Trento | Antifascismo - Foibe, fra bronzo e plexiglass
Riceviamo e diffondiamo:
Trento: foibe, fra bronzo e plexiglass
Nella notte tra il 7 e l'8 febbraio, a Trento, alcuni ignoti fanno sparire la targa dedicata alle "vittime delle foibe" posta nella piazzetta di fronte al tribunale.
Nella notte successiva sparirà anche il cartello segnaletico di via "vittime delle foibe" a Trento nord.
Per il 9 febbraio, a Trento, Casapound e Fratelli d'Italia annunciano la loro commemorazione dei "martiri delle foibe". Come nei due anni successivi, i compagni lanciano un presidio in piazza Venezia, a un centinaio di metri dalla targa (quest'anno di plexiglass...) alle "vittime delle foibe". La mattina del 9 febbraio, con l'articolo 41 del TULPS, la Digos perquisisce la casa e il gararge di alcuni compagni, garage dove era stato spostato il materiale dello spazio anarchico El Tavan chiuso alcuni giorni prima. La polizia politica sequestra caschi, bandiere e scudi di plexiglass allo scopo di impedire la contromanifestazione della sera, che l'anno prima si era conclusa con un lancio di alcune bombe carta contro i fascisti.
La sera, alle 20,00 in punto, una cinquantina di compagni si ritrova lo stesso in piazza Venezia, con scudi di plexiglass, caschi e bandiere. La commemorazione fascista è completamente blindata dalla Celere di Padova e dal battaglione di Laives dei carabinieri.
Il presidio dei compagni, tra interventi contro la mistificazione storica sulle foibe e cori di dileggio sulla targa che non c'è più, ha soprattutto lo scopo di ribadire che, dopo le cariche di qualche settimana prima e nonostante la perquisizioni del mattino, c'è gente disposta a scendere in piazza in maniera autodifesa. Ed è anche un'occasione per esprimere la nostra solidarietà a Pippo, Andre e Tommy.
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