UE - Austria, devi importare OGM!
Gli effetti del potere di multinazionali biotech e WTO sulla "sovranità nazionale".
Ogm: resiste embargo su colture, ma Austria revocherà il divieto dell'importazione
7 maggio - La decisione presa oggi dalla Commissione Ue di rinviare all'Autorità europea di sicurezza alimentare (Efsa) i dossier sulla coltivazione di tre piante geneticamente modificate su cui sussistono seri dubbi scientifici, rappresenta una sorta di compromesso fra i due fronti dell'Esecutivo comunitario, quello pro Ogm e quello contrario. Un compromesso fortemente voluto dal presidente della Commissione, José Manuel Barroso, e dal potente segretario generale dell'Esecutivo Ue, l'irlandese Catherine Day, che sono riusciti a evitare un voto oggi, durante la riunione del 'collegio', che avrebbe avuto un esito incerto e, soprattutto, avrebbe esposto clamorosamente le divisioni interne fra i commissari.
Il commissario all'Ambiente, Stavros Dimas, chiedeva infatti di bocciare senz'altro i tre Ogm, per avere una decisione più chiara ed evitare di lasciare le cose nel vago con un rinvio che rischia ora di durare due anni. Dimas, infatti, come le organizzazioni ambientaliste, pensa che l'Efsa non possa rendere i nuovi pareri sui tre Ogm prima di due anni, perché i dubbi scientifici riguardano la valutazione dei rischi indiretti e a lungo termine, sui quali la stessa Autorità di sicurezza alimentare ha ammesso di non poter pronunciarsi, non disponendo ancora delle metodologie adatte.
La Commissione e l'Efsa, recentemente, hanno convenuto che tali metodologie saranno sviluppate entro due anni.
Durante il dibattito, secondo fonti comunitarie, a favore della posizione di Dimas si sono espressi i commissari Margot Wallstroem (Comunicazione), Benita Ferrero-Waldner (Relazioni esterne), Viviane Reding (Telecomunicazioni), Vladimir Spidla (Affari sociali), Androula Vassilou (Salute) e Laszlo Kovacs (Fiscalità), mentre sul fronte opposto si sono schierati, come sempre, Peter Mandelson (Commercio), Charlie McCreevy (Mercato interno) e Mariann Fischer Boel (Agricoltura), più Louis Michel (Sviluppo e aiuti umanitari). Era assente il francese Jacques Barrot (Trasporti e Giustizia). La discussione è stata molto accesa, e si è protratta ben oltre la durata prevista (dalle 8 alle 10), concludendosi solo alle 12.30, mentre già il portavoce della Commissione aveva comunicato le decisioni dei commissari e stava rispondendo al fuoco di fila delle domande dei cronisti in sala stampa, durato ben 50 minuti.
Nel dettaglio, il rinvio all'Efsa riguarda due varietà di mais transgenico (Bt11 e 1507), prodotte la prima dalla svizzera Syngenta e la seconda, congiuntamente dalle americane Pioneer e Dow chemicals, nonché la patata Amflora (prodotta dalla tedesca Basf). Per i due mais i dubbi scientifici invocati riguardano i 'danni collaterali' del gene Bt (che produce una sorta di insetticida 'interno' contro alcuni lepidotteri le sui larve si sviluppano nelle pannocchie), ovvero gli effetti indiretti e di lungo termine sull'ambiente acquatico e su insetti e altri animali diversi dai parassiti che si vuole eliminare. Per la patata 'Amflora', invece, il dubbio maggiore riguarda la presenza di un gene di resistenza a ad antibiotici importanti per la salute umana, e il rischio che la coltivazione del tubero aumenti il fenomeno - già preoccupante e in crescita - della resistenza agli antibiotici nei batteri patogeni.
Tutte e tre queste piante transgeniche sono destinate alla coltivazione nell'Ue, e, se autorizzate, sarebbero le prime in 10 anni: Da quando, cioé, nell'autunno 1988 iniziò la moratoria 'de facto' dell'Ue sull'approvazione di tutti i nuovi Ogm, poi revocata nell'aprile 2004, ma solo per i prodotti importati (da allora ne sono stati già autorizzati 16) e mai per la coltivazione.
Il rinvio odierno della Commissione, dunque, mantiene la moratoria de facto sulle colture, ma espone anche l'Ue a una possibile nuova azione legale dei paesi produttori di Ogm nell'ambito della Wto. che ha già condannato una volta gli europei, per la moratoria 'de facto' del 1998-2004. La condanna dell'Organizzazione mondiale del commercio riguardava proprio il 'metodo' usato per applicare la moratoria, ovvero il continuo rinvio, da parte degli Stati membri, alle valutazioni di rischio scientifico degli Ogm che la Commissione proponeva di approvare. Esattamente ciò che l'Esecutivo comunitario ha fatto oggi, contro il parere di Dimas.
In compenso, la Commissione (con l'accordo, questa volta, del commissario all' Ambiente), ha emesso un vero e proprio 'diktat' che impone all'Austria di revocare i divieti di importazione e commercializzazione di due altre varietà di mais Ogm - il Mon810 prodotto dall'americana Monsanto e il T25 prodotto dalla tedesca Bayer - che sono in vigore rispettivamente del 1999 e dal 2000.
La Commissione ha il potere di costringere Vienna a obbedire, dopo che gli Stati membri, alcuni mesi fa, non erano riusciti a decidere a maggioranza qualificata né a favore né contro la proposta di revocare i divieti d'importazione. Un analogo divieto, riguardante questa volta la coltivazione di mais transgenico in Austria, è stato invece mantenuto dopo che gli Stati membri hanno respinto a maggioranza qualificata la proposta della Commissione di rimuoverlo.
fonte: apcom
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