fumogeni e ai petardi. Poi si decide di partire: la gente blocca la strada e comincia a sfilare lungo il perimetro del centro. Ma qualcuno si stacca dal corteo e - dai lati - comincia a battere con delle pietre contro tutto quello che può fare rumore: pali, cassonetti della spazzatura, segnali stradali. Altri li imitano: il rumore, ritmato, è sempre più forte. Intanto, i muri del centro si riempiono di scritte.
Arrivati di fronte all'entrata del Cpt, il rumore è assordante - colpi di pietre ed urla: «Libertà!». Qualche uovo finisce sugli agenti schierati ai cancelli. Intanto, da dentro, i reclusi battono anche loro, rispondono e fanno casino, fino a che la polizia non entra nel recinto e - da oltre le gabbie - si fa vedere minacciosa, ben armata di scudi, caschi e manganelli. Incerti tra la paura e la rivolta aperta, i reclusi tentennano. Alla fine la tensione si allenta, e le guardie si allontanano dalle gabbie. Il corteo intanto è finito e si è trasformato di nuovo in presidio. Ancora pietre ritmate, ma a sfumare.
Poi il silenzio: ci saranno altre occasioni.

Ascolta alcune delle testimonianze raccolte da Radio Blackout durante il presidio…
www.autistici.org/macerie


Come si chiudono i Cpt

Guarda il video della sommossa di Lampedusa su
www.autistici.org/macerie

Intanto che guardi il video, ascolta la voce di uno dei protagonisti
della rivolta di Lampedusa rinchiuso dentro al Cpt di Torino,
intervistato da Radio Blackout:
www.autistici.org/macerie


Vernice rossa

21 febbraio. "La Croce Rossa gestisce i lager per migranti", "Fuoco ai Cpt" sono alcune delle scritte comparse nella notte sui muri di 8 sedi della Croce Rossa a Torino, Settimo, Chivasso, Pino, Chieri,
Moncalieri, Nichelino e Beinasco. A Moncalieri, alle scritte è stata
aggiunta una secchiata di vernice rossa.


Cooperative Rosse

20 febbraio. Sono le sette di sera e la gente si affretta a tornare a
casa con le borse della spesa quando un manipolo di antirazzisti si ritrova di fronte all'ingresso dell'Ipercoop di via Livorno. All'interno del supermercato hanno già seminato tra le merci diverse migliaia di volantini che denunciano la gestione del lager di Lampedusa da parte del consorzio di cooperative rosse Legacoop. Non si capisce, urlano al megafono, se siano da considerarsi rosse per la vergogna di questa pesante responsabilità, o molto più semplicemente per il sangue dei tanti immigrati perseguitati sui quali guadagnano, nascondendosi dietro alla retorica dell'etica e dell'impegno sociale. Gli antirazzisti, in solidarietà con i reclusi nel CIE (ex-Cpt) di corso Brunelleschi in sciopero della fame, aprono due striscioni con su scritto: 'Legacoop gestisce lager' e 'Non c'è lager dal volto umano', e per un paio d'ore distribuiscono volantini agli attenti consumatori.

Leggi il volantino

Ven, 27/02/2009 – 23:00
tutti i contenuti del sito sono no-copyright e ne incentiviamo la diffusione