Una ludoteca conferma lo sgombero della Rosalia a Torino

Inaugurata sabato pomeriggio la nuova ludoteca per i "bambini" di Torino, nella casetta che una volta ospitava la Rosalia Occupata.

La Rosalia, come l'Alcova, erano state sgomberate nella prima mattinata del 26 settembre 2005 in seguito alla pulizia olimpica

Il 13 ottobre la casa viene rioccupata, ma nel corso della giornata gli occupanti verranno sgomberati. Nel frattempo il presidio al di sotto dello stabile occuperà uno stabile in via modena 11, chiamato poi Casotto Occupato. Occupazione anch'essa sgomberata dalla giunta Chiamparino quasi un mese dopo.

Il comunicato dello sgombero di Rosalia e Alcova:

TORINO E' LA MIA CITTA'

Lunedì 26-09-2005 a Torino vengono sgomberate Rrosalia e Alcova, due case occupate dentro i Giardini Reali. Stessa sorte toccava al Fenix circa due mesi fa e nella stessa operazione nove persone finivano agli arresti in seguito ad un presidio al C.P.T. di C.so Brunelleschi e ad una manifestazione antifascista che rispondeva all'accoltellamento di due compagni del Barocchio. Così la Torino di sinistra si prepara ad accogliere le Olimpiadi, mostrando cinicamente una faccia pulita e luccicante di città moderna e asettica, dove non esiste più spazio nel proprio centro per case occupate, immigrati, e quartieri popolari che vanno traformati in zone residenziali. Ma c'è ben altro.
In questo contesto, il tentativo di eliminare gli spazi sociali conquistati alla noia, è soprattutto espressione della necessità di reprimere vitalità critica ed opposizione allo squallore mortifero del sistema dominante, cancellando così la realtà e la storia di esperienze radicali e perciò "infettive".
Che il contagio inizi!
L'occupazione di uno stabile è stata infatti per lungo tempo una forma di autorganizzazione proletaria, cioè dei lavoratori, degli immigrati, degli studenti e di tutti i diseredati: di noi gente, tanto per rinfrescare la memoria. A maggior ragione, torna ad essere oggi un buon metodo per ribellarsi attivamente alla vita di miseria che questo stato di cose ci riserva. Tra la difficoltà di arrivare a fine mese e l'isolamento coatto imposto alle nostre singole esistenze, ciò che fa veramente paura al potere è la possibilità che gli sfruttati prendano coscienza collettiva. Di conseguenza ogni forma di aggregazione e di lotta deve essere addomesticata o repressa. E quale migliore scusa dei Giochi Olimpici?
Questo pupazzo di neve dalle tasche gonfie non gioverà certo a chi vivrà in una città militarizzata o a chi vedrà le proprie valli massacrate dai cantieri nei quali, oltretutto, viene sfruttata la mandopera di interinali e immigrati dove, se non si muore, si può essere espulsi o internati negli "accoglienti" lager cittadini. Le Olimpiadi di Atene insegnano...
Come sempre i soliti porci ne trarranno profitto: industriali, multinazionali, istituzioni -o chi per esse- più qualche cinico speculatore e sicuramente, il controllo sulle nostre vite (che delle Olimpiadi o del TAV può farne a meno).
Già oggi nei rapporti tra le persone lo stato di polizia si è rubato uno spazio. Fin d'ora le nostre telefonate sono schedate obbligatoriamente, nelle strade l'occhio delle telecamere e degli sbirri di quartiere vigilano sulla nostra sicurezza, quando in realtà ciò che conta per il potere, è la sicurezza che nessuna persona trovi nel proprio vicino un complice con cui ribellarsi a questa insulsa esistenza. Non vogliamo adagiarci sui ritmi della guerra, della violenza repressiva di uno stato "democratico" che ci dissangua e che in nome di una libertà presunta incarcera ogni dissenso, devasta l'ambiente e sgombera gli spazi autogestiti che gli si oppongono.

MAI E POI MAI LASCEREMO LE NOSTRE CASE, LE NOSTRE STRADE, I NOSTRI QUARTIERI; MAI E POI MAI RIMARREMO COME SPETTATORI ISOLATI E SEPARATI DI FRONTE ALL'ESPROPRIO DELLE NOSTRE VITE, DEL NOSTRO TEMPO, DEL NOSTRO AMORE.

SOLIDARIETA' TRA GLI SFRUTTATI: 10, 100, 1000 OCCUPAZIONI!
SENZA TREGUA PER IL CONFLITTO SOCIALE.

Alcova Occupata - Rrosalia Occupata

Lun, 12/03/2007 – 14:06
tutti i contenuti del sito sono no-copyright e ne incentiviamo la diffusione